Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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giovedì 23 giugno 2011
Il Papa Tedesco di Marco Travaglio
(vignetta linuxap)
A questo punto sarebbe il caso di farla finita con le ipocrisie e approvare una legge di due righe che dica: i parlamentari non si possono arrestare mai, qualunque cosa abbiano fatto, nemmeno in flagranza di reato, neanche se stanno assassinando la moglie. Una legge che, per coerenza, dovrebbero votare tutti i partiti che negano regolarmente l’autorizzazione all’arresto dei parlamentari (Pdl, Lega e Udc), o magari ogni tanto votano Sì per fare bella figura, ma solo dopo aver accertato che vincerà il No (Pd). Finora il solo partito che ha sempre accolto le richieste dei magistrati è l’Idv. E garantismo e giustizialismo non c’entrano nulla, c’entra solo la Costituzione: che non affida al Parlamento il compito di stabilire se un parlamentare debba essere arrestato oppure no (compito che spetta in esclusiva al Pm e al Gup), ma solo quello di accertare che il mandato di cattura non sia fondato sul nulla e non sottenda dunque un fumus persecutionis. Bene, nei 17 anni della Seconda Repubblica, i giudici hanno chiesto di arrestare una ventina fra deputati e senatori per reati gravissimi e con prove schiaccianti, eppure mai – che governasse la destra o la sinistra – Camera e Senato hanno dato il via libera. Una violazione continua, plateale, spudorata e reiterata della Costituzione. Anche perché mai il diniego ai giudici è stato motivato col fumus persecutionis, unica motivazione consentita dalla Costituzione: si è sempre preferito sostituirla con supercazzole prive di cittadinanza nel mondo del diritto, ma nemmeno in quello della logica: tipo che non si può menomare il “plenum” delle assemblee elettive (peraltro sempre semivuote); o che i fatti non sono poi così gravi da giustificare l’arresto (come se le esigenze cautelari le potesse decidere la politica); o addirittura che le prove sono talmente schiaccianti che l’indagato anche volendo non le può inquinare tutte (dissero persino questo, pur di non arrestare Previti); o che un arresto va fatto subito e non dopo mesi e mesi (infatti, per poterlo dire, il Parlamento lascia passare mesi e mesi prima di rispondere che ormai sono passati mesi e mesi). Ieri è iniziata la solita melina per salvare dalla galera Alfonso Papa, il magistrato pdl che il gip ha deciso di arrestare per favoreggiamento, concussione, corruzione ed estorsione. Prim’ancora di leggere le carte del gip, il Pdl e la Lega avevano già deciso che Papa non va arrestato. L’ha detto il nuovo astro del Popolo delle Impunità, l’on. avv. Maurizio Paniz: “Se Papa non fosse deputato, i giudici non l’avrebbero arrestato, infatti hanno escluso i reati più gravi”. Ci vuol altro che bazzecole tipo favoreggiamento, concussione, corruzione ed estorsione per arrestare uno qualunque. Ci vuole almeno l’immigrazione clandestina o il taroccamento di un cd. Così la Giunta per le autorizzazioni ha subito rinviato il dossier Papa al 29 giugno, tanto per avvicinarsi alla pausa estiva: il relatore on. avv. Paolo Sisto (quello che una sera si autoinvitò da Santoro) ha sentito l’irrefrenabile esigenza di leggere non solo l’ordinanza di arresto del gip (200 pagine), ma pure la richiesta dei pm, delle toghe rosse (15 mila pagine). Tutto fa brodo. La provvidenziale assenza dell’on. avv. Consolo, noto berlusconiano travestito da finiano, ha garantito il rinvio. Bersani s’è molto indignato: “Palude maleodorante all’ombra dell’imperatore”. E pure il presidente Castagnetti: “Rischiamo un’inchiesta sull’inchiesta e il Parlamento non la può fare”. Ma va? E che sta accadendo al Senato, dove quattro mesi fa il gip di Bari inoltrò un mandato di cattura per il Pd Alberto Tedesco per corruzione, concussione, falso e turbativa d’asta, ma finora s’è fatto in modo di non arrivare neanche al voto in giunta? Vuole gentilmente Bersani invitare i suoi a spicciarsi ad autorizzare l’arresto di Tedesco, così da potersi concentrare su quello di Papa? “I politici sono tutti uguali” è uno slogan orrendamente qualunquista. Ma non avrebbe tanta fortuna se i politici non fossero quasi tutti uguali.