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giovedì 10 marzo 2011
Una mano (sporca) lava l’altra di Marco Travaglio
La grande, anzi epocale Riforma della Giustizia non è quella strombazzata dal Nano e da Al Fano, i nuovi fratelli De Rege, e presentata ieri in pompa magna da Angelino Jolie al povero Napolitano: trattasi di legge costituzionale che, ammesso e non concesso che superi la doppia lettura parlamentare nei due anni che mancano a fine legislatura, non raccoglierà comunque i due terzi e dunque sarà sottoposto al referendum popolare. Serve a buttare in caciara i processi a B., spacciandoli come l'ennesima battaglia di una fantomatica “guerra fra politica e magistratura”. No, la vera riforma epocale è quella che si approva ogni giorno alla chetichella nelle aule parlamentari, che regalano l'impunità a questo o quel membro della casta-cosca, sempre tra il lusco e il brusco, nel silenzio generale. L'altroieri, per gli inquisiti impuniti di destra e di sinistra, è stata un'altra giornata radiosa: niente autorizzazione al Tribunale dei ministri per processare Pietro Lunardi che, quand'era alle Infrastrutture, è accusato di aver acquistato da Propaganda Fide per 3 milioni un palazzo di cinque piani che valeva 8 milioni e in cambio, mediatore Angelo Balducci, di aver procurato a Propaganda Fide un finanziamento di 2,5 milioni. Dei 548 deputati presenti, 290 han votato per salvarlo (Pdl, Lega, “responsabili” e un Mpa, Commercio, nomen omen), 208 per processarlo e ben 44 si sono astenuti: gli Udc e un bel po’ di finiani, compresi Briguglio, Della Vedova e Raisi (ma sì, che gliene importa di un ministro accusato di rubare milioni allo Stato per darli alla Chiesa e farsi la reggia a metà prezzo?). Altri cuordileone sono usciti dall'aula per non doversi neppure astenere: fra gli astenuti dall'astensione si segnalano Bocchino, Bongiorno, Napoli, Tremaglia e Urso, vivissimi complimenti anche a loro. Una menzione particolare merita il relatore Giuseppe Consolo, giurista finiano di chiara fama ma soprattutto fame, che ritiene reato ministeriale (sottoposto ad autorizzazione a procedere) anche lo stupro del ministro sulla segretaria purchè la vittima lavori al ministero, s'intende. “Sei stato grande!”, “Oggi era il tuo gran giorno!”, si sono congratulati con lui Bonaiuti (Pdl) e Castagnetti (Pd). Così, nel Fli, Fabio Granata è rimasto solo a difendere la legalità, insieme a dipietristi e il Pd. Tra i favorevoli a salvare Lunardi si segnala un certo onorevole Pietro Lunardi, che non è un omonimo: è proprio lui. Al termine di una lunga e tormentata crisi di coscienza, ha deciso di votare per se stesso. Già che c'erano, siccome una mano (sporca) lava l'altra, il Pdl e i radicali del Pd han salvato anche Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell'Ambiente, pure lui sotto inchiesta per corruzione al Tribunale dei ministri di Potenza: negata l'autorizzazione all'uso delle sue telefonate intercettate con i presunti complici. In pratica la Camera cestina le prove, così Alfonsino verrà assolto e qualcuno dirà pure che era un perseguitato. Dulcis in fundo, la Camera s'è costituita a difesa dell'ex onorevole Sgarbi nel conflitto di attribuzioni sollevato dalla Cassazione contro il Parlamento che aveva dichiarato insindacabile Sgarbi per i soliti insulti in tv ai pm milanesi. Sono le prove generali per il conflitto di attribuzioni pro-B. E per il salvataggio del Pd Alberto Tedesco, l'ex assessore di Vendola che, se non si fosse rifugiato in Senato dopo l'avviso per corruzione, sarebbe già in galera con i suoi presunti complici. Ieri, in giunta, ha detto di essere un perseguitato. La prova? “Prima che diventassi senatore non mi hanno mai arrestato: vogliono farlo proprio ora che sono senatore”. Triplo salto mortale carpiato con avvitamento: un indagato va in Senato prima che lo arrestino, poi arriva il mandato di arresto e lui dice: è la prova che mi perseguitano, dovete salvarmi dall'arresto. Quando il Senato era una cosa seria, uno così l'avrebbero preso a sberle. Invece gli han fatto i complimenti.
fonte articolo e vignetta 'Il Fatto Quotidiano'
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