
La degenerazione della guerra non ha limiti se arriva ad accusare di complotto chi porta aiuto alle persone che soffrono. La tensione in Afghanistan è alle stelle: il presidente americano. che sta continuando la guerra di Bush, nel suo viaggio lampo a Kabul avrebbe anche chiesto a Karzai di estromettere dal potere trafficanti di droga come il governatore di Kandahar, fratello del presidente afghano. In risposta, mentre le bombe occidentali continuano nel sud a colpire i civili, Karzai alza il tiro accusando gli occidentali non tanto, giustamente, dei bombardamenti ma soprattutto dei brogli elettorali da molti denunciati nel voto per la sua elezione. Il gioco si fa duro e qualcuno deve aver pensato, come in altre guerre, che è meglio eliminare tutti i testimoni di una guerra sporca, poco importa se quelli che ancora resistono sono le uniche persone che soccorrono la popolazione, se suppliscono ad uno stato che non esiste, se sono sempre stati dalla parte della popolazione che soffre, se non hanno fatto distinzioni tra i feriti, se non hanno chiuso le porte in faccia a nessuno, ma sempre chiedendo a tutti di lasciare le armi fuori dall’ospedale.
La loro colpa è di non essere stati al servizio dei signori della guerra, anzi di essere sempre stati contro la guerra, una colpa che molti hanno pagato con la vita. Questo non deve mai più succedere. Il nostro governo impegnato nella ricostruzione
del sistema giudiziario in Afghanistan compia finalmente un atto di giustizia chiedendo l’immediato rilascio dei medici arrestati, e cominci a far capire agli afghani che la giustizia si basa sul rispetto dei diritti civili e umani e non sulle accuse di complotto, modo sbrigativo usato dai dittatori per eliminare gli oppositori.
Fonte 'Il Manifesto'
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