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di 'Per quel che mi riguarda'

venerdì 13 agosto 2010

Prendono tutto di Andrea Fabozzi

(vignetta tratta dal blog di Daniele Martinelli)
Non sarà ad agosto che il partito democratico riuscirà a recuperare l’inerzia di questi due anni. Durante i quali non ha prodotto un’idea di governo né un’ipotesi di coalizione alternativa a quella vincente. Un’idea di governo non significa qualche proposta, per quanto apprezzabile, in campo economico. Non basta un piano anti Tremonti per proporsi di succedere a Berlusconi. Come dimostra il fatto che a un certo punto a Bersani è sfuggito di candidare proprio Tremonti. Successivamente dal partito democratico sono arrivati apprezzamenti e inviti per Fini, Pisanu, Casini e, ieri, Montezemolo. Da «vogliamo tutto» a «prendiamo tutto».
La sfavillante imbranataggine del Pd l’abbiamo vista nel tentativo di evitare le elezioni. Considerate già perse. Bersani ha detto a gran voce di non credere ai sondaggi di Berlusconi. Ma si è mosso come se ci credesse.
Da qui la proposta di governo di transizione. Da qui, e dal progetto di cambiare la legge elettorale per eliminare definitivamente il rischio di dover proporre una coalizione e candidarsi a governare. Per sopravvivere ancora un po’ andrebbe bene se non Tremonti (perché non ci sta) almeno Pisanu. Un vecchio amico di Flavio Carboni per dimenticare il governo svergognato da Flavio Carboni. Originale. Resta il fatto che le elezioni potrebbero essere inevitabili. Allora ci sarebbe Casini. L’ultima idea del Pd che a furia di moltiplicare pensatoi e scuole di politica ha capito che, nel dubbio, un vecchio democristiano è sempre la soluzione migliore. Cercavano un papa straniero, si accontenterebbero di un bel prete.
A parte la sindrome del «facevamo schifo» per la quale al dunque si butta via ogni candidato con qualche cromosoma di sinistra, tra i democratici dev’essersi diffusa un’amnesia. Non ricordano tutte le volte in cui Casini ha annunciato di voler distruggere il centrosinistra e succedere a Berlusconi nella guida dei moderati. Non ricordano nemmeno che alle regionali per fare posto all’Udc hanno dovuto cacciare la sinistra, e hanno perso. O lo ricordano e preferiscono il suicidio a Vendola.
Più di tutti, però, impazziscono per Fini. Hanno il sicuro fiuto di chi sceglie sempre il cavallo perdente. Concentrati nella difesa dei «finiani» dai traditori rimasti con Berlusconi, i democratici e la stampa che li sostiene hanno scoperto il valore di parole come fedeltà e gratitudine, le stesse sulle quali il cavaliere ha costruito la sua fortuna politica. La conversione socialista del vecchio fascista li ha abbagliati.
C’è un preoccupante precedente di percorso inverso, ma tranquilli. Era il più grande statista del secolo solo fino a qualche anno fa.

Fonte articolo 'Il Manifesto'


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