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sabato 2 luglio 2011
MEDIASET, I dolori del giovane Piersilvio di Alessandro Robecchi
(vignetta tratta da cristianbelcastroblog)
Non so perché, ma i dolori del giovane Piersilvio mi lasciano piuttosto freddino e indifferente. E sì che le ho provate tutte, anche le cipolle, eppure nemmeno una lacrimuccia mi spunta per l’ultima accorata esternazione del giovane Berlusconi. Gli fa paura l’atmosfera che si respira, povero Piersilvio. Di più! Teme «l’astio nei confronti di mio padre che spesso diventa astio contro Mediaset». Forse corre l’obbligo di ricordare al giovane erede qualche dettaglio, che magari gli possa far tornare alla mente come mai le fortune politiche del padre sono legate a doppio filo a Mediaset.
Sarà perché i telegiornali di quell’azienda sono diretti da Emilio Fede, un anziano sotto processo con l’accusa di portare prostitute proprio al papà colpito da tanto astio? Oppure da Clemente Mimun, uno che quando lavorava in Rai diceva che l’informazione doveva essere «un presidio antiguai» per papi Silvio? Sarà mica che si tende a pensare a Silvio Berlusconi e al suo potere come un tutt’uno con le sue aziende perché le sue aziende sbertucciano un magistrato come Mesiano per i suoi calzini? O perché i figuranti di Forum si lanciano in un peana contro i fancazzisti terremotati aquilani che si ostinano a vivere in albergo a sbafo? O perché i figuranti delle trasmissioni Mediaset li abbiamo trovati a fare i manifestanti pro-Silvio fuori dal Palazzo di Giustizia? Oppure sarà per il mistero glorioso di un’azienda che pur calando negli ascolti aumenta negli introiti pubblicitari, miracolo dovuto a un padrone che è anche padrone della politica italiana, guarda il caso?
Il vittimismo di Piersilvio è tale quale quello del babbo: chiagne e fotte (anche se il padre fotte di più, credo). E tutto questo proprio nella settimana in cui le intercettazioni rivelano che alcuni ruoli chiave in Rai (l’azienda concorrente) lavoravano per lui, mettendo mano ai palinsesti, infiltrati colpevoli di vero e proprio spionaggio industriale.
Metodo Berlusconi, insomma, in politica e negli affari. Non è per niente facile impietosirsi per le parole di Piersilvio mentre si leggono le telefonate di Deborah Bergamini, una ex segretaria di papà diventata vice direttore dei palinsesti Rai tutta impegnata a danneggiare l’azienda pubblica per favorire Mediaset. E che dire di certi ceffi piazzati da papà a fare il direttore generale della concorrenza? Dov’era il timoroso Piersilvio, allora? Era distratto? Non gridava all’astio? Non si appellava all’etica? Che il babbo nominasse per anni i vertici della concorrenza non lo turbava?
E questo solo per dire di politica, concorrenza sleale, etica in Berlusconi- style. Ci sarebbe poi da dire dell’offerta culturale, quella che produce ragazze Olgettina-style e distrazioni di massa. Ma non è il caso, davvero, di parlare di tivù. Il guasto operato daMediaset in questi anni (diciassette di sicuro) non riguarda né la tivù né l’estetica, ma la democrazia. C’è astio nei confronti di papà Silvio? Era ora! Significa che il paese si sta risvegliando. Questo ricadrà sulle sue armi propagandistiche, Mediaset prima di tutte? Inevitabile, e speriamo, in maniera devastante: deberlusconizzare non sarà facile né a Mediaset né in Mondadori per gente che si chiama Berlusconi. Quanto alla favoletta dell’eccellenza italiana la lasciamo ai gonzi che ancora ci credono. Andiamo, gente, ci sono in onda Fede, Mimun, Brachino, e l’eccellenza quando arriva?
fonte articolo 'Il Manifesto'
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Non so perché, ma i dolori del giovane Piersilvio mi lasciano piuttosto freddino e indifferente. E sì che le ho provate tutte, anche le cipolle, eppure nemmeno una lacrimuccia mi spunta per l’ultima accorata esternazione del giovane Berlusconi. Gli fa paura l’atmosfera che si respira, povero Piersilvio. Di più! Teme «l’astio nei confronti di mio padre che spesso diventa astio contro Mediaset». Forse corre l’obbligo di ricordare al giovane erede qualche dettaglio, che magari gli possa far tornare alla mente come mai le fortune politiche del padre sono legate a doppio filo a Mediaset.
Sarà perché i telegiornali di quell’azienda sono diretti da Emilio Fede, un anziano sotto processo con l’accusa di portare prostitute proprio al papà colpito da tanto astio? Oppure da Clemente Mimun, uno che quando lavorava in Rai diceva che l’informazione doveva essere «un presidio antiguai» per papi Silvio? Sarà mica che si tende a pensare a Silvio Berlusconi e al suo potere come un tutt’uno con le sue aziende perché le sue aziende sbertucciano un magistrato come Mesiano per i suoi calzini? O perché i figuranti di Forum si lanciano in un peana contro i fancazzisti terremotati aquilani che si ostinano a vivere in albergo a sbafo? O perché i figuranti delle trasmissioni Mediaset li abbiamo trovati a fare i manifestanti pro-Silvio fuori dal Palazzo di Giustizia? Oppure sarà per il mistero glorioso di un’azienda che pur calando negli ascolti aumenta negli introiti pubblicitari, miracolo dovuto a un padrone che è anche padrone della politica italiana, guarda il caso?
Il vittimismo di Piersilvio è tale quale quello del babbo: chiagne e fotte (anche se il padre fotte di più, credo). E tutto questo proprio nella settimana in cui le intercettazioni rivelano che alcuni ruoli chiave in Rai (l’azienda concorrente) lavoravano per lui, mettendo mano ai palinsesti, infiltrati colpevoli di vero e proprio spionaggio industriale.
Metodo Berlusconi, insomma, in politica e negli affari. Non è per niente facile impietosirsi per le parole di Piersilvio mentre si leggono le telefonate di Deborah Bergamini, una ex segretaria di papà diventata vice direttore dei palinsesti Rai tutta impegnata a danneggiare l’azienda pubblica per favorire Mediaset. E che dire di certi ceffi piazzati da papà a fare il direttore generale della concorrenza? Dov’era il timoroso Piersilvio, allora? Era distratto? Non gridava all’astio? Non si appellava all’etica? Che il babbo nominasse per anni i vertici della concorrenza non lo turbava?
E questo solo per dire di politica, concorrenza sleale, etica in Berlusconi- style. Ci sarebbe poi da dire dell’offerta culturale, quella che produce ragazze Olgettina-style e distrazioni di massa. Ma non è il caso, davvero, di parlare di tivù. Il guasto operato daMediaset in questi anni (diciassette di sicuro) non riguarda né la tivù né l’estetica, ma la democrazia. C’è astio nei confronti di papà Silvio? Era ora! Significa che il paese si sta risvegliando. Questo ricadrà sulle sue armi propagandistiche, Mediaset prima di tutte? Inevitabile, e speriamo, in maniera devastante: deberlusconizzare non sarà facile né a Mediaset né in Mondadori per gente che si chiama Berlusconi. Quanto alla favoletta dell’eccellenza italiana la lasciamo ai gonzi che ancora ci credono. Andiamo, gente, ci sono in onda Fede, Mimun, Brachino, e l’eccellenza quando arriva?
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