Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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lunedì 23 novembre 2009
Blenda-Carnera contro i trans-padani di Alessandro Robecchi
Ma se fossimo in un fumetto di Pazienza, in un film di Almodòvar, in un mondo fantastico e immaginario – e quindi di sicuro migliore di questo – il fantasma gigante di Brenda verrebbe qui a tirare i piedi di notte ai puzzoni moralisti, a tramortire i falsi e gli ipocriti, a contundere meschini e mentecatti colpendoli a morte con le sue enormi granitiche tette. Una Blenda-Carnera dal sorriso triste a dal bicipite possente, che torni per qualche notte “de paura” a spiegare ai trans-padani dell’odio razziale cosa vuol dire essere clandestini, e respinti, e sfruttati. E glielo spieghi con esempi pratici: carcerazioni, rastrellamenti, umiliazioni e schiaffi. E botte da orbi in carcere, per gradire.
Con quelle manone da giocatore Nba potrebbe spiegare cos’è morale e cosa no a certi camerierini in livrea da uomini di stato che servono il padrone, gli fanno le leggine, gli studiano come cavarsela ai processi.
Certi ceffi su alte poltrone che dicono «elezioni!», e il giorno dopo «no elezioni!», a seconda di come vortica l’uzzolo del peggiore di tutti. Oppure potrebbe tornare, questa Brendona-Mazinga, e spazzare via con due schiaffoni le finte economie del capo economo e dei suoi soci imprenditori, esperti nella produzione di declino, nel lavaggio di soldi zozzi portati all’estero e riportati qui gratis, anonimi e puliti; ma sempre meno puliti di quelli di Blenda, che dava via del suo, e non del nostro. O che torni una notte, grande e grossa e Babbo Natale, per visitare con doni e pensieri quelli che stanno sui tetti delle fabbriche, quelli cacciati, espulsi e triturati, quelli allontanati, in esubero, dimenticati dai tg perché non abbastanza ottimisti, quelli trattati come lei, anche se sono troppi per dargli fuoco. Che torni insomma per una notte amenare le mani – finalmente! – questo fantasma dell’indecenza, questo gigante mutante, che scopriremmo essere più decente, meno lurido e vergognoso di ciò che ci circonda.
Fonte articolo
Con quelle manone da giocatore Nba potrebbe spiegare cos’è morale e cosa no a certi camerierini in livrea da uomini di stato che servono il padrone, gli fanno le leggine, gli studiano come cavarsela ai processi.
Certi ceffi su alte poltrone che dicono «elezioni!», e il giorno dopo «no elezioni!», a seconda di come vortica l’uzzolo del peggiore di tutti. Oppure potrebbe tornare, questa Brendona-Mazinga, e spazzare via con due schiaffoni le finte economie del capo economo e dei suoi soci imprenditori, esperti nella produzione di declino, nel lavaggio di soldi zozzi portati all’estero e riportati qui gratis, anonimi e puliti; ma sempre meno puliti di quelli di Blenda, che dava via del suo, e non del nostro. O che torni una notte, grande e grossa e Babbo Natale, per visitare con doni e pensieri quelli che stanno sui tetti delle fabbriche, quelli cacciati, espulsi e triturati, quelli allontanati, in esubero, dimenticati dai tg perché non abbastanza ottimisti, quelli trattati come lei, anche se sono troppi per dargli fuoco. Che torni insomma per una notte amenare le mani – finalmente! – questo fantasma dell’indecenza, questo gigante mutante, che scopriremmo essere più decente, meno lurido e vergognoso di ciò che ci circonda.
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