Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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sabato 18 giugno 2011
Il lavoro, che spettacolo- Santoro: «Una Woodstock dell’informazione» di Micaela Bongi
(foto repubblica.it)
Lungo via dei Carracci, la strada che costeggia la ferrovia, sfila una specie di corteo, a piedi e in bicicletta, che non si sa bene dove deve arrivare: «E da quella parte villa Angeletti? », tutti domandano. Si va a vedere la serata di Michele Santoro per i 110 anni della Fiom, «Signori entra il lavoro, tutti in piedi». Tutti in piedi nel parco, tantissimi ragazzi, sotto un palco quadrato circondato dal pubblico, lontano dagli studi televisivi, con un maxischermo in fondo al pratone e i monitor appesi alle torri delle luci e dell’amplificazione. Non è un talk show con il dibattito in studio, né è costruito come se lo fosse, come lo era invece Raiperunanotte, altra serata santoriana bolognese, l’Annozero fuori dal palinsesto perché c’era la campagna elettorale per le regionali, l’anno scorso, e i vertici Rai avevano deciso così: black out dell’informazione. Ma qualcosa, molto anzi, è cambiato anche da allora, quando pure quella serata dimostrò che era possibile rompere il meccanismo della tv generalista classica, anzi ormai vecchia, ostaggio dei partiti e del conflitto di interessi.
Le manifestazioni dei mesi scorsi e poi le elezioni amministrative e i referendum hanno dimostrato che “oscurare” non si può, perché il flusso della comunicazione, l’informazione trova altre strade nonostante i diktat, gli zelanti dirigenti berlusconiani e la commissione di vigilanza. Annozero nel palinsesto dell’autunno non c’è, ma l’ammaccato sire di Arcore e i suoi cortigiani non sono riusciti a cancellare quella voce.
Non che a viale Mazzini le cose vadano per il meglio. Solo ieri Fabio Fazio e Giovanni Floris hanno raggiunto l’intesa per i loro contratti. Invece Milena Gabanelli arriva al parco di villa Angeletti e chiarisce che i vertici della tv pubblica le hanno fatto una proposta impossibile, che «non tutela né me né i miei collaboratori». È la solita storia della copertura legale per Report che la Rai non intende assicurare, vecchio chiodo fisso dell’ex direttore generale Mauro Masi che a quanto parte ha fatto proseliti.
E così, dopo un altro anno di minacce, di tentativi di far saltare le trasmissioni sgradite e palazzo Grazioli, di pressing incessante su Raitre, arrivano qui i «senza contratto» della tv pubblica, per una battaglia comune, per la Costituzione, i diritti. E per il «Raipride», pure, come dice Serena Dandini che alle nove apre la serata in diretta su Current (che a fine luglio dovrà lasciare la piattaforma di Sky che non ha rinnovato il contratto, ancora) e in rete. «Sembra Woodstock», scherza la conduttrice quando il pratone è ormai pieno. Sono arrivati Vauro, l’altro «conduttore» che apre con le sue vignette e incalza a distanza Bonanni dopo averci litigato in collegamento su La 7, e Max Paiella, che prova i suoi Minzolini e Belpietro e canta I want to break free. C’è il pm Antonino Ingroia («non sono venuto per esibirmi o per fare un comizio», dirà, ma per raccontare la sua storia di siciliano) e c’è Angelo Guglielmi, la storia di Raitre.
Arriva Maurizio Crozza, versione Marchionne. E poi Teresa de Sio, i Subsonica, Daniele Silvestri… Le operaie della Omsa sono in prima fila sotto il palco, in attesa di salire, già alle sette di sera, nei loro camici verdi.
La serata si scalda, si aspetta di capire cosa farà Michele Santoro nel suo ruolo «inedito», è passata l’intervista all’Olgettina girl Iris Berardi che dice «tutti i genitori sarebbero contenti di vedere i propri figli fare quello che ho fatto io» ma ad Arcore «andavamo a dormire se poi qualcuna andava in camera sua non lo so»; è passato il video di Renato Brunetta ormai stracult che si scaglia contro i precari, e la precaria del ministero del lavoro Maurizia Russo Spena può far sentire la sua voce al ministro almeno da Bologna, tra gli applausi… E nel pratone è «totosorpresa». Arriverà Adriano Celentano? Il suo staff dice di no, eppure qualcuno giura di averlo visto all’hotel Majestic e subito si sparge la voce, ma poi pare che no, non sarà lui il «super ospite». Si sussurra che arriverà Roberto Benigni. Poi il sussurro diventa una conferma. Serena Dandini manda il video su «Chi comanda in Italia», P2, P3, P4? E comprare Corrado Guzzanti con le sue improbabili ma a quanto pare molto plausibili logge, da «Aniene».
