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di 'Per quel che mi riguarda'

martedì 26 ottobre 2010

Noi e il Pd di Marco Travaglio

L’abbonato Savino A. ci scrive: “Sono un ‘vecchio’ iscritto al Pci e a tutte le forme di partito seguite alla sua trasformazione. Sono due anni che non rinnovo la tessera. Non perché sono in disaccordo, ma perché sul mio territorio non ho più riferimenti di sezione. Vorrei sapere perché Travaglio e Telese trovano sempre un motivo per attaccare i vertici Pd. Per voi è meglio il populismo di Di Pietro, che poi in piazza porta pochissima gente? Il Popolo viola è composto maggiormente da persone che votano Pd. E Beppe Grillo cosa fa per le fabbriche che perdono lavoratori e chiudono andando all’estero? Cerca solo di creare scontento verso il maggior partito di opposizione per rubare voti. Abbiamo cavalcato la ‘simpatia’ per Fini, ma alla fine cosa ha fatto? Ho 63 anni e la licenza di avviamento industriale, sono un ‘povero autodidatta’ e come ex tipografo la curiosità dello scritto l’ho sempre avuta. Conosco Massimo Fini dai tempi di Linus, Chierici quando stava su altri periodici, altri li ho visti crescere giornalisticamente, non sempre d’accordo su ciò che scrivevano e scrivono, ma li ho sempre letti con attenzione, ma perché Travaglio odia il Pd?”. Caro signor Savino, è vero: critichiamo spesso e volentieri il Pd. Significa che lo “odiamo”? Non direi. Anzitutto sappiamo distinguere questa classe dirigente decrepita del Pd, che da trent’anni esibisce sempre le stesse facce e si trascina dietro errori madornali (mai una legge antitrust, mai una legge sul conflitto d’interessi, mai una legge che facesse funzionare la giustizia...), da una base di milioni di elettori che meriterebbero di meglio. E poi il Fatto ha una linea politica semplice e chiara: la Costituzione. Apprezziamo ed elogiamo chiunque la difende e si batte per attuarla fino in fondo, a sinistra e a destra (compresi, quando lo fanno, Grillo, Di Pietro e Fini, senza il quale il “processo breve” e il bavaglio sulle intercettazioni sarebbero legge). Detestiamo e critichiamo chi la calpesta e la sfigura, con parole, opere e “riforme”, a destra e a sinistra. Sarebbe bello poter dire che gli attacchi alla Costituzione vengono solo da destra, ma non è così. Ricorda la Bicamerale, che trattava la Costituzione come un ferrovecchio e voleva riscriverne tutta la seconda parte? La presiedeva l’allora leader Ds D’Alema, tuttoggi azionista di maggioranza del Pd. Non ha cambiato idea. E nemmeno Violante, responsabile Pd per le riforme: dopo aver suggerito al Pdl varie schifezze che attentano all’indipendenza della magistratura, è stato invitato come docente alla scuola quadri del Pdl e, naturalmente, ha accettato. Quando, ad Annozero, il segretario Bersani si è impegnato a difendere “la Costituzione più bella del mondo”, ho scritto un articolo intitolato “Elogio di Bersani”. Mi auguravo che avvertisse Violante che la Costituzione va bene così. Invece Violante ha seguitato a fare il suggeritore di Alfano, consigliandogli porcate che non erano venute in mente neppure ai berluscones. E Bersani zitto. Ora Alfano presenta la controriforma costituzionale della magistratura e sottolinea che è copiata dalla “bozza Boato” della Bicamerale, approvata nel ‘98 da tutti i partiti – eccetto Rifondazione – quando la maggioranza l’aveva il centrosinistra: separazione di fatto delle carriere di pm e giudici, sdoppiamento del Csm, priorità sui reati da perseguire e da trascurare decise dal Parlamento, nuovi poteri di interferenza del Guardasigilli nell’indipendenza dei magistrati. Se quella bozza non entrò nella Costituzione, fu solo grazie a B., che rovesciò il tavolo perché pretendeva pure l’amnistia (fu poi accontentato nel 2006 con l’indulto). Ora la ripropone pari pari. Con quale faccia il Pd, guidato da quasi tutti i dirigenti Ds e Ppi che approvarono la controriforma in Bicamerale, può opporsi credibilmente alla controriforma Alfano che ne è la fotocopia? Quando il Pd si darà una nuova classe dirigente immune dagli inciuci degli ultimi 16 anni e s’impegnerà a non ricascarci, saremo felici di credergli. E, se manterrà le promesse, di elogiarlo.

Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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