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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 12 luglio 2010

Il silenzio del PD di Valentino Parlato

Il titolo di prima pagina del manifesto di ieri era pesante: «Crisi di governo». Diagnosi esatta, lo conferma il titolo di prima pagina de Il Giornale (di proprietà di Berlusconi): «Patto per imbarcare Casini. Il nuovo governo nasce a casa Vespa» (di proprietà di Propaganda Fide). Se nasce il nuovo governo, significa che l’attuale è morto. Ma anche il nuovo è morto in sala parto. Lo sciopero dei giornali è stato un pesante voto di sfiducia, tale da influire anche sulla seconda morte. Il «Patto per imbarcare Casini » è saltato perché Casini vuole entrare al governo con tutti gli onori: esige una vera crisi di governo e nel frattempo a Palermo il suo partito entra nel governo di Raffaele Lombardo, che è in totale rottura con Berlusconi. Ma c’è di più. La cena a casa Vespa ha fatto infuriare la Lega che, per bocca di Maroni, ha detto che queste trattative sono inammissibili e che mai potrà esserci un governo con Casini altrimenti il Carroccio aprirà la crisi. E non solo. La Lega – come molti nel Pdl – comincia a pensare al dopo Berlusconi e rinsalda ed esibisce l’alleanza con Tremonti, che è diventato il più pesante avversario di Berlusconi. Anche lui pensa al dopo, in una situazione in cui – cito l’editoriale del Giornale - «è chiaro a tutti che così non si può più andare avanti».
A questo punto Berlusconi potrebbe subire la sfida e aprire subito la crisi. Ma non può lasciare per aria la manovra economica (e Tremonti) e la autoassolutoria legge sulle intercettazioni. La crisi di governo c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Ma la sinistra che fa? C’è? L’Unità di ieri mette solo a pagina 11 una dichiarazione di Bersani. Il titolo è: «Bersani: quadro allucinante, il governo riferisca in aula». Francamente il segretario del Pd sembra un po’ allucinato. Di fronte a questa situazione sa solo dire che il governo deve riferire in aula. Aggiungo altre «tempestive » dichiarazioni di Bersani alla scuola di formazione del Pd a Venezia: «I problemi del paese non si risolvono a tavola», «purtroppo può esserci un rilancio pericoloso». Mi dispiace dirlo ma sono frasi irresponsabili, di uno che sembra appena sbarcato dalla luna. Ma questo è il Pd di oggi. Incapace di governare nel secondo governo Prodi e, oggi, ancora più incapace di fare opposizione. Detto più rozzamente, di fare politica. Insomma, l’avversario è in piena crisi e non c’è un’iniziativa, nessun appello alla mobilitazione di un popolo che ha cominciato a stancarsi del berlusconismo, dei tagli, delle promesse mancate, dell’abbassamento del tenore di vita di larga parte della popolazione. Viene il sospetto che in questa situazione il Pd abbia paura di assumersi una responsabilità di governo. Ma se
siamo a questo c’è solo da augurarsi una dissoluzione dell’attuale gruppo dirigente del Pd e che, fuori dai giochi della politica, nella società nascano e si incontrino movimenti per ricostruire una forza di ispirazione socialista per cambiare lo stato delle cose e la condizione umana di tantissimi che subiscono i danni della crisi e di
questo governo.
Ps: oggi il manifesto pubblica un appello per l’unità della sinistra con tante firme di compagni e di cittadini, e l’unità si fa su obiettivi chiari. Facciamolo nostro. Chiediamo altre firme e iniziative chiare.

Fonte articolo 'Il Manifesto'

link collegati:

Il patto della prostata di Marco Travaglio

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