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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 19 gennaio 2011

Seminfermità mentale di Marco Travaglio

Per spiegare Tangentopoli, il pm più spiritoso di Mani Pulite ripete spesso: “In ogni economia il numero dei ladri non può mai superare il numero dei derubati. Quando i ladri arrivano al 51% cominciano a derubarsi fra loro e il sistema implode”. Ora ci risiamo. Umilio Fede che fa la cresta sui “prestiti” del Cainano a Lele Mora è l’emblema di una corte famelica e predona, dove tutti derubano tutti e alla fine chi paga il conto è sempre Lui, il povero B. Una certa Faggioli ha fretta, “mi restano solo mille euro, devo fare cassa per forza”, e aspetta speranzosa un nuovo Bunga bunga. Ma corre voce che Lui “voglia ridurre le cene” e soprattutto i dopocena, così una tale Iris medita: “È ora che iniziamo a rubare qualcosa in casa”. Un’altra erinni ipotizza la soluzione finale: “Che palle 'sto vecchio, fra un po’ ci manda affanculo tutte quante... quella è la volta buona che lo uccido... vado io a tirargli la statua in faccia”. Cioè: lui s’illude di averle fulminate col suo charme, “volete mettere il piacere della conquista?”. E quelle, subornate dal partito dell’odio, lo chiamano “la nostra fonte di lucro”, “che schifo quell’uomo”, “l’ho visto out, ingrassato, imbruttito, più di là che di qua, è diventato pure brutto (prima invece era un figo pazzesco, ndr): deve solo sganciare. Spero sia più generoso, io non gli regalo un cazzo...”. Uno sciame di cavallette assatanate e sanguisughe parassite, tutte addosso a quel pover’ometto, fra l’altro anziano e gravemente malato, a succhiargli il sangue (anche). A lui che ha già dovuto pagare Craxi, finanzieri, giudici, Mills, un migliaio di parlamentari (i “responsabili” due volte, comprati e ricomprati), servi, giornalisti, giornalisti servi, papponi, ruffiani, mezzane, mignotte (due volte, per i Bunga bunga e poi per il silenzio), e ora deve pure comprarsi una fidanzata. E cos’è, un bancomat? Un caso di circonvenzione di incapace, ma di massa. E dire che lui, a modo suo, tentava di comunicare la sua infermità: quando ne faceva travestire qualcuna da infermiera è perché aveva bisogno di cure, altro che giochini erotici. Solo che quelle non capivano, e nemmeno Lele Mora, che così erudiva una pupa: “Visto che sarai l’infermiera ufficiale, devi fargli uno scherzo... devi prenderti su... quello che misura la pressione finto e poi un camicione”. Roberta: “Quello da dottoressa... con sotto niente ovviamente...”. Lele: “Lo devi comprare oggi... poi ti metti lo stetoscopio sulla camicina da infermiera e sotto le autoreggenti bianche...”. Roberta: “Guarda Lele lo faccio, ti giuro... non mi manca il coraggio”. Lele: “Gli dici: ‘Sorpresa! Sono l’infermiera, la devo visitare...’”. Roberta: “Una visita privata per accertarmi il suo stato di salute...”. Lele: “Esatto... sai quanto si diverte lui... da ridere da morire”. Roberta: “Infatti per quel poco che l’ho conosciuto sta allo scherzo”. Lele: “Sì, sì, fa il finto malato”. Roberta: “Sì, l’ha già fatto proprio ieri sera”. Lele: “Comunque impressione ottima, meravigliosa. Si prevede un grande futuro per te, amore”. Gente insensibile: quello sta male davvero e pensano che finga. Ora il povero infermo rischia grosso, anzi può dirsi fortunato: chiunque altro, al posto suo, sarebbe già in galera. Le richieste a Ruby “racconta cazzate, cerca di passare per pazza” in cambio di soldi sono un caso da manuale di inquinamento probatorio. Per molto meno c’è l’arresto in flagrante. Ma lui, volpino, ha l’asso nella manica. Dalla lettura delle carte già s’intravede l’arma segreta: basta coltivarla e tutto andrà per il meglio. Dia retta a noi, Cavaliere, che le vogliamo bene. Lasci perdere i cattivi consigliori che le rubano parcelle da favola e la mandano a sbattere con le solite leggi ad personam o le solite ricusazioni che non funzionano mai. Adotti la difesa di Michele Misseri modello Arcore. Si presenti in tribunale con un’infermiera armata di stetoscopio e pompetta per la pressione. Passare per pazzo, per lei, è più facile che per Ruby e per lo zio di Sarah: basta qualche cazzata di repertorio e il gioco è fatto. La seminfermità mentale non gliela leva nessuno.


fonte articolo e vignetta 'Il Fatto Quotidiano'
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