Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
La tua opinione é importante, esprimila, lascia un commento ai post.
Prego gentilmente tutti quelli che postano la loro opinione scegliendo l'opzione 'Anonimo' di blogger di firmare il proprio commento. grazie. ros
sabato 26 febbraio 2011
L’Erode al trono di Marco Travaglio
(immagine tratta dal libro Delitto senza castigo di Birgitte Hamer)
Questi tempi radiosi per la democrazia verranno ricordati, fra l’altro, per lo sbocciare di un nuovo genere giornalistico: la smentita alla notizia mai data. Inventore e maestro il noto Minzolingua: ogni tanto il Tg1 diffonde risentiti comunicati di Palazzo Chigi per rettificare, ridimensionare, commentare, negare notizie del tutto sconosciute ai telespettatori superstiti, riconoscibili dall’inconfondibile espressione interrogativa sul viso (quella del “ma di che cazzo parli?”). Ieri il nuovo genere ha fatto il suo ingresso trionfale sul Pompiere della sera, grazie all’inviata Marisa Fumagalli, che con grave sprezzo del pericolo ha osato disturbare Vittorio Emanuele di Savoia e la sua signora “sulle nevi svizzere di Gstaad, dopo una giornata di tensione”: tema della conversazione, lo scoop del Fatto sul video in cui Sua Bassezza Reale, in cella a Potenza nel 2006, confidava giulivo ai compagni di sventura di aver ammazzato a fucilate un giovane di 19 anni e poi di aver “fregato” i giudici francesi scampando alla condanna. L’articolo si apre con una dolente frase di Marina Doria: “L’abbiamo visto insieme, quel video. Allucinante. Era chiaro lo stato di alterazione in cui Vittorio Emanuele si trovava. Del resto in carcere lo riempivano di barbiturici... L’hanno fatto anche bere... Ridotto a uno straccio, delirava”. Poi parla lui, l’Erode al trono, ma solo tramite la moglie ventriloqua, ben conscia dei danni che il marito è capace di fare quando apre bocca, anche senz’alcol o barbiturici: “Non ricordo di aver detto quelle cose. Hanno orchestrato un’ignobile montatura”. I lettori del Corriere si domandano: “Hanno orchestrato” chi? E come? E perché? Ma soprattutto: di che stiamo parlando? Quali “cose” non ricorda di aver detto?”. Sarebbe il momento di spiegare che il cosiddetto principe ha fatto e detto tutto da solo. Ma la duchessa Marisa Fumagalli di Val Cismon, dama di compagnia della Real Casa, se ne esce con una ricostruzione che nemmeno la buonanima di Falcone Lucifero, aiutante di campo di casa Savoia, avrebbe osato azzardare: “Le immagini riportate dal Fatto Quotidiano suonerebbero come confessione dell’omicidio... frasi smozzicate, spesso incomprensibili, intervallate da lunghe pause... (seguono alcune frasi dell’intercettazione ambientale, ndr). A senso, la ricostruzione sembra reggere”. Suonerebbero? Smozzicate? Incomprensibili? Bastano l’udito di una talpa e i riflessi di un bradipo per sentire e capire che Vittorio Emanuele confessa, mimandolo e dettagliandolo nei minimi particolari, l’omicidio di Dirk Hamer: “Ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua... che era... steso, passando attraverso la carlinga... pallottola 30-02”. Senza queste frasi decisive, opportunamente tagliate dalla duchessa Fumagalli (che cita solo quelle sulla truffa processuale), si può credere a tutto. Persino che – come scrive Sua Altezza Serenissima nel comunicato – “Il Fatto ha artificialmente montato il video con sette spezzoni per tentare di dare un senso compiuto alle mie frasi” (in effetti, dare un senso compiuto a quel che dice è impresa solitamente ardua, ma stavolta proprio no; quanto al montaggio di “sette spezzoni”, è una balla, visto che abbiamo messo in rete la sequenza completa di 6 minuti). O che – come confida Marina Doria – il marito fu “turlupinato ad arte” con barbiturici e alcolici (non si sa bene perché né da chi: dai pm di Potenza? dai compagni di cella? dal Fatto? dalla Spectre?). Come se si trattasse di un povero bebè incapace di intendere e volere che viene riempito di whisky e pasticche a sua insaputa. Del resto, chi può pensare che un uomo così sobrio, pressoché astemio, possa toccare alcolici di propria volontà? Eppoi, com’è noto alla letteratura araldica più accreditata, la prima cosa che fa un principe sbronzo e/o impasticcato è inventarsi fin nei minimi particolari un omicidio mai commesso. L’alcol, mischiato al sangue blu, va subito in aceto.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
