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di 'Per quel che mi riguarda'

venerdì 17 dicembre 2010

OPPOSIZIONE- Nessuno annacqui il suo vino di Valentino Parlato

(vignetta punchparide)
Michele Prospero, su il manifesto di ieri ci ha offerto un articolo(leggi l'articolo)stimolante e che invita a riflettere e ragionare. La crisi di Berlusconi – scrive Prospero – c’è ed è insanabile. Berlusconi fa appello ai parlamentari delusi dai loro partiti e un po’ per la delusione, e un po’ di più per l’offerta diministeri o sottosegretariati qualcosa raccoglierà. La crisi dei partiti è indiscutibile e le diserzioni non mancheranno. Ma tutto questo non risolve la crisi del Cavaliere, che sarà anche sempre più pressato della Lega, il cui peso è enormemente accresciuto dopo l’uscita di Fini.
In ogni caso nelle mani di Berlusconi (pur con il timore di una crescita della Lega) resta la carta delle elezioni anticipate, alla quale il Presidente della Repubblica avrà crescente difficoltà a opporre resistenza.
A questo punto per liberarci di Berlusconi si presentano due strade. La prima è quella del logoramento lento: con l’attuale risicata maggioranza il governo andrà un sacco di volte in minoranza. Insuccessi dopo insuccessi che alla fine dovrebbero portare a una crisi politica o (probabilmente) anche fisica dell’attuale presidente del Consiglio. Ma questa linea del logoramento lento (Berlusconi non è scemo) potrebbe anche logorare e indebolire i suoi attuali e possibili avversari.
L’altra linea - quella suggerita da Prospero – è quella delle elezioni anticipate con un cartello di tutti quelli che non stanno con Berlusconi. Con l’attuale legge elettorale, che dà il 55 per cento di parlamentari a chi ha preso il 40 per cento dei voti (e Berlusconi ha ancora credito nel nostro elettorato nel quale l’astensione è crescente) la proposta del fronte unico avanzata da Prospero appare ragionevole. Ma – a mio parere – con un pericolo gravissimo e cioè la berlusconizzazione dei nemici di Berlusconi oppure la loro dissoluzione in un litigioso pasticcio. Pertanto e penso soprattutto al Pd, e altro ancora, ciascuna forza dovrebbe fare uno sforzo di fortissima caratterizzazione.
Alla fine della Seconda guerra mondiale e con la resistenza, ci fu l’unità di tutte le forze antifasciste, ma ciascuno non rinunziò anzi esaltò la sua caratterizzazione. Togliatti fu d’accordo con Badoglio, i democristiani furono d’accordo con i comuni stima nessuno rinunziò, anzi esaltò la sua specificità. Togliatti non disse che il comunismo era passato di moda e neppure De Gasperi (che pure fece un mirabile discorso al teatro Brancaccio di Roma sul contributo dell’Armata rossa) disse mai che si doveva trovare una terza via tra comunisti e democristiani.
Tutto questo per dire a Michele Prospero che l’unità nazionale contro Berlusconi è (anche con l’attuale legge elettorale) l’unica via per liberarci di Berlusconi, ma – ripeto – solo a condizione che ciascuno esalti i suoi caratteri distintivi. Una lotta di liberazione (e quella storica non dimentichiamola) non si fa annacquando ciascuno i suoi caratteri distintivi.
L’obiettivo di battere Berlusconi, di liberarci del suo male non si può realizzare se ciascuno annacqua il suo vino. Ricordiamoci un po’ la storia. D’accordo con Prospero, ma alla condizione che ciascuna parte accentui, senza assurdi settarismi, la proprio fisionomia.

Fonte articolo 'Il Manifesto'
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