Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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lunedì 31 agosto 2009
Quella politica che distrae con il corpo di Luigi Bonanate
Il corpo come strumento di comunicazione politica? Sembra che questa sia la grande novità internazionale dell'estate 2009: Berlusconi ha comunicato di aver ingaggiato i migliori dietologi per dimagrire di 4 chili; Putin cavalca a petto nudo esibendo dei pettorali (beh, era meglio, con una maglietta), Sarkozy stramazza al suolo mentre si esibisce davanti ai fotografi in un jogging mozza-fiato. Obama, per altri versi molto più sobrio, e che aveva dimostrato sia nella campagna elettorale sia nelle prime manifestazioni presidenziali di saper gestire la comunicazione sul web e anche nei rapporti con gli altri statisti con intonazioni alte e nobili, si fa fotografare mentre tenta un’improbabile schiacciata giocando a basket. Ma non basta: Angela Merkel è stata apprezzata per aver mostrato ampiamente il suo décolleté nella ripresa della campagna elettorale.
“Il corpo è politico” fu uno dei grandi slogan del sessantotto, quando si volevano affermare i diritti della libertà sessuale e si trattava di infrangere tabu secolari. Ora invece il corpo figura come strumento di affermazione mondana internazionale. In effetti, a vedere come si presenta invece Kim Jong-il, il presidente nord-coreano, capiamo subito che la sua intenzione non è conquistare la nostra simpatia, ma semmai smorzarcela!
Che la personalizzazione del potere cresca non è una bella notizia, specialmente perché è una tendenza che va espandendosi a livello internazionale: ma quale maggiore affidabilità politica ci potrà mai dare uno statista vestito all'ultimissima moda? Una volta tutto ciò era finalizzato a forme di controllo autoritario, era un trucco per eccitare le masse e per lanciarsi in bagni di folla; oggi attraverso la propria silhouette, la scriminatura dei capelli, i muscoli, o una moglie da parata come Carlà, si distrae la pubblica opinione dai problemi reali della società. E la maggior parte di questi ultimi non sono locali e specifici ma planetari e ci coinvolgono tutti. Più sobrietà uguale a più serietà.
Fonte articolo
“Il corpo è politico” fu uno dei grandi slogan del sessantotto, quando si volevano affermare i diritti della libertà sessuale e si trattava di infrangere tabu secolari. Ora invece il corpo figura come strumento di affermazione mondana internazionale. In effetti, a vedere come si presenta invece Kim Jong-il, il presidente nord-coreano, capiamo subito che la sua intenzione non è conquistare la nostra simpatia, ma semmai smorzarcela!
Che la personalizzazione del potere cresca non è una bella notizia, specialmente perché è una tendenza che va espandendosi a livello internazionale: ma quale maggiore affidabilità politica ci potrà mai dare uno statista vestito all'ultimissima moda? Una volta tutto ciò era finalizzato a forme di controllo autoritario, era un trucco per eccitare le masse e per lanciarsi in bagni di folla; oggi attraverso la propria silhouette, la scriminatura dei capelli, i muscoli, o una moglie da parata come Carlà, si distrae la pubblica opinione dai problemi reali della società. E la maggior parte di questi ultimi non sono locali e specifici ma planetari e ci coinvolgono tutti. Più sobrietà uguale a più serietà.
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