condividi il post su
Questi tempi radiosi per la democrazia verranno ricordati, fra l’altro, per lo sbocciare di un nuovo genere giornalistico: la smentita alla notizia mai data. Inventore e maestro il noto Minzolingua: ogni tanto il Tg1 diffonde risentiti comunicati di Palazzo Chigi per rettificare, ridimensionare, commentare, negare notizie del tutto sconosciute ai telespettatori superstiti, riconoscibili dall’inconfondibile espressione interrogativa sul viso (quella del “ma di che cazzo parli?”). Ieri il nuovo genere ha fatto il suo ingresso trionfale sul Pompiere della sera, grazie all’inviata Marisa Fumagalli, che con grave sprezzo del pericolo ha osato disturbare Vittorio Emanuele di Savoia e la sua signora “sulle nevi svizzere di Gstaad, dopo una giornata di tensione”: tema della conversazione, lo scoop del Fatto sul video in cui Sua Bassezza Reale, in cella a Potenza nel 2006, confidava giulivo ai compagni di sventura di aver ammazzato a fucilate un giovane di 19 anni e poi di aver “fregato” i giudici francesi scampando alla condanna. L’articolo si apre con una dolente frase di Marina Doria: “L’abbiamo visto insieme, quel video. Allucinante. Era chiaro lo stato di alterazione in cui Vittorio Emanuele si trovava. Del resto in carcere lo riempivano di barbiturici... L’hanno fatto anche bere... Ridotto a uno straccio, delirava”. Poi parla lui, l’Erode al trono, ma solo tramite la moglie ventriloqua, ben conscia dei danni che il marito è capace di fare quando apre bocca, anche senz’alcol o barbiturici: “Non ricordo di aver detto quelle cose. Hanno orchestrato un’ignobile montatura”. I lettori del Corriere si domandano: “Hanno orchestrato” chi? E come? E perché? Ma soprattutto: di che stiamo parlando? Quali “cose” non ricorda di aver detto?”. Sarebbe il momento di spiegare che il cosiddetto principe ha fatto e detto tutto da solo. Ma la duchessa Marisa Fumagalli di Val Cismon, dama di compagnia della Real Casa, se ne esce con una ricostruzione che nemmeno la buonanima di Falcone Lucifero, aiutante di campo di casa Savoia, avrebbe osato azzardare: “Le immagini riportate dal Fatto Quotidiano suonerebbero come confessione dell’omicidio... frasi smozzicate, spesso incomprensibili, intervallate da lunghe pause... (seguono alcune frasi dell’intercettazione ambientale, ndr). A senso, la ricostruzione sembra reggere”. Suonerebbero? Smozzicate? Incomprensibili? Bastano l’udito di una talpa e i riflessi di un bradipo per sentire e capire che Vittorio Emanuele confessa, mimandolo e dettagliandolo nei minimi particolari, l’omicidio di Dirk Hamer: “Ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua... che era... steso, passando attraverso la carlinga... pallottola 30-02”. Senza queste frasi decisive, opportunamente tagliate dalla duchessa Fumagalli (che cita solo quelle sulla truffa processuale), si può credere a tutto. Persino che – come scrive Sua Altezza Serenissima nel comunicato – “Il Fatto ha artificialmente montato il video con sette spezzoni per tentare di dare un senso compiuto alle mie frasi” (in effetti, dare un senso compiuto a quel che dice è impresa solitamente ardua, ma stavolta proprio no; quanto al montaggio di “sette spezzoni”, è una balla, visto che abbiamo messo in rete la sequenza completa di 6 minuti). O che – come confida Marina Doria – il marito fu “turlupinato ad arte” con barbiturici e alcolici (non si sa bene perché né da chi: dai pm di Potenza? dai compagni di cella? dal Fatto? dalla Spectre?). Come se si trattasse di un povero bebè incapace di intendere e volere che viene riempito di whisky e pasticche a sua insaputa. Del resto, chi può pensare che un uomo così sobrio, pressoché astemio, possa toccare alcolici di propria volontà? Eppoi, com’è noto alla letteratura araldica più accreditata, la prima cosa che fa un principe sbronzo e/o impasticcato è inventarsi fin nei minimi particolari un omicidio mai commesso. L’alcol, mischiato al sangue blu, va subito in aceto.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
condividi il post su
Etichette:
attualità,
Dirk Hamer,
giornali,
minzolini,
Vittorio Emanuele di Savoia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento