
1) “Di fronte a un’ipotesi di reato – soprattutto la prostituzione di una minorenne – è legittimo che la magistratura chiami B. a risponderne... come ogni altro cittadino”.
2) “Monitorare le persone che frequentano le abitazioni private” di B. è un “attacco”, una “violazione delle libertà individuali”, una “mostruosità giuridica e morale”, una “barbarie”.
3) “Alla magistratura è lecito chiedere di restare all’interno delle proprie funzioni, che non sono né politiche né morali”. Ma benedett’uomo: se un pm indaga su un giro di prostituzione, è ovvio che intercetti le eventuali prostitute. Non per incriminare queste, che non commettono reati, ma gli organizzatori e, in caso di minorenni, gli utilizzatori finali. E, se lo fa, non svolge funzioni politiche o morali, ma penali, visto che la legge punisce lo sfruttamento, il favoreggiamento della prostituzione e l’utilizzo di quella minorile. Accecato da Cupido, ‘O Stellino ‘nnammurato vede una grave “violazione della dignità delle donne”: ma non da parte di B. e della sua corte di ruffiani, papponi e mezzane, bensì da parte dei pm che “trasformano in prostitute – dopo averle intercettate e perquisite – le ragazze che frequentavano casa Berlusconi... la cui colpa è quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo”. In fondo che male c’è se, “consapevoli di essere sedute sulla propria fortuna, ne fanno – diciamo così – partecipe chi può concretarla?”. Wow! Ma questo è dolce stil novo! Al pover’uomo sfugge che pagare qualcuno perché recluti, istruisca, consegni a domicilio ragazze disponibili ad atti sessuali retribuiti, è un reato. E queste ragazze sono tecnicamente – in tutto il mondo – prostitute, senza bisogno che le toghe rosse le “trasformino”. E il “partecipe” è un delinquente. Scriviamo queste cose nel massimo rispetto del dramma di Ostellino, unico italiano rimasto (assieme a Bondi e Scilipoti) a credere a quel che racconta B. e a non accorgersi di vivere in un Truman Show dov’è tutto falso, finto, sceneggiato. L’altro giorno rivelava di non essere “mai stato invitato da B. in una delle sue abitazioni, tanto meno in compagnia di ragazze di bella presenza”. Dunque, per dire, non ha mai potuto ricevere nemmeno le cravatte con cui il Principale usa congedare frettolosamente Sallusti. È il momento di riparare: il Cavaliere inviti a Palazzo anche lui, lo renda “partecipe” di qualcosa, anche di seconda mano, fosse pure una farfallina d’argento o un bilocale in comodato in via Olgettina. Lui rifiuterà: certi servizietti li fa gratis. Ma sarà comunque un bel gesto.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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