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di 'Per quel che mi riguarda'

domenica 7 agosto 2011

Guitto Palma di Marco Travaglio

(vignetta ideateatro)
È stato un errore ribattezzare “Zitto Palma” il nuovo ministro della Giustizia. Se vi siamo incorsi è stato perché non si rammentavano sue esternazioni di particolare rilievo e, appena nominato Guardagingilli, non aveva speso una parola contro la legge del “processo lungo”. Ma si stava semplicemente orientando col tom-tom nella sua variopinta biografia di giudice prestato alla politica (che fortunatamente non l’ha più restituito), cognato di un avvocato (Dinacci, difensore del premier e di Brancher), compare d’anello del presidente dell’Anm (Palamara), amico di un pregiudicato (Previti). Poi, in pochi giorni, ha ritrovato la favella per commentare, sul Giornale e sul Pompiere, l’ultimo caso di Stato: le sue imminenti vacanze in Polinesia: “La destinazione non la dico, problemi di sicurezza”. Già, perché il nostro eroe è braccato da organizzazioni mafiose e terroristiche di ogni genere e tipo, Al Qaeda, Ira ed Eta incluse: “Ove mai si dovesse conoscere la meta, sarei costretto a portare con me la scorta, con aggravio per le casse dello Stato, cosa che non permetterò mai”. Ecco, nessuno osi insinuare che le ferie gravino sulle spalle dei contribuenti: “Purtroppo per me, si tratta solo di 16 giorni, da Ferragosto al 31. Le ho pagate a maggio coi punti Millemiglia, perché io appartengo alla classe medio borghese e come tale mi muovo. Ho una Mercedes di 12 anni, l’ho comprata usata nel 2006, pagandola credo 9 mila euro. Poi non frequento i salotti, non vado al ristorante...”. Capita talvolta di incontrarlo alla mensa della Caritas, per dire. Ma è un duro, questo sì. Mica si lascia intimidire dal Fatto che lo chiama Zitto Palma: “Sono stato 25 anni sotto scorta per processi di terrorismo e criminalità organizzata. Mi insultassero pure, sono strutturato”. Non duro: strutturato, ecco. E pronto a metter mano all’epocale riforma della Giustizia, specie per impedire a certi putribondi magistrati di entrare in politica e poi di uscirne. Tipo lui, per esempio, che vi entrò nel 2001 senza mai lasciare la toga, ma ora ha scoperto improvvisamente il problema e lo risolverà da par suo: “Ho già chiesto i conteggi per il mio collocamento a riposo”. Il tempo di fare i conteggi, poi lascerà la magistratura. Con comodo. Decennio più, decennio meno. Nell’attesa, si colloca a riposo in Polinesia anche se i soliti malpensanti “alimentano polemiche sterili” per la sua assenza dall’Italia in piena burrasca finanziaria: “Non sono il ministro dell’Economia né dell’Interno. Non capisco perché sia tanto indispensabile che io rimanga qui. Sarò rintracciabile con telefoni e tecnologia varia, e dai quali (sic, ndr) mi sono messo in grado di tornare a Roma in qualsiasi momento, a mie spese”. Ecco, qualora l’assedio degli speculatori si facesse asfissiante e richiedesse la presenza di un tipo duro, anzi strutturato, lui si mette in contatto con tecnologia varia (un cellulare e, si sussurra, addirittura un i-pad) e, se non basta, torna. Si è messo in grado. Noi vorremmo qui lanciargli un accorato appello: resti pure in Polinesia, possibilmente più di 16 giorni, anzi 16 mesi, 16 anni, quanto gli pare. E si porti dietro il premier B con tutto il cucuzzaro di ministri e sottosegretari e, se avanza posto, parlamentari di maggioranza e, potendo, di opposizione. Per pagare a tutti un viaggio Roma-Tonga sola andata, gl’italiani non baderebbero a spese, ben felici di rinunciare alla loro idiosincrasia per la casta. Anche perché mille bungalow polinesiani ci costerebbero certamente meno di una casa a Roma per Tremonti o per Scajola. Eppoi il Belgio, senza governo da 415 giorni, è al riparo da turbolenze finanziarie e il suo Pil cresce del 2,4%. E non ha mai avuto un B. né un Palma. Figurarsi quanto potrebbe giovarsi l’Italia se il governo le venisse a mancare. La Giustizia, senza le “riforme” dei vari Palma, potrebbe persino rifiorire. E così l’economia se sparisse tutto il governo: oggi stesso Piazza Affari, anziché chiudere per eccesso di ribasso, riaprirebbe di domenica per eccesso di tripudio.

fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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2 commenti:

  1. Vorrei solo far notare che il viaggio pagato con i punti Millemiglia è stato pagato in ultima analisi dagli italiani e non dal neoministro perché è cosa risaputa che i parlamentari volano Alitalia per i voli di "servizio" per accumulare punti Millemiglia per loro e per le loro famiglie.

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  2. alì babà e i quaranta ladroni......governo Berlusconi

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