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di 'Per quel che mi riguarda'

martedì 19 luglio 2011

Autocomplotto di Marco Travaglio

Nonostante l’impegno, i badanti che tentano di rianimare il Cainano lo stanno avviando verso il coma irreversibile. Sallusti, il caso umano che dirige il fu Giornale, denuncia impavido “gli sprechi di Stato”: “Centinaia di milioni si perdono nel buco nero che alimenta gli inutili assistenzialismi e privilegi... I più odiosi sono quelli della politica, un’infernale macchina tritasoldi che resiste a ogni cura dimagrante”. E bravo zio Tibia. Uno si aspetta da una riga all’altra che denunci i farabutti autori dell’orrendo complotto contro i tagli alla Casta: per esempio quelli che negli ultimi dieci anni hanno governato l’Italia per otto senza tagliare un euro. Invece lui li chiama “lorsignori”, senza nomi né cognomi, come se fossero una categoria dello spirito, poi vira rapidamente contro Fini e contro il Fatto che lo ha sollecitato a proporre dei tagli. Fini, com’è noto, è all’opposizione e l’altro giorno il suo Fli, con l’Idv e l’Udc ha votato per abolire le Province. Ma Pdl, Lega e Pd hanno votato contro. Il caso umano però non lo può scrivere, sennò lo licenziano. E allora con chi se la prende? Con uno a caso: “Travaglio per la giustizia si affida a Spatuzza e Ciancimino. Per la moralità privata prende per oro colato escort e ricattatrici”. Verrebbe voglia di chiamare l’ambulanza e farlo visitare. Ma occorrerebbe un ospedale da campo, perché i visitandi sono legione. Negli ultimi giorni i badanti di B. delirano su una presunta ritrattazione di Patrizia D’Addario che, intervistata da Libero, ha rivelato: “Mi hanno usata per incastrare B.”, ovviamente “a mia insaputa”. Come una Scajola qualsiasi. Il che fa dire a Belpietro che la sua notte nel lettone di B. (anzi di Putin) “è oscura e tutta da riscrivere”; e al Giornale che “si smaschera il bluff della D’Addario, usata per colpire B”. Ora, l’unica ritrattazione possibile sarebbe una dichiarazione della D’Addario che smentisce di aver fatto sesso con il premier, portata e pagata da un pappone poi arrestato per droga e sfruttamento della prostituzione, e di essere stata candidata in un lista Pdl a Bari. Naturalmente questo non viene smentito perché è tutto vero e registrato sul cellulare della signora. La quale ora si limita ad accusare il suo avvocato di averla “costretta” a dare interviste. Una barzelletta. Come racconta al nostro sito un fotoreporter, erano mesi che la D’Addario tentava di piazzare la sua storia a un settimanale. Poi ci scrisse pure un libro con i dettagli, anche anatomici, della sua notte a Palazzo Grazioli. Costretta anche a scrivere il libro? E a presentarlo una ventina di volte in tournée per l’Italia e per le tv? E a incassare i diritti d’autore, magari a sua insaputa? Il brillante risultato dello scoop di Libero è che si torna a parlare del premier puttaniere e di una escort candidata nel centrodestra, quando molti si erano ormai scordati dello scandalo. Un trionfo mediatico. Non scherzano neppure i badanti di Bossi. Il geniale Castelli, pensando di far cosa gradita, tuona contro la striscia di Disegni sul Misfatto con il suo capo che farfuglia frasi incomprensibili. “Disgustosa” satira su un uomo malato, come se la salute di un ministro fosse un segreto di Stato. Il guaio è che negli stessi giorni Bossi biascicava “Papa deve andare in galera”. Poi, meno di 24 ore dopo, si rimangiava tutto: “Mandare in galera una persona non ancora condannata, come Craxi, non serve a nessuno”. Ma Craxi non andò in galera né prima né dopo le condanne. A questo punto ricordare che Bossi è un uomo malato non solo non è disgustoso, bensì doveroso. Ma è anche un’opera di carità: un pietoso alibi per le scempiaggini che dice.

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