Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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giovedì 15 aprile 2010
Emergency, Gino Strada: «È una vergogna per l'Italia». Intervista di Luca Fazio
"Il sequestro dei nostri colleghi è una vergogna per il nostro paese, è un fatto di una gravità inaudita".
L’arte della diplomazia è un dovere per il ministro degli esteri Frattini, ma Gino Strada sa cos’è l’Afghanistan e in queste ore molto delicate ritiene utile continuare ad alzare la voce per denunciare «questo scandalo internazionale». Perché è preoccupato, molto preoccupato.
Si sa qualcosa dei tre colleghi sequestrati?
Noi non abbiamo ancora notizie certe dei nostri tre colleghi e questa è una cosa gravissima e molto preoccupante. Non solo noi, ma tutti gli italiani hanno diritto di sapere dove sono e come stanno. Emergency ha appena nominato gli avvocati difensori per contestare le assurde accuse di terrorismo, ma come possono incontrarli se ancora nessuno sa dove siano esattamente? Questo è uno scandalo internazionale. Mi chiedo se il governo inglese, francese o tedesco si fossero trovati in queste condizioni, con tre loro cittadini sequestrati da uno stato straniero, quanti minuti ci avrebbero messo a risolvere la situazione. Forse dieci minuti... Io mi domando come si permettono questi signori di trattare in questo modo il governo italiano, dopo che gli eserciti di mezzo mondo spendono un miliardo di euro l’anno per mantenerli al potere. Per risolvere la situazione basterebbe una sola telefonata, basterebbe dire liberate immediatamente i nostri cittadini o noi ce ne andiamo da questo paese.
Il ministro Frattini ieri ha detto che i vostri colleghi stanno bene e che la prossima settimana saranno trasferiti a Kabul, e che forse uno dei tre, qualora non ci fossero addebiti nei suoi confronti, sarà presto liberato. Non sono buone notizie?
Che stanno bene è una notizia che risale a domenica scorsa, perché li ha visti l’ambasciatore, solo che nei giorni successivi ha chiesto di poterli rivedere nuovamente e gli è stato sempre detto di no. Inoltre, spero che gli addebiti dell’uno siano validi anche per gli altri, sarebbe bello.
La tua è un’accusa al nostro governo che non ha fatto abbastanza?
Il nostro governo aveva e ha il dovere di alzare la voce per sapere immediatamente dove sono e come stanno i nostri colleghi e invece non lo ha fatto. E’ incredibile che non siano nemmeno capaci di avere notizie certe dai governanti di un paese sotto occupazione militare, non basta prendere contatti con dei cialtroni inaffidabili come
hanno fatto fino ad ora per venirci a dire che si stanno intavolando delle trattative. Li devono rilasciare immediatamente, c’è poco altro da trattare. E vergognoso l’atteggiamento del governo italiano.
Siete stati costretti ad abbandonare l’ospedale di Lashkar Gah, significa che Emergency potrebbe anche decidere di lasciare l’Afghanistan?
In queste ore non abbiamo pensato a nient’altro che alla sorte dei nostri tre amici, affronteremo questo problema non appena li avranno liberati. Quella degli ospedali di Emergency in Afghanistan adesso è una situazione molto complessa.
Come si organizza in poche ore una manifestazione così importante come quella di sabato a Roma in piazza Navona?
Sono convinto che sarà una grande manifestazione di testimonianza, credo proprio che parteciperanno molte persone. Non solo perché l’appello pubblicato sul nostro sito, che in queste ore è spesso impallato, ha già raccolto oltre 275 mila adesioni, ma perché sono convinto che gli italiani saranno pronti a schierarsi con chi sta con gli ospedali e non con chi attacca gli ospedali.
Dopo anni di avvilente silenzio si torna a parlare di guerra e di Afghanistan, che impressione ti fa questo spiacevole ritorno sulla ribalta?
La situazione in questo paese è disperante, della guerra non frega niente a nessuno, ma credo proprio che questa volta si sia passato il segno, che qualcuno abbia commesso un passo falso. Siamo di fronte a un fatto di una gravità inaudita. Il sequestro dei nostri colleghi è una vergogna per il nostro paese, si tratta né più né meno della cancellazione dello stato di diritto. Per l’Italia questa è una sconfitta, il nostro paese viene umiliato nonostante abbia più volte dato prova di servilismo -
con questo e con i passati governi - e nonostante continui a spendere centinaia di milioni di euro per fare la guerra mentre in Italia migliaia di persone perdono il lavoro per la crisi.
Berlusconi ha scritto al presidente Karzai, se tutto finirà bene probabilmente se ne attribuirà il merito...
Se davvero il capo del governo li tirerà fuori da dove sono, allora il merito glielo darò anche io.
Adesso, più che sconcertato, sembri molto preoccupato.
Sì, lo sono. Non è un buon segnale non avere avuto ancora notizie certe e inequivocabili sulle loro condizioni. Spero solo che nessuno si permetta di alzare un dito. Altrimenti davanti a tutti dovranno risponderne il governo dell’Italia, dell’Afghanistan e dell’Inghilterra. Lo ripeto: basterebbe fare una telefonata al presidente Karzai per liberarli immediatamente.
Che ruolo hanno avuto gli inglesi in questa faccenda?
Agli inglesi è stata assegnata quell’area dell’Afghanistan, è in quelle zone che stanno preparando la campagna di primavera, cioé stanno semplicemente pianificando altri assassini nel silenzio più totale. E noi stiamo perdendo la nostra dignità nazionale.
