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di 'Per quel che mi riguarda'

giovedì 15 ottobre 2009

Cacciate la Binetti di Luca Telese! No, è il Pd che deve espiare di Antonio Padellaro! Opinioni a confronto.

Paola Binetti va cacciata dal Pd: serenamente e pacatamente. Non per rigurgiti di stalinismo ma perché è una donna coerente. La Binetti è una persona umanamente corretta, convinta dei suoi valori. Non è disposta a compromessi. Ma siccome i valori che considera irrinunciabili sono esattamente antitetici a quelli della comunità che deve rappresentare, cessa di essere un problema di libertà di coscienza e diventa una minaccia. Si dice: dovrebbe andarsene lei. E se non vuole? Anche in questo è coerente: per lei combattere la laicità del Pd è una missione, da attuare con fede crociata. La Binetti sta nel Pd con lo stesso spirito con in quale si autoinfligge il cilicio: un dolore è un giusto pegno di testimonianza fra gli infedeli. L’idea che cacciarla sarebbe uno strappo al Dna democratico è una fesseria. Ogni corpo che aspiri ad avere una identità deve tenere fuori chi afferma l’identità contraria. Si possono espellere un antisemita o un negazionista dal Pd? Certo. Dunque anche un omofobo. Chi nel terzo millennio crede che omossessualità e diversità siano “malattie”. La Binetti diventerà una martire, dicono i buonisti. I martiri sono quelli che in Italia muoiono appesi ai tubi, o vedono negato il loro diritto ad amarsi perché diversi. E se martirio fosse statene certi: a Paola non dispiace.


Caro Luca. Quanto è brutta la parola “cacciare”, e quanto essa ricorda modi e comportamenti padronali, in particolare di quel padrone che con gli editti stronca professioni e carriere. E poi, cacciare chi e perché? Una parlamentare bigotta solo perché professa idee che noi giudichiamo oscurantiste? Ricordi Voltaire? Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto a dirlo. Oltretutto, che sia un partito che si definisce Democratico a buttarla fuori mi sembrerebbe ingiusto oltre che paradossale. Di ben altra zavorra il Pd dovrebbe liberarsi. Degli assessori disonesti che mangiano sulla salute dei cittadini o dei capibastone che manovrando quintali di tessere, spesso false, condizionano candidati e congressi. No, lasciamo che la Binetti parli perché la sua più grande punizione è dover continuamente spiegare ciò che, probabilmente, anche lei, in cuor suo, giudica umanamente sbagliato. E lasciamo che, tenendola dentro, anche il Pd possa espiare la sua pena. Poiché la Binetti qualcuno l'avrà pure reclutata, con quell'opportunismo tipico di chi pensa di fare politica con le figurine: un industriale qua, una suorina là... Troppo semplice adesso dire: non ci serve più. Lei è il cilicio che il Pd ha volontariamente indossato. Che se lo tenga.


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1 commento:

  1. Totalmente d'accordo con Padellaro.
    Tra l'altro, l'On. Binetti ebbe a
    rispondere 'Sì' ad una domanda di
    Telese che, mettendola alle corde,
    chiese: per lei cos'é l'omosessualità?
    Una devianza? La risposta fu: sì.
    Devianza, dunque, e non malattia.
    Postilla finale: disse Uno: Sono
    i malati che hanno bisogno del
    medico, non i sani. Siamo tutti
    fieramente malati, sono quasi certo
    che anche l'On. Binetti la pensi così,
    e forse pure Padellaro. Telese, no.

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