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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 29 giugno 2011

L’ITALIA ALLA MOVIOLA di Olivero Beha

(vignetta Sergio Staino)
Ma ci voleva un genio per prevedere quello che sarebbe accaduto alla Tav dopo 22 anni di latenza guerreggiata? Oppure alla “monnezza” napoletana ferro di cavallo montato allo zoccolo annoso tra politica e camorra? E stupore senza fine all’arresto del Pronzato Enac/Pd (tendenza D’Alema) o del Pambianchi Confcommercio (tendenza tutti coloro i quali potevano essergli utili), in questa osmosi totalizzante della politica e degli affari in cui nulla è più distinguibile? Domani a chi tocca? E’ un’Italia alla moviola, che si sveglia con Bisignani e le intercettazioni che riguardano cupola e aderenze del sistema-Paese e ne fa una commovente questione di principio: intercettare oppure no? …Questo giornale è uscito con in prima pagina, nel suo “storico” primo numero, il 23 settembre di due anni fa, l’inchiesta della Procura di Potenza che riguardava Gianni Letta di cui gli parla al telefono il summenzionato “Bisi”. Lo ricordava ieri qui, cioè in copertina, Marco Travaglio occupandosi di “delitti di cronaca” quali sono ormai quelli che commette chi dà delle notizie possibilmente vere, senza committenza e senza guardare in faccia nessuno, con una piccola imprecisione che correggo per amore di chiarezza: “…(il Fatto) pubblicò la notizia solo perché gli altri giornali, tutti al corrente di quelle carte da mesi,non avevano osato scrivere una riga”.Non è così: il meritorio mensile “La Voce delle Voci” se ne era occupato eccome in precedenza, nel giugno 2009 con macroscopica evidenza, di quella inchiesta come di altre. Solo che queste realtà giornalistiche cosiddette “minori”, tanto stimate e tanto poco difese dalle intimidazioni dei figuri oggetto del loro lavoro d’indagine,quasi sempre sfuggono, eccentriche rispetto al palcoscenico mediatico che va per la maggiore.Pensando a “La Voce”, per associazione di idee con Bisignani e la Procura di Napoli mi sovviene il caso Romeo. Test per la memoria di questo Paese di lotofagi che vive la realtà alla moviola degli stupefacenti: che cosa vi dice questo nome, chi è Romeo, Shakespeare a parte? Trattasi dell’imprenditore/immobiliarista e manutentore di servizi per edifici comunali Alfredo Romeo, ai disonori della cronaca nel caso “Global service” meno di tre anni fa per un’inchiesta della Procura di Napoli su una storiaccia di appalti conclusa con una condanna assai lieve, di due anni in primo grado, senza associazione per delinquere e quasi una bolla di sapone dopo l’eclatanza dello scandalo, per un semaforo napoletano tra destra e sinistra, politica e affaristica. Dissequestrati i suoi faraonici beni, assolti gli assessori rinviati a giudizio e il parlamentare Pdl Amedeo Laboccetta, una specie di Menelikke del gioco d’azzardo. Adesso la famiglia Romeo chiede danni ai cronisti per un milione e 370 mila euro. E fa male ricordare ben due inchieste giudiziarie aperte per “epidemia colposa” (leggasi “monnezza” a Napoli), nel 2008 e nel 2011? Inchieste delle Procura svanite, e oggi di nuovo di gran moda. Domanda: e se al caso/casino/casotto Bisignani in mano alla Procura di Napoli toccasse poi la sorte fortunata di Romeo, davvero saremmo tutti sorpresi, divisi come siamo-alla moviola- tra inchieste di panna e imputati di ferro?

fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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