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di 'Per quel che mi riguarda'

domenica 16 gennaio 2011

Scudi subumani di Marco Travaglio

(vignetta bandanax)














Con tutto il rispetto per gli operai, specie quelli che hanno la fortuna di stare sotto Marchionne, il mestiere più usurante del mondo rimane quello del giornalista berlusconiano. O “terzista”, che è la stessa cosa. Questi scudi umani alla lingua ipertrofica passano la vita a nascondere le notizie su B. e, quando proprio non si può, si producono in acrobatiche e spericolate arrampicate sui cornicioni, giocandosi quel che resta della loro eventuale reputazione a difendere l’indifendibile. A dimostrare che così fan tutti, che male c’è, dov’è lo scandalo. A rovistare nei libri di storia alla ricerca di precedenti illustri. “E Kennedy, allora? Se la faceva con Marilyn Monroe”, disse lo zio Tibia Sallusti all’esplodere del caso Ruby. Ora denuncia “la violenza fisica e psicologica”: ma non dei vecchi malvissuti che sbavano nei Bunga bunga di Arcore, bensì dei pm che han teso “l’agguato” al sant’uomo che gli paga lo stipendio. Ancora sul Giornale, il sempre bisognoso Sgarbi scomoda Mozart, Giorgione, Tiziano, Bosch, Rita Pavone, Teddy Reno, Walter Block (giusto, ha scritto Difendere l’indifendibile) per dimostrare che il padrone non ha fatto nulla di male, parola di giureconsulto: “Non esiste il reato di scopata”. Su Libero il povero Facci si affanna a dimostrare che, in 17 anni, tutte le indagini su B. sono finite in “una comica, una parodia” (2 amnistie, 5 prescrizioni, 2 falsi in bilancio depenalizzati dallo stesso imputato, 3 processi in corso, 2 o 3 indagini aperte). Intanto i titolisti del Corriere inventano strani vocaboli della neolingua pompieresca, priva di attinenza con la realtà, pur di sopire e troncare i fatti, anche quelli raccontati dai cronisti del loro giornale che si ostinano a portare notizie anziché farsi i cazzi propri. Primo titolo sulla prima pagina del Corriere: “Le accuse dei pm, l’ira del premier”. Secondo titolo: “Disse di avere 24 anni. Mai rapporti con me”. Il povero lettore, munito di Gps satellitare, deve inoltrarsi nelle pagine interne per raccapezzarsi in quella giungla di titoli paraculi che mettono sullo stesso piano le panzane di B. e i fatti già accertati. Pigi Cerchiobattista, nel chiedere “la verità prima di tutto”, affianca due tesi opposte, come se avessero la stessa plausibilità.
1) “Berlusconi e tutto il Pdl si sentono bersaglio di un’ennesima offensiva giudiziaria sovraccarica di ostilità politica. È nel loro diritto crederlo e denunciarlo”. Infatti le “contestazioni infamanti” a B. sono state “rese pubbliche, con uno zelo che autorizza ogni malizioso accostamento temporale, proprio all’indomani della sentenza” della Consulta (se fossero uscite il giorno prima era meglio? Il giorno dopo cambiava qualcosa?).
2) “Se le accuse si rivelassero fondate, sarebbero ancor più gravi le implicazioni morali, istituzionali e politiche che rischiano di travolgere nel discredito il premier... e l’intero governo”. Rischiano di travolgere? Ma per screditare tutto e tutti bastano e avanzano i fatti già noti, sempreché i signori terzisti ne volessero prendere atto. Se il sesso fra B. e le minorenni è ancora da provare, sono già straprovati: il viavai di escort e minorenni nelle residenze del premier anche durante le visite di Putin; il vero mestiere della Minetti, pietosamente definita “soubrette”, “igienista dentale”, “consigliera regionale”; la telefonata depistante e intimidatoria alla Questura (ammessa alla Camera persino dall’imbarazzato ministro Maroni); le balle spaziali fin qui raccontate dal premier. Impermeabile ai fatti, il pompiere capo Massimo Franco lacrima perché, nonostante il suo piccolo estintore sempre in funzione, “la fiammata non è destinata a estinguersi rapidamente... ha l’aria di una guerra di posizione fra una parte della magistratura e il governo e può condurre a esiti imprevedibili” anche se – te pareva – “l’opposizione non ha voglia di usare lo scandalo per ritentare la spallata” al governo. Come scrive Sgarbi, “non c’è alcuna differenza tra fare un pompino e fare una conferenza”. Infatti c’è chi riesce a fare entrambe le cose contemporaneamente.

fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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