Fonte intervista 'Il Manifesto'
Link collegati: Emergency: La farsa afghana di Giuliana Sgrena
Coraggio, fateli ammazzare di Marco Travaglio
Dal tifo alla peste di Oliviero Beha
Frattini dry di Marco Travaglio
L’arte della diplomazia è un dovere per il ministro degli esteri Frattini, ma Gino Strada sa cos’è l’Afghanistan e in queste ore molto delicate ritiene utile continuare ad alzare la voce per denunciare «questo scandalo internazionale». Perché è preoccupato, molto preoccupato.
Si sa qualcosa dei tre colleghi sequestrati?
Noi non abbiamo ancora notizie certe dei nostri tre colleghi e questa è una cosa gravissima e molto preoccupante. Non solo noi, ma tutti gli italiani hanno diritto di sapere dove sono e come stanno. Emergency ha appena nominato gli avvocati difensori per contestare le assurde accuse di terrorismo, ma come possono incontrarli se ancora nessuno sa dove siano esattamente? Questo è uno scandalo internazionale. Mi chiedo se il governo inglese, francese o tedesco si fossero trovati in queste condizioni, con tre loro cittadini sequestrati da uno stato straniero, quanti minuti ci avrebbero messo a risolvere la situazione. Forse dieci minuti... Io mi domando come si permettono questi signori di trattare in questo modo il governo italiano, dopo che gli eserciti di mezzo mondo spendono un miliardo di euro l’anno per mantenerli al potere. Per risolvere la situazione basterebbe una sola telefonata, basterebbe dire liberate immediatamente i nostri cittadini o noi ce ne andiamo da questo paese.
Il ministro Frattini ieri ha detto che i vostri colleghi stanno bene e che la prossima settimana saranno trasferiti a Kabul, e che forse uno dei tre, qualora non ci fossero addebiti nei suoi confronti, sarà presto liberato. Non sono buone notizie?
Che stanno bene è una notizia che risale a domenica scorsa, perché li ha visti l’ambasciatore, solo che nei giorni successivi ha chiesto di poterli rivedere nuovamente e gli è stato sempre detto di no. Inoltre, spero che gli addebiti dell’uno siano validi anche per gli altri, sarebbe bello.
La tua è un’accusa al nostro governo che non ha fatto abbastanza?
Il nostro governo aveva e ha il dovere di alzare la voce per sapere immediatamente dove sono e come stanno i nostri colleghi e invece non lo ha fatto. E’ incredibile che non siano nemmeno capaci di avere notizie certe dai governanti di un paese sotto occupazione militare, non basta prendere contatti con dei cialtroni inaffidabili come
hanno fatto fino ad ora per venirci a dire che si stanno intavolando delle trattative. Li devono rilasciare immediatamente, c’è poco altro da trattare. E vergognoso l’atteggiamento del governo italiano.
Siete stati costretti ad abbandonare l’ospedale di Lashkar Gah, significa che Emergency potrebbe anche decidere di lasciare l’Afghanistan?
In queste ore non abbiamo pensato a nient’altro che alla sorte dei nostri tre amici, affronteremo questo problema non appena li avranno liberati. Quella degli ospedali di Emergency in Afghanistan adesso è una situazione molto complessa.
Come si organizza in poche ore una manifestazione così importante come quella di sabato a Roma in piazza Navona?
Sono convinto che sarà una grande manifestazione di testimonianza, credo proprio che parteciperanno molte persone. Non solo perché l’appello pubblicato sul nostro sito, che in queste ore è spesso impallato, ha già raccolto oltre 275 mila adesioni, ma perché sono convinto che gli italiani saranno pronti a schierarsi con chi sta con gli ospedali e non con chi attacca gli ospedali.
Dopo anni di avvilente silenzio si torna a parlare di guerra e di Afghanistan, che impressione ti fa questo spiacevole ritorno sulla ribalta?
La situazione in questo paese è disperante, della guerra non frega niente a nessuno, ma credo proprio che questa volta si sia passato il segno, che qualcuno abbia commesso un passo falso. Siamo di fronte a un fatto di una gravità inaudita. Il sequestro dei nostri colleghi è una vergogna per il nostro paese, si tratta né più né meno della cancellazione dello stato di diritto. Per l’Italia questa è una sconfitta, il nostro paese viene umiliato nonostante abbia più volte dato prova di servilismo -
con questo e con i passati governi - e nonostante continui a spendere centinaia di milioni di euro per fare la guerra mentre in Italia migliaia di persone perdono il lavoro per la crisi.
Berlusconi ha scritto al presidente Karzai, se tutto finirà bene probabilmente se ne attribuirà il merito...
Se davvero il capo del governo li tirerà fuori da dove sono, allora il merito glielo darò anche io.
Adesso, più che sconcertato, sembri molto preoccupato.
Sì, lo sono. Non è un buon segnale non avere avuto ancora notizie certe e inequivocabili sulle loro condizioni. Spero solo che nessuno si permetta di alzare un dito. Altrimenti davanti a tutti dovranno risponderne il governo dell’Italia, dell’Afghanistan e dell’Inghilterra. Lo ripeto: basterebbe fare una telefonata al presidente Karzai per liberarli immediatamente.
Che ruolo hanno avuto gli inglesi in questa faccenda?
Agli inglesi è stata assegnata quell’area dell’Afghanistan, è in quelle zone che stanno preparando la campagna di primavera, cioé stanno semplicemente pianificando altri assassini nel silenzio più totale. E noi stiamo perdendo la nostra dignità nazionale.
Fonte intervista 'Il Manifesto'
Link collegati: Emergency: La farsa afghana di Giuliana Sgrena
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