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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A questo punto sarebbe il caso di farla finita con le ipocrisie e approvare una legge di due righe che dica: i parlamentari non si possono arrestare mai, qualunque cosa abbiano fatto, nemmeno in flagranza di reato, neanche se stanno assassinando la moglie. Una legge che, per coerenza, dovrebbero votare tutti i partiti che negano regolarmente l’autorizzazione all’arresto dei parlamentari (Pdl, Lega e Udc), o magari ogni tanto votano Sì per fare bella figura, ma solo dopo aver accertato che vincerà il No (Pd). Finora il solo partito che ha sempre accolto le richieste dei magistrati è l’Idv. E garantismo e giustizialismo non c’entrano nulla, c’entra solo la Costituzione: che non affida al Parlamento il compito di stabilire se un parlamentare debba essere arrestato oppure no (compito che spetta in esclusiva al Pm e al Gup), ma solo quello di accertare che il mandato di cattura non sia fondato sul nulla e non sottenda dunque un fumus persecutionis. Bene, nei 17 anni della Seconda Repubblica, i giudici hanno chiesto di arrestare una ventina fra deputati e senatori per reati gravissimi e con prove schiaccianti, eppure mai – che governasse la destra o la sinistra – Camera e Senato hanno dato il via libera. Una violazione continua, plateale, spudorata e reiterata della Costituzione. Anche perché mai il diniego ai giudici è stato motivato col fumus persecutionis, unica motivazione consentita dalla Costituzione: si è sempre preferito sostituirla con supercazzole prive di cittadinanza nel mondo del diritto, ma nemmeno in quello della logica: tipo che non si può menomare il “plenum” delle assemblee elettive (peraltro sempre semivuote); o che i fatti non sono poi così gravi da giustificare l’arresto (come se le esigenze cautelari le potesse decidere la politica); o addirittura che le prove sono talmente schiaccianti che l’indagato anche volendo non le può inquinare tutte (dissero persino questo, pur di non arrestare Previti); o che un arresto va fatto subito e non dopo mesi e mesi (infatti, per poterlo dire, il Parlamento lascia passare mesi e mesi prima di rispondere che ormai sono passati mesi e mesi). Ieri è iniziata la solita melina per salvare dalla galera Alfonso Papa, il magistrato pdl che il gip ha deciso di arrestare per favoreggiamento, concussione, corruzione ed estorsione. Prim’ancora di leggere le carte del gip, il Pdl e la Lega avevano già deciso che Papa non va arrestato. L’ha detto il nuovo astro del Popolo delle Impunità, l’on. avv. Maurizio Paniz: “Se Papa non fosse deputato, i giudici non l’avrebbero arrestato, infatti hanno escluso i reati più gravi”. Ci vuol altro che bazzecole tipo favoreggiamento, concussione, corruzione ed estorsione per arrestare uno qualunque. Ci vuole almeno l’immigrazione clandestina o il taroccamento di un cd. Così la Giunta per le autorizzazioni ha subito rinviato il dossier Papa al 29 giugno, tanto per avvicinarsi alla pausa estiva: il relatore on. avv. Paolo Sisto (quello che una sera si autoinvitò da Santoro) ha sentito l’irrefrenabile esigenza di leggere non solo l’ordinanza di arresto del gip (200 pagine), ma pure la richiesta dei pm, delle toghe rosse (15 mila pagine). Tutto fa brodo. La provvidenziale assenza dell’on. avv. Consolo, noto berlusconiano travestito da finiano, ha garantito il rinvio. Bersani s’è molto indignato: “Palude maleodorante all’ombra dell’imperatore”. E pure il presidente Castagnetti: “Rischiamo un’inchiesta sull’inchiesta e il Parlamento non la può fare”. Ma va? E che sta accadendo al Senato, dove quattro mesi fa il gip di Bari inoltrò un mandato di cattura per il Pd Alberto Tedesco per corruzione, concussione, falso e turbativa d’asta, ma finora s’è fatto in modo di non arrivare neanche al voto in giunta? Vuole gentilmente Bersani invitare i suoi a spicciarsi ad autorizzare l’arresto di Tedesco, così da potersi concentrare su quello di Papa? “I politici sono tutti uguali” è uno slogan orrendamente qualunquista. Ma non avrebbe tanta fortuna se i politici non fossero quasi tutti uguali.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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