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di 'Per quel che mi riguarda'

venerdì 2 ottobre 2009

IL PALAZZO TREMA di Micaela Bongi

Ben al di là di una "banale" ingerenza governativa, ben oltre le storie di ordinaria censura, qualcosa di più e di diverso dagli ormai soliti attacchi all’informazione. La giornata che precede la messa in onda della puntata di Annozero con ospite Patrizia D’Addario dà il segno di un impazzimento. Alla violenza dell’offensiva si unisce il segno della disperazione. Un mix micidiale, fuori controllo, che vede il presidente del consiglio Silvio Berlusconi impegnato in un corpo a corpo contro tutti e contro se stesso. La possibilità che si materializzi il fantasma della «escort di Bari», l’impossibilità di relegarlo nella fiction e nella leggenda, terrorizza il premier più di una sentenza Mills, più di un lodo Alfano, più di un ammutinamento di Gianfranco Fini e delle sue truppe. E così, fin dal mattino, il Cavaliere cerca in tutti i modi di oscurare l’uragano Patrizia. Convoca a palazzo Grazioli Bruno Vespa e Maurizio Belpietro, direttore di Libero nonché unico rappresentante della destra autorizzato a presenziare al programma di Michele Santoro. Sconvolge ancora una volta la scaletta di Porta a Porta, dove spedisce il suo viceministro alle comunicazioni Paolo Romani a rispondere a Santoro (ieri sera in seconda serata, per l’occasione in diretta), e fa sapere da Belpietro di essere «indignato» perché il servizio pubblico non dovrebbe dare spazio a «certi personaggi», donne che evidentemente vanno bene per palazzo Grazioli finché restano sorridenti emute. E, nella furia, Berlusconi scatena il capogruppo alla camera Fabrizio Cicchitto contro il vertice della Rai - compreso il direttore generale Mauro Masi, spedito a viale Mazzini direttamente da palazzo Chigi - accusato di non saper far fronte all’emergenza.Il presidente dei deputati pidiellini Cicchitto fa una lista non troppo ragionata di trasmissioni del servizio pubblico (ci mette pure quella di Gad Lerner,in onda su La 7) esempio di «faziosità ripetuta e a senso unico contro il governo Berlusconi», una «faziosità prima mai verificatasi», dimostrata dal fatto che alcuni dei programmi messi all’indice si siano contesi Patrizia D’Addario come ospite. La lista di proscrizione comprende Annozero e trasmissioni di Raitre come In 1/2 ora (condotta da Lucia Annunziata), Parla con me di Serena Dandini, Ballarò, Report, Che tempo che fa. Distratto dalla foga, Cicchitto ci infila pure L’Infedele, appunto: non è la Rai, ma è come se. Di fronte a una simile vergogna, il capogruppo segnala che invece si distingue Porta Porta, fondamentalmente neutrale (nel frattempo Vespa era dal Cavaliere «a parlare del mio libro», certo).
Conclusione-avvertimento di Cicchitto: «A questo punto il presidente, il direttore generale, i membri del consiglio di amministrazione della Rai sono di fronte a un problema di fondo con il quale devono fare i conti. Finora le risposte sono largamente insoddisfacenti e segno dell'arroccamento di una parte e dei complessi di inferiorità dell'altra». Segue attacco alla manifestazione di domani sulla libertà di stampa.
Intanto gli arroccati e i complessati (tra questi ultimi il direttore generale Mauro Masi) sono riuniti al settimo piano di viale Mazzini per approvare un nuovo pacchetto di nomine, ma non solo. Nella lunghissima seduta del consiglio d’amministrazione si parla ovviamente anche di Annozero. Ma alla fine il dg Masi, almeno apparentemente, non risponde al pressing dell’editore di riferimento. Perché, riferiscono i presenti, conclude la riunione sostenendo che sì, la puntata serale del programma di Michele Santoro presenta «forti rischi», ma aggiungendo che non è sua intenzione prendere provvedimenti preventivi. Valuterà, semmai, dopo la messa in onda del programma. E il direttore generale, sollecitato dal consigliere del Pd Nino Rizzo Nervo che, dati alla mano, sottolinea la scarsa presenza dell’opposizione nei telegiornali del servizio pubblico, ricorda anche di aver inviato una lettera ai direttori di testata raccommadando equilibrio.
La riunione del cda si conclude con la certezza che Santoro andrà in onda, ma poi viene fuori il parere dell’ufficio legale di viale Mazzini che mette tutto in discussione (non proprio tutto: solo Patrizia D’Addario). Un’arma, quella degli avvocati Rai, usata spesso per contrastare trasmissioni sgardite al Cavaliere. Ma, in pieno delirio, Sua emittenza non sembra azzeccarne una. E non solo perché non riesce a avere la meglio sul «fantasma di Bari». Ma anche perché l’istruttoria annunciata dal viceministro Romani contro Annozero per la puntata d’esordio, per ora si ferma davanti al Tar del Lazio. Il ministero dello sviluppo, appellandosi al contratto di servizio con la Rai, pretendeva di convocare i vertici della tv pubblica per verificare la violazione del pluralismo da parte di Santoro. La convocazione (che non spetta al governo) è stata poi derubricata a «richiesta di colloquio». E nel frattempo il tribunale amministrativa ha invece formalmente convocato i legali del ministero guidato da Claudio Scajola nonché gli avvocati dei vertici Rai per il 6 ottobre. L’inziativa fa seguito al ricorso del Codacons che ha chiesto la sospensione dell’istruttoria del governo contro una singola puntata di una singola trasmissione. Una mossa, secondo l’associazione dei consumatori, «gravissima e illegittima». Il «colloquio» tra i responsabili del ministero e i dirigenti Rai si dovrebbe tenere l’8 ottobre, ma a questo punto tutto è possibile. Nell’attesa, il Cavaliere furibondo deve incassare la sconfitta nel match con Patrizia D’Addario. Nel corso della convulsa giornata viene anche cancellato il question time alla camera con il ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito, che avrebbe dovuto dare risposte sulla famosa «istruttoria » contro Annozero. E così a tarda sera, resta solo il viceministro Paolo Romani. A lui è affidata la mission impossible: contrastare l’urgano Patrizia dal salotto di Bruno Vespa. E l’opposizione parlamentare alza la voce, ma non troppo. Si protesta, certo, contro la lista stilata da Fabrizio Cicchitto. Ma di fronte al cosiddetto «Papigate» anche il centrosinistra fa ancora molta fatica a orientarsi.

