Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)

La tua opinione é importante, esprimila, lascia un commento ai post.

Prego gentilmente tutti quelli che postano la loro opinione scegliendo l'opzione 'Anonimo' di blogger di firmare il proprio commento. grazie. ros

Clicca per tornare nella Home

Clicca per tornare nella Home
di 'Per quel che mi riguarda'

giovedì 13 maggio 2010

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI di Galapagos

La tassa proposta ieri da Obama (un centesimo al barile) è davvero troppo poco fino a sembrare inutile, ma forse è simbolica e propedeutica per provvedimenti da prendere immediatamente. Per limitarci al petrolio, ogni giorno vengono trattati future per quasi un miliardo di barili, ben oltre dieci volte in più del petrolio commerciato.
I future sono pura speculazione e solo in microscopica parte servono a garantire gli operatori dalle oscillazioni dei prezzi. Tassare i barili future (ben più di un centesimo al barile) non è peccato, ma cosa giusta e saggia.
Quello che è accaduto prima con i mutui subprime e poi con la crisi greca è esemplificativo del dominio della speculazione che ha potuto operare e opera ancora liberamente scaricando ogni volta i
costi sui contribuenti. Mario Draghi, governatore di Bankitalia, alcuni giorni fa ha dichiarato che per battere la speculazione servono tempi lunghi: giusta osservazione, ma l’importante è iniziare, dare segnali concreti, magari piccoli. Nulla di questo sta accadendo: l’ira dei governi e delle istituzioni mondiali prende sempre di mira la gente comune e i lavoratori, vittime incolpevoli della speculazione. Che opera con la certezza di non essere mai chiamata a pagare per i danni planetari provocati.
L’ultima «decisione» assunta dall’Ue, cioè la modifica del trattato di Maastricht, muove in questa direzione. Il rigore viene imposto non alle banche e agli operatori finanziari, ma ai cittadini per interposta persona: obbligando gli stati al rigore. Tutti gli stati, perché il fenomeno dell’esplosione del debito pubblico ha dimensioni planetarie. E sul debito pubblico gli affari e la speculazione prosperano. In questa ottica nella cattolica Europa è stato impedito alla Grecia di fallire, dimentichi del «Padre nostro» che sostiene: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori». E non serve essere teologi per capire che i debiti non sono solo le nostre offese, i nostri peccati fatti a dio, ma c’è anche molto di materiale, perché i nostri debitori sono chi ci impedisce di vivere una vita normale e ci impone di sopravvivere in una vita fatta di sacrifici e sopraffazione.
Quello che emerge da Bruxelles è la pretesa di un gruppo di eurocrati, non eletti da alcuno, che vuole imporre un governo forte che regoli le nostre vite. L’alternativa non è tra nazionalismo egoista dei privilegi e presunta sovranità «internazionalista» della Ue. L’alternativa vera - che appare in tutta la sua evidenza con la svolta autoritaria con la quale si cerca di modificare il patto di Maastricht in soccorso del sistema finanziario responsabile della crisi - è tra il neoliberismo che vuole piegare, se non cancellare,la sovranità popolare e, dall’altra, la necessità di una direzione diversa delle varie società nazionali che deve essere orientata sul blocco sociale che la crisi paga e subisce.
E che vuole una globalizzazione, a partire dall’Europa, che difenda i diritti, l’occupazione e la produttività (ma non lo sfruttamento attuato con la flessibilità esasperata), la conoscenza e la società civile. E faccia pagare la crisi a chi l’ha provocata. Anche con i fallimenti. Perché - e i liberisti non possono negarlo - i fallimenti sono parte integrale dell’attività economica.

Fonte articolo 'Il Manifesto'

Articoli correlati:
Vittoria di Pirro per l’Unione europea di Loretta Napoleoni

QUE SE VAYAN TODOS di Galapagos

Nessun commento:

Posta un commento