Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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venerdì 27 marzo 2009
Da padre in figlio: l'ereditarietà di un orco!
E LA MADRE? Come la definireste?
Al peggio non c'é mai fine, questo mi é stato insegnato e in effetti alcune notizie che leggo e valuto mi fanno pensare che certi detti non sbagliano.
Fredda la perizia medica: 'disturbo di personalita dipendente.'
Le hanno dato i più svariati nomi sui giornali a questa ragazza di 34 anni per salvaguardarne la vera identità, bene, a me piace chiamarla Chiara, come avrei chiamato mia figlia, se ne avessi avuta una.
Chiara, una vita fatta di violenze sessuali, sopprusi e maltrattamenti tanto da non rendersi più conto di quello che subiva, quasi un'estranea nel suo stesso corpo, un involucro martoriato per ben 25 dal padre-orco, prima, e dal fratello-orco, poi.
Aveva solo nove anni quando le luride mani del padre si allungano irreversibilmente sul suo corpicino. Tenuta a casa da scuola, segregata in una stanza senza neanche la luce, Chiara riesce a scappare una prima volta per rifugiarsi a casa di uno zio. Il 'padre orco', con la paura di essere denunciato, corre a riprendersela e la costringe a denunciare alla polizia, per violenze sessuali, lo zio che l'aveva accolta. Nonostante la dichiarazione di accusa da parte dello zio e il racconto di Chiara che incolpano il padre padrone di violenze e stupri, un consulente della Procura archivia il caso perché giudica inattendibile il loro racconto.
E così Chiara é costretta a ritornare alla sua raccapricciante vita, dalla quale riesce a scappare una seconda volta per rifugiarsi a casa del 'fratello orco', che più volte l'aveva stuprata.
Il 'padre orco' va a riprendersela e insieme alla 'madre' (di cui non ho una definizione), la obbliga a denunciare il figlio-orco. Ma Chiara in un attimo di lucidità, racconta tutto quello che aveva subito per ben 25 anni, dal padre e dal fratello, e il suo racconto é una valle di lacrime.
Scattano gli accertamenti della polizia che dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, scoprono che il padre di Chiara, 63 anni,venditore ambulante, abusava della figlia e che il fratello di Chiara, oltre che di lei, abusava delle sue 4 figlie (di 6,8, 12 e 20 anni)
Adesso padre-orco e fratello-orco sono in carcere, accusati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e atti osceni in luogo pubblico, dal momento che alcuni abusi sarebbero stati consumati in macchina, per strada.
Vittima degli abusi del padre di Chiara anche una cugina che, giunta a Torino per lavoro e ospitata dagli zii, è stata poi violentata. Chiara e le sue cugine sono state affidate a delle comunità di recupero.
Ogni volta che leggo queste notizie me lo chiedo sempre: ma dov'era l'altra parte della famiglia? Dov'era la 'madre' ma anche gli zii e i nonni? Perché questo terribile silenzio omertoso da parte di tutti?
Come si può, tacendo, e mi riferisco in particolar modo alla madre - non degna certamente di essere tale - avallare tutto questo orrore?
Al peggio non c'é mai fine, questo mi é stato insegnato e in effetti alcune notizie che leggo e valuto mi fanno pensare che certi detti non sbagliano.
Fredda la perizia medica: 'disturbo di personalita dipendente.'
Le hanno dato i più svariati nomi sui giornali a questa ragazza di 34 anni per salvaguardarne la vera identità, bene, a me piace chiamarla Chiara, come avrei chiamato mia figlia, se ne avessi avuta una.
Chiara, una vita fatta di violenze sessuali, sopprusi e maltrattamenti tanto da non rendersi più conto di quello che subiva, quasi un'estranea nel suo stesso corpo, un involucro martoriato per ben 25 dal padre-orco, prima, e dal fratello-orco, poi.
Aveva solo nove anni quando le luride mani del padre si allungano irreversibilmente sul suo corpicino. Tenuta a casa da scuola, segregata in una stanza senza neanche la luce, Chiara riesce a scappare una prima volta per rifugiarsi a casa di uno zio. Il 'padre orco', con la paura di essere denunciato, corre a riprendersela e la costringe a denunciare alla polizia, per violenze sessuali, lo zio che l'aveva accolta. Nonostante la dichiarazione di accusa da parte dello zio e il racconto di Chiara che incolpano il padre padrone di violenze e stupri, un consulente della Procura archivia il caso perché giudica inattendibile il loro racconto.
E così Chiara é costretta a ritornare alla sua raccapricciante vita, dalla quale riesce a scappare una seconda volta per rifugiarsi a casa del 'fratello orco', che più volte l'aveva stuprata.
Il 'padre orco' va a riprendersela e insieme alla 'madre' (di cui non ho una definizione), la obbliga a denunciare il figlio-orco. Ma Chiara in un attimo di lucidità, racconta tutto quello che aveva subito per ben 25 anni, dal padre e dal fratello, e il suo racconto é una valle di lacrime.
Scattano gli accertamenti della polizia che dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, scoprono che il padre di Chiara, 63 anni,venditore ambulante, abusava della figlia e che il fratello di Chiara, oltre che di lei, abusava delle sue 4 figlie (di 6,8, 12 e 20 anni)
Adesso padre-orco e fratello-orco sono in carcere, accusati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e atti osceni in luogo pubblico, dal momento che alcuni abusi sarebbero stati consumati in macchina, per strada.
Vittima degli abusi del padre di Chiara anche una cugina che, giunta a Torino per lavoro e ospitata dagli zii, è stata poi violentata. Chiara e le sue cugine sono state affidate a delle comunità di recupero.
Ogni volta che leggo queste notizie me lo chiedo sempre: ma dov'era l'altra parte della famiglia? Dov'era la 'madre' ma anche gli zii e i nonni? Perché questo terribile silenzio omertoso da parte di tutti?
Come si può, tacendo, e mi riferisco in particolar modo alla madre - non degna certamente di essere tale - avallare tutto questo orrore?
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a Palermo ho aperto in collaborazione con la asl, la polizia, alcuni avvocati ed assistenti sociali un telefono per dare assistenza ed aiuto alle donne violentate.
RispondiEliminaHo dato anche il mio contributo e spesso vado a lavorare rispondendo al telefono o andando a prendere le ragazze che chiamano-
è uno strazio.
il 65% delle violenze avviene dentro le mura familiari, ed è vissuta come una doppia violenza in quanto avviene nella propria casa con le persone che dovrebbero tutelare e difendere . non riesco neanche a parlarne perchè ho la visione di tanti volti di tanti bambini e bambine che raccontano cose che neanche dovrebbero consocere.
sono stata la prima firmataria della prima legge contro la violenza sessuale datata SOLO dieci anni fa! prima non era considerato un reato contro persone!!!!! Baci Cristina
Cri, grazie per essere passata. In Italia quando avviene uno stupro per strada soprattutto ad opera di un estracomunitario o anche di un comunitario se ne fa un caso di Stato. Con questo non intendo giustificare uno stupro, QUESTO MAI, chiaramente. Sottovalutare e disconoscere che il 65% degli stupri avvengono in famiglia é come occultare un cadavere.
RispondiEliminaSono fiera di TE cara e del tuo lavoro che svolgi con altruismo e dedizione. Abbiamo bisogno di persone come te nel nostro Martoriato Paese dove i politici sanno solo enunciare le loro 'benfatte' ma che non sanno mettere le 'mani in pasta'. Come sempre un abbraccio stritoloso.