Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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domenica 27 settembre 2009
RESISTENZA, SIAMO AL COMPLETO di Marco Travaglio
(Bandanas)
Nel 2005, sentendo puzza di cadavere dalle parti di Palazzo Grazioli, l’eroico Francesco Giorgino rilasciò una vibrante intervista a Libero per denunciare le censure targate Mimun. Fu prontamente allontanato dal video. Poi Berlusconi rischiò di rivincere le elezioni e l’efebico mezzobusto le coronarie. Alla fine l’Unione vinciucchiò, ma durò poco. E quando tornarono quegli altri, centinaia di giorgini furono costretti all’ennesimo salto sul carro del nuovo vincitore. E’ lo spoils system all’italiana, già immortalato da Totò e Fabrizi ne “I tartassati”: Totò, commerciante ed evasore fiscale, tenta di ingraziarsi il maresciallo della Tributaria. Gli par di intuire che il sottufficiale sia un nostalgico del Ventennio, e si butta a pesce: “Marescia’, quando c’era Lui i treni arrivavano in orario! Italianiiii! Eh eh”. Ma è tutto un equivoco. Il maresciallo si dissocia offeso: “Ma cosa ha capito? Guardi che io sono anti!”. E Totò, con agile guizzo: “Ah, anch’io. Mi sarà scappato un pro, ma sono anti!”. Ora, in questo feroce crepuscolo di regime, è iniziato il “mi sarà scappato un pro”, anzi il “sempre stato anti”. Ha cominciato Cirino Pomicino, denunciando che un suo pezzo critico su Berlusconi è stato censurato dal Giornale di Berlusconi: ma pensa un po’. L’ha seguito a ruota Giorgio La Malfa, annunciando la sua uscita dal Pdl che l’ha molto deluso, dopo 15 anni di poltrone. Un altro storico trombato di corte, Marcello Pera, fa sapere al Corriere che è molto amareggiato: ha scoperto, con un certo ritardo, che il Pdl non è proprio un cenacolo di liberali (e, se l’ha scoperto lui, potrebbe accorgersene persino Ostellino). Il sottosegretario Nicola Cosentino denuncia oscure manovre di “certi frocetti che congiurano a Roma contro di me”. Intanto Montezemolo, che nel 2001 aiutò Berlusconi a vincere le elezioni consentendogli di annunciare la sua nomina a ministro (smentita solo dopo le elezioni), scalda i motori nei box della Fondazione Italia Futura. Pare sia interessato pure Beppe Pisanu, anche lui “posato” dopo anni di cieca fedeltà: pochi mesi fa, da presidente dell’Antimafia, voleva “tagliare le unghie ai magistrati”. Piercasinando Furbini, dopo aver soavemente votato 15 condoni e uno scudo fiscale, fa la faccetta malmostosa per lo scudo-bis, senza spiegare cos’abbia di diverso dagli altri. E manca poco all’iscrizione d’ufficio alla Resistenza per Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, che dopo lunga obbedienza ha rifiutato di ricevere il dg Rai Mauro Masi per sistemare Annozero. E’ la rivolta di Spartacus, che si affranca dopo anni di servaggio. Cos’altro è l’ukase del duo Scajola-Romani contro la Rai, se non una messa in mora di Masi per non aver ancora chiuso i programmi additati dal premier chez Vespa? E’ la prima volta in 15 anni che un editto non viene eseguito. Ora si cerca affannosamente un’Eva Braun disposta a immolarsi nel bunker di Palazzo Grazioli, col ducetto e le escort. Per carità, à la guerre comme à la guerre. Ma forse è il caso di stabilire una scadenza e un numero chiuso per la Resistenza: onde evitare che, prima o poi, s’intruppi pure quel giornalista mèchato che l’altra sera ad Annozero inventava l’ombrello: ammetteva che la libertà d’informazione se la passa maluccio perché non gli han lasciato scrivere della Carfagna sul Giornale carfagno (ieri Feltri l’ha conciato per le feste: “cestinare i suoi pezzi non è censura: è un’opera buona”). Ecco, prima che ci venga la tentazione di difendere il povero Silvio dai suoi galeazziciano all’amatriciana, meglio precisare che le iscrizioni alla Resistenza sono chiuse da un pezzo. Astenersi perditempo e voltagabbana.