Non è la Rai, neanche questa. Non può essere la Rai, ma qualcosa è cambiato
fonte articolo 'Il Manifesto'
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Lungo via dei Carracci, la strada che costeggia la ferrovia, sfila una specie di corteo, a piedi e in bicicletta, che non si sa bene dove deve arrivare: «E da quella parte villa Angeletti? », tutti domandano. Si va a vedere la serata di Michele Santoro per i 110 anni della Fiom, «Signori entra il lavoro, tutti in piedi». Tutti in piedi nel parco, tantissimi ragazzi, sotto un palco quadrato circondato dal pubblico, lontano dagli studi televisivi, con un maxischermo in fondo al pratone e i monitor appesi alle torri delle luci e dell’amplificazione. Non è un talk show con il dibattito in studio, né è costruito come se lo fosse, come lo era invece Raiperunanotte, altra serata santoriana bolognese, l’Annozero fuori dal palinsesto perché c’era la campagna elettorale per le regionali, l’anno scorso, e i vertici Rai avevano deciso così: black out dell’informazione. Ma qualcosa, molto anzi, è cambiato anche da allora, quando pure quella serata dimostrò che era possibile rompere il meccanismo della tv generalista classica, anzi ormai vecchia, ostaggio dei partiti e del conflitto di interessi.
Le manifestazioni dei mesi scorsi e poi le elezioni amministrative e i referendum hanno dimostrato che “oscurare” non si può, perché il flusso della comunicazione, l’informazione trova altre strade nonostante i diktat, gli zelanti dirigenti berlusconiani e la commissione di vigilanza. Annozero nel palinsesto dell’autunno non c’è, ma l’ammaccato sire di Arcore e i suoi cortigiani non sono riusciti a cancellare quella voce.
Non che a viale Mazzini le cose vadano per il meglio. Solo ieri Fabio Fazio e Giovanni Floris hanno raggiunto l’intesa per i loro contratti. Invece Milena Gabanelli arriva al parco di villa Angeletti e chiarisce che i vertici della tv pubblica le hanno fatto una proposta impossibile, che «non tutela né me né i miei collaboratori». È la solita storia della copertura legale per Report che la Rai non intende assicurare, vecchio chiodo fisso dell’ex direttore generale Mauro Masi che a quanto parte ha fatto proseliti.
E così, dopo un altro anno di minacce, di tentativi di far saltare le trasmissioni sgradite e palazzo Grazioli, di pressing incessante su Raitre, arrivano qui i «senza contratto» della tv pubblica, per una battaglia comune, per la Costituzione, i diritti. E per il «Raipride», pure, come dice Serena Dandini che alle nove apre la serata in diretta su Current (che a fine luglio dovrà lasciare la piattaforma di Sky che non ha rinnovato il contratto, ancora) e in rete. «Sembra Woodstock», scherza la conduttrice quando il pratone è ormai pieno. Sono arrivati Vauro, l’altro «conduttore» che apre con le sue vignette e incalza a distanza Bonanni dopo averci litigato in collegamento su La 7, e Max Paiella, che prova i suoi Minzolini e Belpietro e canta I want to break free. C’è il pm Antonino Ingroia («non sono venuto per esibirmi o per fare un comizio», dirà, ma per raccontare la sua storia di siciliano) e c’è Angelo Guglielmi, la storia di Raitre.
Arriva Maurizio Crozza, versione Marchionne. E poi Teresa de Sio, i Subsonica, Daniele Silvestri… Le operaie della Omsa sono in prima fila sotto il palco, in attesa di salire, già alle sette di sera, nei loro camici verdi.
La serata si scalda, si aspetta di capire cosa farà Michele Santoro nel suo ruolo «inedito», è passata l’intervista all’Olgettina girl Iris Berardi che dice «tutti i genitori sarebbero contenti di vedere i propri figli fare quello che ho fatto io» ma ad Arcore «andavamo a dormire se poi qualcuna andava in camera sua non lo so»; è passato il video di Renato Brunetta ormai stracult che si scaglia contro i precari, e la precaria del ministero del lavoro Maurizia Russo Spena può far sentire la sua voce al ministro almeno da Bologna, tra gli applausi… E nel pratone è «totosorpresa». Arriverà Adriano Celentano? Il suo staff dice di no, eppure qualcuno giura di averlo visto all’hotel Majestic e subito si sparge la voce, ma poi pare che no, non sarà lui il «super ospite». Si sussurra che arriverà Roberto Benigni. Poi il sussurro diventa una conferma. Serena Dandini manda il video su «Chi comanda in Italia», P2, P3, P4? E comprare Corrado Guzzanti con le sue improbabili ma a quanto pare molto plausibili logge, da «Aniene».
Non è la Rai, neanche questa. Non può essere la Rai, ma qualcosa è cambiato
fonte articolo 'Il Manifesto'
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