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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 13 ottobre 2010

Sinistra in campo di Norma Rangeri

A ridosso della probabile crisi di governo, sotto i tempi stretti di elezioni anticipate, quando la democrazia fatica a reggere la crisi di sistema, Vendola e Bersani si incontrano e mettono insieme due debolezze (un leader senza partito e un partito senza leader), per farne una forza. Stringono l’alleanza per un «governo di scopo» funzionale al cambiamento della legge elettorale. Ipotesi all’inizio esclusa dal governatore pugliese, che invece ora mostra di crederci.
Il segretario del Pd e il leader di Sinistra e Libertà siglano il «patto di consultazione per il programma» e alle primarie, qualcosa di meno di un accordo di governo, molto di più di cartello elettorale. È la sinistra che si muove e fa il primo passo.
Più che un cantiere di ristrutturazione o di rifondazione (se la parola non fosse stata nel frattempo consumata) servirebbe un atto di fondazione dell’alternativa. Per sostituire alla retorica del berlusconismo un progetto nazionale. Per capire cosa dire sulla pace e sulla guerra, sul nucleare, sulla lotta di classe ai tempi di Marchionne, sul pubblico e sul privato, sull’immigrazione, sulla rappresentanza delle domande che nascono dalla crisi quando il distacco tra politica e società ha superato i livelli di guardia e un astensionismo anomalo minaccia la tenuta istituzionale. Per riunificare il paese.
Un vasto programma senza il quale, a questo tornante della crisi politica, si rischia di perdere definitivamente e ritrovarsi un parlamento che elegge Berlusconi alla presidenza della repubblica. Un finale di partita che alla fine ha rotto il centrodestra e fatto uscire allo scoperto la Confindustria contro il governo.
Le forze della sinistra prendono l’iniziativa. Ciascuno nel suo campo. Bersani deve rendere credibile l’alternativa, coltivare il nuovo Ulivo con un partito che ha perso forza di attrazione fino al punto di vederlo scendere nei sondaggi proprio quando il centrodestra è lacerato dalla guerra tra i gruppi di interesse che lo compongono. Vendola deve stare molto attento a non immaginare fughe solitarie lasciando dietro di sé minoranze politiche e movimenti destinati a restare inascoltati e a perdere se non si costruisce uno sbocco politico.
Un passaggio complesso, «storico», come lo ha definito Bersani ieri quando, insieme a Vendola, è sceso in strada a dare l’annuncio ai giornalisti.
È un primo passo (persino in ritardo), di buon augurio se questo pranzo romano allude a un ricco menu ricostituente, necessario per rianimare e nutrire l’esangue sinistra.

Fonte articolo 'Il Manifesto'
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