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domenica 9 gennaio 2011
Paperoga alla guerra delle gaffe afghane di Alessandro Robecchi
(vignetta Mauro Biani)
Non so cosa pensate di La Russa, ma io preferisco Paperoga, o almeno Ciccio di Nonna Papera, che mi sembrano più seri e professionali. Lo scenario tattico-strategico che abbiamo di fronte, infatti, presenta un ministro della difesa che nel giro di ventiquattr’ore manda a fare in culo i generali (francesismo), poi ritratta, poi dice che ha capito male, poi dice che abbiamo capito male noi, poi dice che era arrabbiato sì, ma con se stesso. Gasparri rilascia dichiarazioni illuminanti. Letterale: «Il ministro La Russa tutela come nessun altro il ruolo e il prestigio delle Forze Armate». Mi astengo dal commentare, e anzi mi faccio prestare un aforisma dell’immenso Beppe Viola: «È uno che per sembrare un genio dovrebbe essere completamente diverso».
Quel che sappiamo, intanto, è che «i nostri ragazzi» laggiù in Afghanistan se ne stanno chiusi in fortini sigillati a fare da bersaglio a certi tipi che ogni sera
calano dalle montagne con lo schioppo. Insomma, la vittoria imminente e il conquistare menti e cuori sembrerebbero cose un po’ diverse da quel che accade davvero. Ad ogni morto, poi, ecco emergere brandelli di realtà: le lettere alla ragazza, le pagine facebook, i twitter agli amici, tutto postmortem e tutto molto diverso da come ce la vendono qua, la porca guerra pacifista dei La Russa di ogni colore. La domanda è: non potremmo leggere prima cosa pensano davvero i giovani soldati laggiù? E anche: loro non potrebbero
leggere perbene quel che succede qui da noi? Avrebbero un’idea, assai deprimente, di quali menti eccelse li comandano, di come vengono usati per la propaganda, di come il ministro della difesa sia una specie di collezionista di gaffes a cui rimedia peggiorando la situazione (sua e loro). Insomma, un maggiore scambio di informazioni tra noi che siamo contro la guerra e quelli che la fanno non sarebbe male. Per capire che la situazione fa schifo là, ma fa schifo pure qua. Del resto è una guerra, se non fa schifo, che guerra è?
fonte articolo 'Il Manifesto'
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Non so cosa pensate di La Russa, ma io preferisco Paperoga, o almeno Ciccio di Nonna Papera, che mi sembrano più seri e professionali. Lo scenario tattico-strategico che abbiamo di fronte, infatti, presenta un ministro della difesa che nel giro di ventiquattr’ore manda a fare in culo i generali (francesismo), poi ritratta, poi dice che ha capito male, poi dice che abbiamo capito male noi, poi dice che era arrabbiato sì, ma con se stesso. Gasparri rilascia dichiarazioni illuminanti. Letterale: «Il ministro La Russa tutela come nessun altro il ruolo e il prestigio delle Forze Armate». Mi astengo dal commentare, e anzi mi faccio prestare un aforisma dell’immenso Beppe Viola: «È uno che per sembrare un genio dovrebbe essere completamente diverso».
Quel che sappiamo, intanto, è che «i nostri ragazzi» laggiù in Afghanistan se ne stanno chiusi in fortini sigillati a fare da bersaglio a certi tipi che ogni sera
calano dalle montagne con lo schioppo. Insomma, la vittoria imminente e il conquistare menti e cuori sembrerebbero cose un po’ diverse da quel che accade davvero. Ad ogni morto, poi, ecco emergere brandelli di realtà: le lettere alla ragazza, le pagine facebook, i twitter agli amici, tutto postmortem e tutto molto diverso da come ce la vendono qua, la porca guerra pacifista dei La Russa di ogni colore. La domanda è: non potremmo leggere prima cosa pensano davvero i giovani soldati laggiù? E anche: loro non potrebbero
leggere perbene quel che succede qui da noi? Avrebbero un’idea, assai deprimente, di quali menti eccelse li comandano, di come vengono usati per la propaganda, di come il ministro della difesa sia una specie di collezionista di gaffes a cui rimedia peggiorando la situazione (sua e loro). Insomma, un maggiore scambio di informazioni tra noi che siamo contro la guerra e quelli che la fanno non sarebbe male. Per capire che la situazione fa schifo là, ma fa schifo pure qua. Del resto è una guerra, se non fa schifo, che guerra è?
fonte articolo 'Il Manifesto'
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Ma l'esimio La Russa, ha mai fatto il servizio militare? e dove? al distretto?
RispondiEliminaL'ha l'ha fatto. Ma non come servizio di leva obbligatorio, ma come volontario ed ufficiale di complemento. Sempre che non sia una balla, come quelle già raccontate per la morte di un soldato.Ma questo fatto non ha migliorato una mente già troppo bacata.
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