Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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mercoledì 4 marzo 2009
Napoli, allarme debiti.
Un'illegalità diffusa, tanti piccoli e grandi sprechi per una pubblica amministrazione malata». Anche quest'anno è impietoso il quadro degli sprechi in Campania disegnato dal procuratore regionale della Corte dei Conti Arturo Martucci di Scarfizzi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
preca ancora troppo - dice il procuratore Scarfizzi - e per alcuni settori come la sanità il dato più preoccupante è legato alla difficoltà di accertare l'effettiva massa debitoria». Il Mattino di Napoli
Pubblico di seguito una nota di Diego Pascale.
È uno scandalo solo all'inizio, che può smascherare un vulcano di ruberie. L'inchiesta di Napoli sulle ditte fantasma che dovevano riqualificare i disoccupati ha i contorni dell'ennesimo spreco. Più vergognoso degli altri, perchè trasforma nel più bieco clientelarismo un'occasione di riscatto. Il perimetro della vicenda è impressionante. La Digos vuole capire che fine hanno fatto sessanta milioni di euro stanziati da Stato e Regione Campania per finanziare i corsi destinati a fornire nuove competenze professionali a chi aveva perso il lavoro. Tutto è cominciato con una constatazione choc: una decina di corsisti, finiti in carcere, continuavano a percepire l'assegno di cinquecento euro. Un assessore regionale ha segnalato l'anomalia alla polizia e sono scattati i controlli su sette aziende. In quel momento le sette avrebbero dovuto schierare mille "corsisti" ma gli agenti ne hanno trovati meno di cento, nonostante i nomi di molti altri risultassero sul registro delle presenze. Molte delle ditte, poi, avevano lo stesso indirizzo. E adesso gli investigatori sospettano che si trattasse di sigle fantasma, create ad arte solo per ingurgitare le sovvenzioni pubbliche. Ulteriori controlli, poi, hanno fatto scoprire che un'altra delle aziende finanziate era stata bandita dai rapporti con la pubblica amministrazione: i suoi titolari risultavano in contatto con camorristi. Possibile che tanto denaro pubblico venga buttato via senza nessuna verifica? O anche nei palazzi del potere c'è chi si è tagliato la sua fetta di torta?
preca ancora troppo - dice il procuratore Scarfizzi - e per alcuni settori come la sanità il dato più preoccupante è legato alla difficoltà di accertare l'effettiva massa debitoria». Il Mattino di Napoli
Pubblico di seguito una nota di Diego Pascale.
È uno scandalo solo all'inizio, che può smascherare un vulcano di ruberie. L'inchiesta di Napoli sulle ditte fantasma che dovevano riqualificare i disoccupati ha i contorni dell'ennesimo spreco. Più vergognoso degli altri, perchè trasforma nel più bieco clientelarismo un'occasione di riscatto. Il perimetro della vicenda è impressionante. La Digos vuole capire che fine hanno fatto sessanta milioni di euro stanziati da Stato e Regione Campania per finanziare i corsi destinati a fornire nuove competenze professionali a chi aveva perso il lavoro. Tutto è cominciato con una constatazione choc: una decina di corsisti, finiti in carcere, continuavano a percepire l'assegno di cinquecento euro. Un assessore regionale ha segnalato l'anomalia alla polizia e sono scattati i controlli su sette aziende. In quel momento le sette avrebbero dovuto schierare mille "corsisti" ma gli agenti ne hanno trovati meno di cento, nonostante i nomi di molti altri risultassero sul registro delle presenze. Molte delle ditte, poi, avevano lo stesso indirizzo. E adesso gli investigatori sospettano che si trattasse di sigle fantasma, create ad arte solo per ingurgitare le sovvenzioni pubbliche. Ulteriori controlli, poi, hanno fatto scoprire che un'altra delle aziende finanziate era stata bandita dai rapporti con la pubblica amministrazione: i suoi titolari risultavano in contatto con camorristi. Possibile che tanto denaro pubblico venga buttato via senza nessuna verifica? O anche nei palazzi del potere c'è chi si è tagliato la sua fetta di torta?
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