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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 14 ottobre 2009

LE FOBIE DEL PALAZZO Micaela Bongi

(Immagine tratta da Il Manifesto)
La zoofilia. Un bel problema, in effetti. E che dire della necrofilia? Quando la sfera della sessualità entra nelle camere italiane (quelle del parlamento) si scatena un immaginario maschile popolato di fantasie e fantasmi di ogni tipo (anni addietro si discuteva di procreazione assistita e a Alfredo Mantovano, chissà perché, venivano in mente immondi «incroci tra uomini e bestie»). Se poi si parla di omosessualità, la perversione è assicurata, e la pedofilia viene da sé. Necrofilia, zoofilia, pedofilia: da tutto ciò si metteva in guardia nella pregiudiziale di costituzionalità presentata dall’Udc che, approvata ieri alla camera, ha affossato la proposta di legge sull’omofobia. Introdurre nel codice penale l’«orientamento sessuale» tout court come aggravante dei reati e motivo di discriminazione, rischia di avallare pratiche di ogni tipo, era una delle osservazioni - l’ultima obiezione - dei moderati di Casini. Poco importa che di orientamento sessuale si parli nel Trattato di Lisbona e anche nell’ordinamento italiano (a proposito di discriminazioni sul lavoro). La realtà, quella di continue aggressioni contro gay, lesbiche e trans («enfatizzata dalla stampa», s’intende, ci dice l’Udc Vietti), finisce sotto al tappeto. E il sesso, che si parli di Silvio-gate o dell’affermazione di diritti, manda in tilt la politica. Accade così che, dopo estenuanti mediazioni, salta l’accordo tra maggioranza e opposizione per riportare il provvedimento in commissione, correggerlo nelle parti più insidiose e migliorarlo in altre (tra le ipotesi, quella di reintrodurre, come aggravante, l’identità di genere), evitando di affrontare una prova dell’aula ad alto rischio. Salta tra tatticismi e doppi giochi. E trionfa l’inciviltà. Il Pd, prima favorevole al ritorno in commissione, d’accordo con il Pdl (e la ministra Mara Carfagna), scopre all’improvviso che il «patto» con i berlusconiani potrebbe rivelarsi un boomerang. E cambia in fretta posizione per evitare di apparire, in piena campagna per le primarie, come corresponsabile dell’insabbiamento del testo, riportandolo in commissione senza una data certa per la discussione in aula. Ora punta l’indice contro la maggioranza accusata di aver giocato sporco. Il Pdl, prima si pronuncia per il ritorno in commissione e poi vota contro quando assiste alla giravolta dei democratici. E a quel punto, fa filotto: sostiene l’Udc, butta il testo di Paola Concia nel cestino, e Mara Carfagna, candida, tuona contro il partito di Franceschini che «ha affossato la legge». Nell’attesa che dalle primarie esca una linea, un Pd afono riemerge anche da questa vicenda malconcio. E per l’ennesima volta si apre il «caso Binetti» (ha votato per conto suo). La pagliuzza teodem, e la trave Udc. Gli aspiranti alleati dei centristi sono pronti a discutere, al tavolo della trattativa, anche di zoofilia e necrofilia.

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