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di 'Per quel che mi riguarda'

domenica 16 maggio 2010

Arriva il commissario Berlusconi Alessandro Robecchi

(vignetta bandanax)
I retroscena dei giornali raccontano di un Berlusconi influenzato che accoglie sodali e ospiti in vestaglia, mogio come un gatto bagnato. La sua principale preoccupazione è che si cominci a parlare di una nuova tangentopoli. Un po’ come se alla Bp dicessero: «Gente, speriamo che non si cominci a parlare di fuoriuscite di petrolio». Spettacolo strabiliante: il capobanda che predica l’onestà, l’immune che combatte l’immunità, il nemico delle toghe che incoraggia la magistratura a fare il suo lavoro. Fa bene il suo consigliori Giuliano Ferrara (editoriale di ieri su Il Foglio) a predicare prudenza: se c’è uno che stima molto Berlusconi è Berlusconi,e se prendesse sul serio le sue stesse parole dovrebbe correre a costituirsi.
In ogni caso, ecco il nuovo divertente travestimento del premier, da paladino dell’immunità a giustizialista spinto. Lo racconta Il Giornale in un tripudio di satira involontaria: «Adesso indaga Berlusconi», con il nostro impegnato a fare il pm e il giudice, figure a cui ha dato più volte dei malati di mente. Gambadilegno che diventa il commissario Basettoni con una semplice giravolta e un veloce cambio d’abiti è una di quelle pièce che rimarranno negli annali, con complicati effetti collaterali: come faranno ora i suoi telegiornali ad essere severi e implacabili su fatti che non hanno raccontato? E chi avrebbe come assistente nelle sue indagini il commissario Berlusconi? Sempre a leggere il Giornale, ad affiancarlo nell’accertamento severo e rigoroso della verità ci sarebbe quell’implacabile segugio di Ghedini. Già farebbero partite le audizioni dei personaggi implicati: Bertolaso convocato per chiarimenti, studio attento delle carte su Scajola, cioè due persone a cui il vecchio Berlusconi, quello garantista, aveva ordinato di andare avanti senza curarsi delle accuse.
Divertente ma anche tragico: eravamo già messi male con un Berlusconi solo, l’eterno imputato. Ora che ne abbiamo due, l’imputato e il giudice, che sarà di noi?

Fonte articolo 'Il Manifesto'

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