Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)

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di 'Per quel che mi riguarda'

martedì 19 maggio 2009

Bavaglio alla rete, democrazia a rischio?

Di 'Bavaglio alla rete'ne avevo parlato il 16 febbraio scorso quando ancora si vociferava su questo insulso art. 50 bis del DDL 773. Cosa é cambiato nel frattempo? È davvero a rischio la libertà della rete web e di internet? Sembra proprio di si. Il 15 di maggio scorso infatti é stato approvato con voto finale al Senato il pacchetto sicurezza (disegno di legge 733)contenente tra gli altri discriminanti provvedimenti, come l’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto, un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia dell'UDC (forza politica non facente parte, peraltro, di questo governo). L‘articolo 50-bis, recita così:

'Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecitecompiuta a mezzo internet'

1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.


2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.

3. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'interno e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce, ai fini dell'attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.

4. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico.

5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".(Senato.it)

Questa settimana il testo sarà in discussione alla Camera ma a quanto pare l'art. 50 bis é diventato art. 60, ha cambiato per così dire nome.

Quali saranno le conseguenze dell'approvazione definitiva alla Camera?

Praticamente, se io in questo blog reputo che il Governo in carica fa delle leggi ingiuste e lo scrivo espressamete invitando tutti quelli che lo frequentano a contrastarle democraticamente (libertà di espressione), il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre, con proprio decreto, l’interruzione attraverso un'attività di filtraggio ordinata ai fornitori di connettività di rete, entro le 24 ore, del mio blog.

Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi (ahimé), anche se all’estero. La violazione di tale obbligo comporterà una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali.

Cosa significa tutto questo? Significa che non saremo più liberi di poter scrivere neanche se una legge, un decreto o più semplicemente l'operato di un deputato o di un senatore ci sta bene oppure no. La nostra libertà di esprimere un'opinione sarà proibita. Dovrò cambiare anche nome al mio blog, potrei chiamarlo 'IL DIVIETO DI ESPRIMERE UN'OPINIONE!

'La vita di un popolo non consiste nel diritto di eleggere i propri rappresentanti, ma nell'invigilarli, nel dirigerli sulla via, nel trasmettere loro la propria ispirazione. Nelle piccole repubbliche antiche, il popolo era chiamato a decidere intorno le leggi proposte. Nei grandi Stati moderni, l'associazione deve supplire all'esercizio impossibile di quel diritto. L'opinione del Paese dovrebbe legalmente, normalmente rivelarsi al governo intorno a ogni cosa che tocca i più.
'(Aurelio Saffi)

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