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di 'Per quel che mi riguarda'

domenica 19 luglio 2009

Il mio ultimo incontro con Paolo Borsellino di Cristina Matranga

Ieri Rosalba Leoni mi ha chiesto di scrivere qualcosa sul suo blog “per quel che mi riguarda” su Paolo Borsellino aggiungendo “ tu che l’hai conosciuto personalmente”.
La stessa cosa mi ha chiesto, un paio d’ore dopo, un giornalista della tv nazionale tedesca.
Apro pian piano i file della mia memoria, per me è doloroso ripensare a quegli anni, ripensare a quegli uomini, ripensare a come sono morti....
Borsellino, Falcone e Barrile lavorano fianco a fianco sotto la guida di Rocco Chinnici costituendo il pool antimafia. E’ nei giovani la forza su cui contare per cambiare la mentalità della gente e i magistrati lo sanno. Vogliono scuotere le coscienze.
Borsellino comincia a promuovere e a partecipare a dibattiti nelle scuole, parla ai giovani, alle tavole rotonde per spiegare e sconfiggere una volta per sempre la cultura della mafia.
Fino alla fine della sua vita Borsellino cercherà di incontrare i giovani e di comunicargli questi nuovi sentimenti per renderli protagonisti della lotta alla mafia.
Io sono un esempio di quella realtà che ancora esiste, che ancora se pur con mille bavagli continua a parlare della lotta alla mafia e della cultura della legalità.
Dopo la morte di Falcone gli viene offerto di prenderne il posto nella candidatura della superprocura, ma Borsellino rifiuta e così risponde al Ministro: “...la scomparsa di Falcone mi ha reso destinatario di un dolore che mi impedisce di rendermi beneficiario di effetti comunque riconducibili a tale luttuoso evento...”
E proprio mentre con la memoria rivivevo quegli incontri ho pensato di raccontare l’ultima volta che ho visto Paolo Borsellino vivo , il 25 giugno 1992...
Ad un mese della morte di Falcone si organizza un grande incontro alla biblioteca comunale di Palermo, tra i relatori Paolo Borsellino, il più atteso tra tutti i presenti.
La città era lì ad aspettarlo, l’aula era gremita per questo incontro organizzato da Micromega. Seduti per terra, in piedi, molti non sono riusciti ad entrare nell’atrio della biblioteca, ed io stavo lì in prima fila, come sempre, accovacciata per terra. Borsellino arrivò in ritardo e quando parlò pronunciò un discorso straordinario che non potrò mai dimenticare, il suo tono era diverso, lento con lunghe pause, come se cercasse di trovare le parole giuste per dire qualcosa che voleva dire ma voleva più che altro che venisse intuita.
“ Falcone è morto perchè non è fuggito, perchè ha accettato questa tremenda situazione per amore. La sua vita è un atto d’amore verso questa città, verso questa terra che lo ha generato. Perchè se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, amare Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene. ...Sono morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo, continuando la loro opera...dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo” .
Non lo rivedrò mai più, un mese dopo muore con tutta la scorta sotto casa della madre con l’esplosione di un’autobomba in via D’Amelio.
Era il 19 luglio 1992.

Solo le testimonianze dirette di chi ha conosciuto uomini come Paolo Borsellino possono far si che di essi non se ne perda la memoria. Grazie di cuore Cristina per questa emozione che mi e ci hai regalato.

8 commenti:

  1. Grandi uomini questi che meritano il massimo rispetto da parte di tutti.

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  2. Oggi il ricordo della morte di Borsellino si associa al ricordo della morte di mio padre. Nove mesi....ma è ancora cocente il dolore della sua scomparsa. Come 17 anni non hanno cancellato o anche solo sbiadito lo shock per la notizia appresa dal telegiornale. "E' tutto finito!" furono le parole di Caponnetto. E' tutto finito, ripete con sgomento il mio cuore. Ma come la rabbia ci fece trovare la forza per iniziare una battaglia mai ingaggiata per quieto vivere, per inerzia, per quella "mentalità mafiosa" denunciata e deprecata dallo stesso Borsellino, così anche oggi una caparbia volontà di non arrendersi, di non cessare di sperare, di lottare... costi quel che costi... mi fa guardare avanti con risolutezza.
    Grazie Cristina, per la tua testimonianza. Grazie, Rosalba per lo spazio che ci concedi.
    Un abbraccio ad entrambe.

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  3. Toccante e importante testimonianza. Un invito alla partecipazione spesso frustrato da politiche ambigue e criminali che vogliono relegare i cittadini alla subalternità mafiosa.
    Grazie per questo contributo.

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  4. Testimonianza sofferta, di una persona che ha fatto e che farà molto , per portare avanti quel profumo fresco di libertà. Grazie Rosalba e grazie Cristina

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  5. uomo deciso, coraggioso, che ha lottato con tutte le sue forze in quegli ideali di giustizia e di libertà in cui credeva, per la sua amata terra, e per tutti coloro che credono in quella sospirata libertà da tanti soffocata da un potere denigrante. La storia riconoscerà il merio. Grazie Rosalba

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  6. Sono stata assente, mi dispiace di non aver potuto interloquire con voi. Ringrazio tutti per aver espresso la vostra opinione. Borsellino come tutti quegli 'eroi' - perché di questo che si tratta - che sono morti per mano delle mafie devono essere ricordati sempre per far si che la loro memoria non si perda nel tempo.

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  7. sono ricapitata qui per caso ho letto la tua introduzione e mi ha colpita poi guardo questo...
    e dico ma noi con la nostra omertà facciamo crescere la mafia...grazie BORSELLINO GRAZIE FALCONE io nel mio piccolo farò di tutto per non essere un omertosa .....
    http://marianna-sinacori.blogspot.com se vuoi passa ciao !

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