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di 'Per quel che mi riguarda'

martedì 24 agosto 2010

Cercasi un'idea. Di società di Ida Dominijanni

(vignetta bandanax)
Invece che dall'ultima puntata della soap politica, Italo Bocchino che propone a Berlusconi di scaricare la Lega, imbarcare il nascente terzo polo e piazzarsi al centro per l'eternità come la vecchia Dc, parto da tre notizie disparate di cronaca, una allegra (e da verificare), due orrende e purtroppo certe. Prima notizia, Gianna Nannini che, sostiene «Chi», aspetta un figlio: 54 anni, un sogno realizzato e una bomba sui perbenisti di centro, di destra e di sinistra colpiti al cuore dall'ennesimo caso «eticamente sensibile»: magnifico. Seconda notizia: a Soverato, centro turistico della cosa jonica a dieci chilometri da dove sto scrivendo questo pezzo, ieri l'altro è stato freddato un quarantenne già pregiudicato per fatti di droga e 'ndrangheta: al tramonto, sulla spiaggia, davanti alla moglie, al figlio e ad altri bagnanti, da due killer in moto. Pare un segno chiaro della cosiddetta «faida dei boschi» in corso da mesi nelle Serre fra Jonio e Tirreno, ma un fatto così efferato non era mai accaduto in una zona fino a pochi anni fa risparmiata dagli agguati mafiosi e positivamente nota alle cronache, fra l'altro, per le politiche di accoglienza degli immigrati: che cosa, quale «sviluppo», è intervenuto in pochi anni a stravolgere tanto un territorio, e che cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi? Terza notizia, da Partanna, nel trapanese, dove l'ennesimo marito ha ucciso l'ennesima moglie che voleva separarsi e poi si è ucciso a sua volta, ennesimo segno di una faida maschile contro l'autonomia femminile le cui vittime, a sud e a nord, non si contano più.
Sono tre notizie scelte a caso, altre se ne potrebbero scegliere, giusto per dire che ci sono cose di cui sarebbe bello sentire parlare nella prossima, e ormai pressoché certa, campagna elettorale, e di cui invece siamo rassegnati in partenza a non sentire parlare. Cose che darebbero il senso dell'idea di società che distingue le forze politiche in campo, del loro radicamento sul territorio, della loro idea della libertà e della legalità, della criminalità e dei diritti, dell'unità d'Italia, dello sviluppo, del federalismo eccetera eccetera.
Invece siamo allegramente avviati e avvitati in un gioco di formule in cui l'una vale l'altra purché faccia maggioranza, e in cui i colpi di scena sono direttamente proporzionali non più alla crisi ma all'assenza d'identità delle sigle politiche coinvolte.
L'ultima trovata, quella di Bocchino appunto, è campata in aria quanto altre, ma è felicemente spiazzante dell'idea che la rottura del fronte berlusconiano porti automaticamente acqua al mulino del centrosinistra o comunque di un fronte alternativo a Berlusconi: non è affatto detto, come si vede, e non solo perché il trasformismo ha cento vite, ma perché ha ragione Nicola Zingaretti quando dice che Fini lavora per sconfiggere il Pd meglio di Berlusconi e non per farci un'alleanza contro Berlusconi. E può trovare al centro molti compagni d'avventura per questa bisogna: le «conventio ad excludendum» in Italia funzionano sempre a senso unico.
Di più: nella proposta di Bocchino, il Pd diventa esplicitamente un oggetto di smembramento e conquista, da spaccare e in parte annettere al nuovo centro. E del resto, è a conquistare l'elettorato del Pd che punta altresì, da sinistra, la candidatura di Vendola alle primarie. E dunque, gira e rigira, la crisi del sistema politico porta sempre lì, all'identità e ai destini del principale partito della sinistra.
È sicuramente una buona notizia l'annuncio di Bersani della campagna d'autunno «porta a porta»: significa che le sirene del partito leggero, mediatico, leaderistico hanno smesso di suonare (e del resto suonano meno forte anche a destra, se anche Berlusconi si preoccupa di organizzare le sue squadre sul territorio).
Diventerà una notizia ottima se di porta in porta il Pd riuscirà anche a trasmettere un'idea di società: a dire come la pensa sulla libertà, la legalità, i diritti, la criminalità, il Nord e il Sud, gli operai cacciati dalla Fiat, i rapporti fra i sessi eccetera eccetera.
Il berlusconismo non è stato e non è solo un attacco al cuore della legalità costituzionale: è stato ed è un'idea di società. Senza un'idea diversa, radicalmente diversa, archiviarlo non sarà possibile.


Fonte articolo 'Il Manifesto'

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