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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 18 maggio 2009

Le scolare che sfidano i gas tossici dei talebani di Giuseppe Zois

Caro Diario,

i giorni si srotolano su un palcoscenico disegnato a fette alterne di luci e di ombre. Un tappeto di paradossi e contraddizioni. In Spagna, nel nome del rispetto del paziente, a 16 anni “si possono prendere decisioni autonome riguardo a qualsiasi intervento medico”. Continuerà a restare proibito l’acquisto di un pacchetto di sigarette, ma allo scoccar dei 16 anni una ragazza che vivesse una maternità indesiderata potrà abortire a piacimento. Alcuni stati hanno abolito ogni limite di età per l’acquisto della pillola del giorno dopo. La vendita senza l’obbligo della prescrizione medica è presentata come una conquista di libertà. Per molte ragazze questa pillola abortiva è un disinvolto rimedio sicuro per un “incidente” di letto. In questa modernità, in cui si danno per scontate molte cose e si presume che la conoscenza avanzi di pari passo con la precocità generale, forse bisognerebbe insegnare l’amore, anche oltre l’atto sessuale.

UNA GUERRA D’ESISTENZA: è quella che si combatte nel Pakistan. Mezzo milione di persone, forse addirittura il doppio, fuggono dai luoghi dove si è scatenata l’offensiva dell’esercito contro i talebani. Artiglieria e aviazione seminano rovina. Si rivedono le immagini cupe di ogni esodo, dal Kosovo al Darfur. Un’umanità impaurita, che non sa bene dove potrà arrivare e come sarà il domani. Lasciano animali e campi con il grano da mietere: tutti tentano una fuga dall’inferno portando povere stoviglie, materassi, brandelli di ricordi per la loro seconda vita. Viaggiano inscatolati come sardine, forse peggio; sognano scampo, incontreranno carestie. Se torneranno, troveranno case distrutte e miseria.

IL PARADOSSO è che la distruzione potrebbe avere come effetto collaterale perverso un proselitismo giovanile verso i talebani. Il peggio del peggio. Lo si vede bene nell’Afghanistan, dove l’oscurantismo dei fondamentalisti talebani impone visioni e rituali da notte della ragione. Per essere convincenti questi barbari fanatici usano l’arma chimica del fosforo bianco, sfigurano ragazze e donne con l’acido e scagliano bombe chimiche contro le scuole femminili: meglio bambine morte che istruite; meglio infibulate che evolute, meglio vendute da piccole come schiave a vecchi bavosi che emancipate.

SE È VERO, come dice Alda Merini, che chi pesa le sue parole cade in miseria, in casa Letizia ci sarà sempre abbondanza. Le luci della notorietà sono pericolose. Parlano e straparlano tutti. Mamma Anna confida a un giornalista: “Ho educato mia figlia nella luce del Vangelo e nel mito di Silvio”. La figlia, tra mille ovvietà, svela il suo pensiero sulla verginità: “un valore importante”. Il fidanzatino ha come traguardo la partecipazione a un reality. La patologia è grave, si impone un’urgente profilassi a base di silenzio.

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