Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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giovedì 20 gennaio 2011
’O Stellino ’nnammurato di Marco Travaglio
I cortigiani del latrin lover sono alla canna del gas: infatti son ridotti a citare ogni due per tre gli articoli di Piero Ostellino, aggiungendo che trattasi di un commentatore del Corriere, dunque comunista, quindi “non certo tenero”, ergo attendibile. In realtà Ostellino, dopo aver trascorso la prima metà della vita a incensare Craxi, ha deciso di passare la seconda a beatificare B. Ma sempre precisando che lui non sta con B., anzi, lui è un “liberale” (lo dice di continuo, per convincere soprattutto se stesso, anche perché è l’unico a crederci). Il guaio è che è innamorato perso e, per quanto lo mascheri, non riesce proprio a nasconderlo. L’idea di perdere, 18 anni dopo Craxi, il suo nuovo spirito guida lo angoscia a tal punto da indurlo a scrivere ogni giorno lo stesso articolo in sua difesa. Da qualche giorno sostiene che B., per carità, deve “difendersi davanti ai magistrati”. Ma che, nell’attesa (temiamo vana), i giornali non devono scrivere nulla: “La sede in cui verificare le accuse contestate non sono i media” e nemmeno “l’opinione pubblica” che, nonostante le quotidiane illuminazioni ostelliniane, sarebbe “frastornata dalle troppe notizie, spesso non sempre controllate”. Comprese – immaginiamo – quelle che ogni giorno pubblica il suo giornale. E le notizie, si sa, fanno male alla salute. Il bello di Ostellino è che, qualunque cosa dica, sfugge totalmente ai normali criteri della logica. Per cui riesce addirittura a sostenere, nello stesso articolo, tre tesi incompatibili fra loro.
1) “Di fronte a un’ipotesi di reato – soprattutto la prostituzione di una minorenne – è legittimo che la magistratura chiami B. a risponderne... come ogni altro cittadino”.
2) “Monitorare le persone che frequentano le abitazioni private” di B. è un “attacco”, una “violazione delle libertà individuali”, una “mostruosità giuridica e morale”, una “barbarie”.
3) “Alla magistratura è lecito chiedere di restare all’interno delle proprie funzioni, che non sono né politiche né morali”. Ma benedett’uomo: se un pm indaga su un giro di prostituzione, è ovvio che intercetti le eventuali prostitute. Non per incriminare queste, che non commettono reati, ma gli organizzatori e, in caso di minorenni, gli utilizzatori finali. E, se lo fa, non svolge funzioni politiche o morali, ma penali, visto che la legge punisce lo sfruttamento, il favoreggiamento della prostituzione e l’utilizzo di quella minorile. Accecato da Cupido, ‘O Stellino ‘nnammurato vede una grave “violazione della dignità delle donne”: ma non da parte di B. e della sua corte di ruffiani, papponi e mezzane, bensì da parte dei pm che “trasformano in prostitute – dopo averle intercettate e perquisite – le ragazze che frequentavano casa Berlusconi... la cui colpa è quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo”. In fondo che male c’è se, “consapevoli di essere sedute sulla propria fortuna, ne fanno – diciamo così – partecipe chi può concretarla?”. Wow! Ma questo è dolce stil novo! Al pover’uomo sfugge che pagare qualcuno perché recluti, istruisca, consegni a domicilio ragazze disponibili ad atti sessuali retribuiti, è un reato. E queste ragazze sono tecnicamente – in tutto il mondo – prostitute, senza bisogno che le toghe rosse le “trasformino”. E il “partecipe” è un delinquente. Scriviamo queste cose nel massimo rispetto del dramma di Ostellino, unico italiano rimasto (assieme a Bondi e Scilipoti) a credere a quel che racconta B. e a non accorgersi di vivere in un Truman Show dov’è tutto falso, finto, sceneggiato. L’altro giorno rivelava di non essere “mai stato invitato da B. in una delle sue abitazioni, tanto meno in compagnia di ragazze di bella presenza”. Dunque, per dire, non ha mai potuto ricevere nemmeno le cravatte con cui il Principale usa congedare frettolosamente Sallusti. È il momento di riparare: il Cavaliere inviti a Palazzo anche lui, lo renda “partecipe” di qualcosa, anche di seconda mano, fosse pure una farfallina d’argento o un bilocale in comodato in via Olgettina. Lui rifiuterà: certi servizietti li fa gratis. Ma sarà comunque un bel gesto.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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1) “Di fronte a un’ipotesi di reato – soprattutto la prostituzione di una minorenne – è legittimo che la magistratura chiami B. a risponderne... come ogni altro cittadino”.
2) “Monitorare le persone che frequentano le abitazioni private” di B. è un “attacco”, una “violazione delle libertà individuali”, una “mostruosità giuridica e morale”, una “barbarie”.
3) “Alla magistratura è lecito chiedere di restare all’interno delle proprie funzioni, che non sono né politiche né morali”. Ma benedett’uomo: se un pm indaga su un giro di prostituzione, è ovvio che intercetti le eventuali prostitute. Non per incriminare queste, che non commettono reati, ma gli organizzatori e, in caso di minorenni, gli utilizzatori finali. E, se lo fa, non svolge funzioni politiche o morali, ma penali, visto che la legge punisce lo sfruttamento, il favoreggiamento della prostituzione e l’utilizzo di quella minorile. Accecato da Cupido, ‘O Stellino ‘nnammurato vede una grave “violazione della dignità delle donne”: ma non da parte di B. e della sua corte di ruffiani, papponi e mezzane, bensì da parte dei pm che “trasformano in prostitute – dopo averle intercettate e perquisite – le ragazze che frequentavano casa Berlusconi... la cui colpa è quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo”. In fondo che male c’è se, “consapevoli di essere sedute sulla propria fortuna, ne fanno – diciamo così – partecipe chi può concretarla?”. Wow! Ma questo è dolce stil novo! Al pover’uomo sfugge che pagare qualcuno perché recluti, istruisca, consegni a domicilio ragazze disponibili ad atti sessuali retribuiti, è un reato. E queste ragazze sono tecnicamente – in tutto il mondo – prostitute, senza bisogno che le toghe rosse le “trasformino”. E il “partecipe” è un delinquente. Scriviamo queste cose nel massimo rispetto del dramma di Ostellino, unico italiano rimasto (assieme a Bondi e Scilipoti) a credere a quel che racconta B. e a non accorgersi di vivere in un Truman Show dov’è tutto falso, finto, sceneggiato. L’altro giorno rivelava di non essere “mai stato invitato da B. in una delle sue abitazioni, tanto meno in compagnia di ragazze di bella presenza”. Dunque, per dire, non ha mai potuto ricevere nemmeno le cravatte con cui il Principale usa congedare frettolosamente Sallusti. È il momento di riparare: il Cavaliere inviti a Palazzo anche lui, lo renda “partecipe” di qualcosa, anche di seconda mano, fosse pure una farfallina d’argento o un bilocale in comodato in via Olgettina. Lui rifiuterà: certi servizietti li fa gratis. Ma sarà comunque un bel gesto.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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