Fonte articolo
Nel 2005, sentendo puzza di cadavere dalle parti di Palazzo Grazioli, l’eroico Francesco Giorgino rilasciò una vibrante intervista a Libero per denunciare le censure targate Mimun. Fu prontamente allontanato dal video. Poi Berlusconi rischiò di rivincere le elezioni e l’efebico mezzobusto le coronarie. Alla fine l’Unione vinciucchiò, ma durò poco. E quando tornarono quegli altri, centinaia di giorgini furono costretti all’ennesimo salto sul carro del nuovo vincitore. E’ lo spoils system all’italiana, già immortalato da Totò e Fabrizi ne “I tartassati”: Totò, commerciante ed evasore fiscale, tenta di ingraziarsi il maresciallo della Tributaria. Gli par di intuire che il sottufficiale sia un nostalgico del Ventennio, e si butta a pesce: “Marescia’, quando c’era Lui i treni arrivavano in orario! Italianiiii! Eh eh”. Ma è tutto un equivoco. Il maresciallo si dissocia offeso: “Ma cosa ha capito? Guardi che io sono anti!”. E Totò, con agile guizzo: “Ah, anch’io. Mi sarà scappato un pro, ma sono anti!”. Ora, in questo feroce crepuscolo di regime, è iniziato il “mi sarà scappato un pro”, anzi il “sempre stato anti”. Ha cominciato Cirino Pomicino, denunciando che un suo pezzo critico su Berlusconi è stato censurato dal Giornale di Berlusconi: ma pensa un po’. L’ha seguito a ruota Giorgio La Malfa, annunciando la sua uscita dal Pdl che l’ha molto deluso, dopo 15 anni di poltrone. Un altro storico trombato di corte, Marcello Pera, fa sapere al Corriere che è molto amareggiato: ha scoperto, con un certo ritardo, che il Pdl non è proprio un cenacolo di liberali (e, se l’ha scoperto lui, potrebbe accorgersene persino Ostellino). Il sottosegretario Nicola Cosentino denuncia oscure manovre di “certi frocetti che congiurano a Roma contro di me”. Intanto Montezemolo, che nel 2001 aiutò Berlusconi a vincere le elezioni consentendogli di annunciare la sua nomina a ministro (smentita solo dopo le elezioni), scalda i motori nei box della Fondazione Italia Futura. Pare sia interessato pure Beppe Pisanu, anche lui “posato” dopo anni di cieca fedeltà: pochi mesi fa, da presidente dell’Antimafia, voleva “tagliare le unghie ai magistrati”. Piercasinando Furbini, dopo aver soavemente votato 15 condoni e uno scudo fiscale, fa la faccetta malmostosa per lo scudo-bis, senza spiegare cos’abbia di diverso dagli altri. E manca poco all’iscrizione d’ufficio alla Resistenza per Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, che dopo lunga obbedienza ha rifiutato di ricevere il dg Rai Mauro Masi per sistemare Annozero. E’ la rivolta di Spartacus, che si affranca dopo anni di servaggio. Cos’altro è l’ukase del duo Scajola-Romani contro la Rai, se non una messa in mora di Masi per non aver ancora chiuso i programmi additati dal premier chez Vespa? E’ la prima volta in 15 anni che un editto non viene eseguito. Ora si cerca affannosamente un’Eva Braun disposta a immolarsi nel bunker di Palazzo Grazioli, col ducetto e le escort. Per carità, à la guerre comme à la guerre. Ma forse è il caso di stabilire una scadenza e un numero chiuso per la Resistenza: onde evitare che, prima o poi, s’intruppi pure quel giornalista mèchato che l’altra sera ad Annozero inventava l’ombrello: ammetteva che la libertà d’informazione se la passa maluccio perché non gli han lasciato scrivere della Carfagna sul Giornale carfagno (ieri Feltri l’ha conciato per le feste: “cestinare i suoi pezzi non è censura: è un’opera buona”). Ecco, prima che ci venga la tentazione di difendere il povero Silvio dai suoi galeazziciano all’amatriciana, meglio precisare che le iscrizioni alla Resistenza sono chiuse da un pezzo. Astenersi perditempo e voltagabbana.
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Il fighetta Travaglio che fa la resistenza ? Questa é bella !
RispondiEliminaChissà come mai quando si fa un commento del genere non si ha il coraggio di firmarlo? Ci sarà un motivo? Io penso di si. Le persone che non hanno il coraggio di esprimere la propria opinione sottoscrivendola con la propria firma non possono essere tenuti in considerazione.
RispondiEliminaCondivido in toto, cara Rosalba, ma questa è l'Italianetta che ben conosciamo...che ha impinguato il Fascismo con le camicie nere,il Ventennio democristiano-socialista con le marce silenziose, ora invece le ronde e il cavanserraglio del Silvietto.
RispondiEliminaBravo comunque Travaglio a continuare nella sua sferzante denuncia.
Sono pienamente d'accordo con te Rosalba, probabilmente di Giorgino ce n'è uno solo mentre di fede e Vespa ce ne sono parecchi, comunque stare all'opposizione è sempre più facile perchè si ha il diritto di criticare e demolire. Stare al potere significa usare arroganza, prepotenza ed ingiustizia è questo è stato l'imperativo della classe politica degli ultimi 20 anni. Quando è che si cambierà?.... Ciao ros.
RispondiEliminacara Rosalba i commenti anonimi andrebbero semplicemente eliminati. tanto son topi di fogna.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCaro Memo, non mi piacciono le censure e siccome la persona che ha postato il commento non l'ha sottoscritto con la propria firma, io non lo tengo in considerazione, gli do' il giusto peso, per me non vale nulla.
RispondiEliminaGrazie per essere passato e grazie anche a Mario e Bruno. Un abbraccio.