Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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sabato 5 febbraio 2011
IL PUNTO DI RIFERIMENTO DI SILVIO B. di Alessandro Robecchi
(vignetta portoscomic)
Se davvero Giuliano Ferrara è tornato all’ovile, a fare il consigliere del Rocco Siffredi di Arcore, gli consigliamo di chiedere subito un aumento, o almeno di stipulare una buona assicurazione che lo copra dai rischi delle scemenze che va dicendo il suo capo. Non solo infatti Silvio Berlusconi ha ripreso a suonare la solfa delle procure cattive e golpiste, ma si è anche avventurato, in terra d’Europa, sul ghiaccio sottile della politica internazionale. «Mubarak è un uomo saggio e un punto di riferimento preciso per il Medio Oriente», ha detto. E anche: «Mi auguro che in Egitto ci possa essere una continuità di governo». E siccome il Consiglio d’Europa di Bruxelles non è la sala del bunga-bunga c’è da pensare che qualcuno sia almeno un po’ arrossito.
Mentre tutto il mondo chiede a Mubarak di andarsene, Obama esige una transizione immediata, gli egiziani non ne possono più, la polizia spara sulla gente e la rivolta impazza, ecco il nostro mister Bean travestirsi da analista internazionale. Ha aiutato la nipote di Mubarak, del resto, e non si tirerà indietro se c’è da aiutare lo zio. In più, appoggiando un dittatore al tramonto, è possibile si aspetti qualche contropartita
e un po’ di gratitudine, che so, una dichiarazione di Mubarak ancora in sella che dica: ebbene sì, Ruby è mia nipote. In ogni caso, il salvagente gettato da un premier alle corde sbertucciato e irriso in tutto il mondo non è esattamente un aiuto farterno e forse Mubarak, chiuso nel suo bunker avrà sospirato: oh, no, ci mancava pure questa. Quanto alle cancellerie europee, poi, saranno oggi nel più grande imbarazzo: compatire Berlusconi più per le note vicende a luci rosse o per le sue intuizioni in politica estera? Un bel dilemma. Certo, un bravo psichiatra potrebbe vederci una proiezione tutta personale: che un uomo piccolo piccolo aggrappato come una cozza allo scoglio della sua seggiola presidenziale auspichi per un altro potente «una continuità di governo» è abbastanza illuminante. Ma si sa, e lui non perde occasione per dirlo: è generoso, aiuta chi ha bisogno. Ora aggiunge Mubarak alla lista dei suoi impresentabili amici, da Putin a Gheddafi a Lukashenko. Ma non neghiamo al nostro Premier qualche brillante intuizione: «Le persone che sono in piazza in Egitto, rispetto agli 80 milioni della popolazione, sono veramente poche». C’è il genio del grande sondaggista. E c’è di che far vibrare d’orgoglio il nostro ministro degli esteri, quel tal Frattini che mentre il Nord Africa esplodeva se ne stava a sciare sulle Alpi. Siamo davvero una grande potenza: decine di giovani ragazze possono testimoniarlo.
fonte articolo 'Il Manifesto'
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Se davvero Giuliano Ferrara è tornato all’ovile, a fare il consigliere del Rocco Siffredi di Arcore, gli consigliamo di chiedere subito un aumento, o almeno di stipulare una buona assicurazione che lo copra dai rischi delle scemenze che va dicendo il suo capo. Non solo infatti Silvio Berlusconi ha ripreso a suonare la solfa delle procure cattive e golpiste, ma si è anche avventurato, in terra d’Europa, sul ghiaccio sottile della politica internazionale. «Mubarak è un uomo saggio e un punto di riferimento preciso per il Medio Oriente», ha detto. E anche: «Mi auguro che in Egitto ci possa essere una continuità di governo». E siccome il Consiglio d’Europa di Bruxelles non è la sala del bunga-bunga c’è da pensare che qualcuno sia almeno un po’ arrossito.
Mentre tutto il mondo chiede a Mubarak di andarsene, Obama esige una transizione immediata, gli egiziani non ne possono più, la polizia spara sulla gente e la rivolta impazza, ecco il nostro mister Bean travestirsi da analista internazionale. Ha aiutato la nipote di Mubarak, del resto, e non si tirerà indietro se c’è da aiutare lo zio. In più, appoggiando un dittatore al tramonto, è possibile si aspetti qualche contropartita
e un po’ di gratitudine, che so, una dichiarazione di Mubarak ancora in sella che dica: ebbene sì, Ruby è mia nipote. In ogni caso, il salvagente gettato da un premier alle corde sbertucciato e irriso in tutto il mondo non è esattamente un aiuto farterno e forse Mubarak, chiuso nel suo bunker avrà sospirato: oh, no, ci mancava pure questa. Quanto alle cancellerie europee, poi, saranno oggi nel più grande imbarazzo: compatire Berlusconi più per le note vicende a luci rosse o per le sue intuizioni in politica estera? Un bel dilemma. Certo, un bravo psichiatra potrebbe vederci una proiezione tutta personale: che un uomo piccolo piccolo aggrappato come una cozza allo scoglio della sua seggiola presidenziale auspichi per un altro potente «una continuità di governo» è abbastanza illuminante. Ma si sa, e lui non perde occasione per dirlo: è generoso, aiuta chi ha bisogno. Ora aggiunge Mubarak alla lista dei suoi impresentabili amici, da Putin a Gheddafi a Lukashenko. Ma non neghiamo al nostro Premier qualche brillante intuizione: «Le persone che sono in piazza in Egitto, rispetto agli 80 milioni della popolazione, sono veramente poche». C’è il genio del grande sondaggista. E c’è di che far vibrare d’orgoglio il nostro ministro degli esteri, quel tal Frattini che mentre il Nord Africa esplodeva se ne stava a sciare sulle Alpi. Siamo davvero una grande potenza: decine di giovani ragazze possono testimoniarlo.
fonte articolo 'Il Manifesto'
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