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di 'Per quel che mi riguarda'

sabato 24 aprile 2010

EMERGENCY QUERELA LIBERO E IL GIORNALE: SONO SPAZZATURA di Davide Milosa

Strada contro i media che hanno attaccato gli operatori in Afghanistan














Pronti via e Gino Strada ha alzato subito il tiro annunciando querele nei confronti dei quotidiani Il Giornale e Libero. "Giornalismo spazzatura”, lo ha definito il fondatore di Emergency presente ieri alla conferenza stampa organizzata nella sede milanese assieme a Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani (in collegamento da Roma), i tre operatori liberati domenica scorsa, dopo nove giorni di carcere afghano. Un incontro molto atteso perché si trattava della loro prima uscita pubblica in Italia e perché c’era tanto da sentire e da capire.

Ma andiamo con ordine. In apertura Gino Strada ha annunciato l’avvio di un’inchiesta per calunnia contro ignoti da parte della procura di Roma. Calunnia ripetuta e aggravta contro i tre operanti italiani. Quindi, dopo aver confermato “la ferma volontà di riaprire l’ospedale di Lashkar Gah”, si è passati alle diffamazione a mezzo stampa. Nel mirino i due maggiori quotidiani filo-berlusconiani. “Li abbiamo denunciati – ha detto Strada - Il Giornale e non solo, anche l’altra mini-spazzatura che si chiama Libero”. Dopodiché il fondatore di Emergency ha mostrato la prima pagina del Giornale diretto da Vittorio Feltri, proprio il giorno in cui titolava sulle “confessioni shock” dei tre arrestati. “Si è scatenato il giornalismo spazzatura”. Immediata la risposta del Giornale che, si legge in una nota, “ha dato mandato ai propri legali di intraprendere ogni aziona a tutela della propria reputazione”. Sul punto è intervenuto anche Marco Garatti. “Sono state scritte delle cose infamanti”. Frasi ancor più dolorose, ha proseguito il medico bresciano “anche per quei nove giorni di carcere”. I tre, infatti, sono stati arrestati, assieme ad altri sei collaboranti afgani, l’11 aprile scorso all’interno dell’ospedale di Emergency a Lashkar Gah, nel sud dell’Afghanistan e accusati di aver partecipato a un complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand. All’interno dell’ospedale, successivamente chiuso, sarebbero state trovate delle armi: munizioni e due cinture esplosive. Totalmente scagionati dalle accuse di favorire il terrorismo i tre sono stati rilasciati il 18 aprile. Matteo Dell’Aira ha raccontato come al momento dell’arresto nessuno di loro si è reso veramente conto di cosa stava accadendo: “Sto scoprendo il grande affetto di tutto il popolo di Emergency”. Anche se la paura è stata tanta. “Pensavo – ha proseguito - che sarei potuto anche non uscire ma nello stesso tempo mi dicevo che sarei uscito con i miei compagni dopo un’ora”.

Resta, però, ancora oscuro chi “abbia potuto organizzare questa sporca provocazione”. Gino Strada appare fermo su questo. A dare una spiegazione dell’arresto ci ha provato invece Dell’Aria. “Il motivo di quello che è successo – ha detto - è legato al fatto che noi curiamo tutti i feriti e bisogna ricordare che il 40% sono bambini. Noi raccontiamo le loro storie e ricordiamo a tutti che la guerra non è una barzelletta, molti parlano senza aver visto nulla”. Matteo Pagani ha poi ricordato che “ciò che è stato fatto a noi è stato fatto anche ai cittadini afgani. Ma ciò che è grave è la chiusura dell’ospedale. I pazienti non hanno più nessuna cura”.

Il destino dell’ospedale di Lashkar Gah è stato uno dei punti importanti della conferenza. Strada ha assicurato la volontà di riaprire la struttura anche se prima “dobbiamo assicurarci che ci siano tutte le condizioni di sicurezza. Di certo non possiamo chiedere al governo di mettere dei militari perché diventeremmo un bersaglio. In questi giorni stiamo registrando il sostegno delle autorità afgane”.

Fonte articolo e foto 'Il Fatto Quotidiano'

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