(vignetta
Matteo Bertelli)

L’impegno della Bce e del Tesoro americano per salvare l’Italia sono davvero ammirevoli, e comprendono una serie di investimenti poderosi. Primo tra tutti, la creazione di una task force per far credere a Silvio
Berlusconi di contare ancora qualcosa. A Friburgo è in funzione da settimane uno speciale centralino, dove imitatori di tutti i paesi parlano con
Berlusconi. Chi si finge la Merkel, chi Sarkozy, chi Obama. Tutti a dire, «certo, Silvio», «come no, Silvio», in modo che l’anziano entertainer rimanga convinto di essere il primo ministro italiano.
Tremonti sta al gioco: del resto è convinto che anche
Tremonti conti qualcosa, un vero caso di autoipnosi. Naturalmente, pensare che
Berlusconi risolva la crisi economica italiana è come credere che Barbablù indaghi su certi casi di uxoricidio, o che
Marchionne sgancerà 20 miliardi di investimenti, cose manifestamente assurde. Ma proprio a questo serve oggi l’anziano pensionato di Arcore, a fare la sagoma in cartone, a mostrare la sua faccia di gomma buona per ogni occasione. Siamo ricchi, va tutto bene, la Borsa è una finzione, eccetera, eccetera. Uno sprezzo del ridicolo che il mondo ci invidia. Diciamolo: uno che ha un vulcano in giardino e che vi taglia 20 miliardi di welfare non si trova nemmeno in Grecia, nemmeno a Disneyworld. Uno che continua a parlare di ripresa economica mentre precipita da una rupe è il sogno degli speculatori di tutto il mondo, pare di vederli brindare a champagne ad ogni spettacolino approntato in sala stampa, darsi di gomito, sghignazzare… Ehi, guardate! C’è ancora quell’ometto! Sessanta milioni di ostaggi assistono desolati allo show e cominciano a pensare che il biglietto è troppo caro, i fans club sono in rivolta, il cerone si sfalda, le comparse si dileguano, i complici scappano, le spalle sbagliano le battute e il vecchio comico continua a muoversi meccanicamente, per inerzia. La farsa è diventata un film dell’orrore e del resto si sa: il clown è sempre stato una figura triste, inquietante, spaventosa.
fonte articolo 'Il Manifesto'
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