Fonte articolo

4 commenti:

  1. Malgrado tutti gli ignobili tentativi di censura, la puntata di ieri sera di Annozero ha informato molti italiani sulla relazione fra chi ci governa e la escort(prostituta) Patrizia D’Addario. Nell'intervista la Daddario ha ripetutamente dichiarato che lei di mestiere fa la escort(prostituta). Nella lingua italiana dicesi prostituta chi offre prestazioni sessuali a scopo di lucro. Alla fine della puntata, dopo due ore e mezza di trasmissione, un signore, presente in studio sin dall'inizio, ha domandato, ripetutamente e con tono inquisitorio, alla signora D’Addario come si guadagnasse da vivere. Quel signore è il giornalaio Belpietro che di mestiere fa il direttore di un giornale che si chiama Libero. Io domando: come è possibile che in due ore e mezza uno non riesca a capire come si guadagna da vivere una prostituta? E sia il direttore di un giornale? Mistero………………..
    Dimenticavo! Si dice prostituzione anche il DISONOREVOLE AVVILIMENTO DEL PROPRIO INGEGNO

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  2. il presunto giornalista teme la concorrenza delle altre puttane.

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  3. Certo non possiamo dire di brillare nel panorama internazionale in quando a comportamenti rispettosi della tolleranza e della democrazia. Non faccio il moralista di mestiere, mi sforzo di scrivere romanzi i cui personaggi esaltano i valori e le virtù civili. Mi piacerebbe un paese con la massima libertà di espressione, dove tutti possono parlare e difendersi e asistere a dei confronti televisivi con una dialettica civile, garbata, non irritante, im fondo meritiamo un po' di rispetto come telespettatori.
    Non perdo la speranza che quest avvenga.
    Antonio Lanza

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  4. Si dice prostituzione anche il DISONOREVOLE AVVILIMENTO DEL PROPRIO INGEGNO...' bravo Marci, il 'signor' belghigno si può innalzare al ruolo poiché non solo mercenario al soldo del padrone ma anche incapace di intendere.

    Grande Memo, lo é già lui ;)

    Concordo anche con te Caro Antonio, a chi non piacerebbe un paese 'democratico' degno di questo nome. La libertà di espressione é insita di uno Stato democratico e 'dovrebbe' essere protetta dalla nostra costituzione. A questo punto non lo so....

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