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di 'Per quel che mi riguarda'

sabato 24 aprile 2010

I semi velenosi dei lumbard di Norma Rangeri

Si urlavano in faccia accuse di razzismo che rimbalzavano contro quelle di non rispettare le regole: mamme immigrate contro mamme italiane, avvelenate dall’aria di Adro. Le italiane difese dal sindaco leghista, le immigrate protette da Sandro Ruotolo impegnato in uno «dei collegamenti più difficili che mi sia capitato di fare» come confessava il giornalista in diretta dal paese del bresciano per la puntata di Annozero. E non si faceva fatica a credergli vedendo il clima di esasperata contrapposizione tra le donne riunite nella mensa della scuola per spiegare le loro ragioni.
Una serie di servizi dal nord squadernavano la realtà sociale, sempre più diffusa, di province e paesi dove ordinanze e provvedimenti tolgono agli immigrati servizi sociali di sostegno per le mense, per lo scuolabus, per la casa popolare. Negati per
spingere lo straniero più in là, in un paese magari confinante dove ancora esistono amministrazioni di civile accoglienza.
Fa paura la spavalda rivendicazione del sindaco di Cittadella che ha fatto la sua bella leggina per non dare la casa a un immigrato che è in Italia da 18 anni, lavoratore da 13, residente da 9, con 3 figli nati qui. Il primo cittadino ne va orgoglioso e davanti alle telecamere consiglia all’immigrato di andare a vivere in un altro comune. A dispetto di ogni logica, compresa quella delle nude cifre: 19,5 miliardi quello che gli immigrati pagano per tasse e contributi, 10,3 miliardi di euro quello che gli torna come spesa sociale, meno della metà.
È l’egemonia nordista della Lega, sono i frutti dell’ideologia sommati agli effetti
della crisi economica, e fuori dai cancelli della scuola di Adro, come nella mensa, a litigare sono donne, italiane e straniere, che hanno, tutte, i mariti in cassa integrazione.
Quando si chiede perché non va bene se un benefattore paga le rette, le italiane provano a ripetere che «le regole vanno rispettate», poi si bloccano quando Ruotolo domanda «quali regole», come se oltre alla ripetizione del ritornello del sindaco o degli slogan letti sui manifesti del Carroccio, non sapessero cosa dire.
Di fronte allo sfascio della convivenza perseguito anche la ministra Carfagna si sgancia «perché quando ci sono i bambini, i figli» non si può. Prendendo atto di una convivenza sempre più difficile con l’alleato. Ratificata ieri dalla diagnosi di Bossi: «Fini è contro il Nord, Berlusconi avrebbe dovuto sbatterlo fuori da tempo, le riforme non si faranno e noi saremo soli senza Berlusconi».

Fonte articolo 'Il Manifesto'


1 commento:

  1. ma, quelle mamme e quel sindaco, quando si alzano al mattino si guardano allo specchio?? che vergogna!!!!

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