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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 20 giugno 2011

DUE MILIONI, TUTTI IN PIEDI-Durante la diretta la Rai, Mediaset e La7 hanno perso 9 punti di share rispetto a venerdì scorso. di Carlo Tecce

Tutti in piedi nel parco di villa Angeletti o incapsulanti davanti al maxischermo di via Indipendenza a Bologna oppure seduti a casa con televisioni e computer accesi. Tutti: sono due milioni di persone. Che guardano un evento diverso per chiedere un televisione diversa, che Roberto Benigni riassume in tre parole: “L'Italia s'è desta”, e dunque Signori, entra il lavoro per i 110 anni del sindacato Fiom. Due milioni che si vedono e si ramificano in molteplici direzioni: trentamila dal vivo, centinaia di migliaia dai vari siti, più di un milione dai canali digitali, satellitari, locali. Tanti fili per una rete: “Un mosaico di più fonti d'informazione – dice Michele Santoro - con un numero importante di spettatori. Una multi-piattaforma che, secondo gli indizi, è uno strumento vincente anche per l'ascolto”. Il pubblico che arriva con percorsi non convenzionali ferisce la televisione generalista : le sei reti di Rai e Mediaset più La7, rispetto a sette giorni prima, perdono 9 punti di share durante la diretta di villa Angeletti.
I TRANSFUGHI vanno ritrovati nel gruppo di emittenti regionali, nei siti dei giornali nazionali e dei movimenti, nei dati di Rainews (150 mi-la persone in differita di un’ ora e mezza) e di Current. La fascia di giovani dai 20 ai 24 anni ha premiato la rete di Al Gore, che resiste con un avviso di sfratto di Rupert Murdoch con scadenza tra un mese: 253 mila persone (e picchi di 702 mila) hanno visto Tutti in piedi su Current, regalandole la prima piazza col 16 per cento di share tra il pubblico di Sky. Quasi un milione di italiani hanno seguito la satira di Vauro e le canzoni dei Subsonica attraverso la schiera di televisioni locali. Ma soltanto una piccola parte viene rintracciata con le rilevazione Auditel: 155mila Telenorba, 133 mila Telelombardia, 132 Rtv 38, 34 mila Antenna Sicilia. Anche internet è l'azionista di riferimento di Bologna: 85 mila utenti in media su Repubblica.it  , 50 mila sul Fat  toquotidiano.it   e 50 mila contatti su Corriere.it  .
Tutti in piedi non ha un editore né un canale certo, una sigla e neppure un direttore, nessuna circolare di viale Mazzini e nessun timbro per la scaletta eppure un evento gratuito è costato quanto ha incassato: stessa cifra in entrata e in uscita, circa 150 mila euro. La sottoscrizione spontanea di 2,5 euro con un accredito postale o una telefonata ha raggiunto 40 mila euro, le 4 pubblicità vendute ne hanno fruttati circa 120 mila: e dunque le quasi 4 ore di diretta, fra musica, lavoro, giustizia e sindacato, pareggiano i conti (anche perchè tutti i partecipanti erano “gratis”).
L’ESPERIMENTO di Bologna spiega come sia possibile la televisione economicamente sostenibile e libera per definizione. Nei giorni di complesse indiscrezioni sull’imminente passaggio di Santoro a La7, nonostante il sondaggio di piazza in villa Angeletti (“Alzi la mano chi vuole ancora Annozero in Rai”), ecco una nuova e affascinante soluzione: la televisione senza editori né padroni, pubblici o privati che siano; facce mai viste nei telegiornali di Augusto Minzolini (Tg1) e Clemente Mimun (Tg5); spettatori che cercano l’evento e scelgono come vederlo. Serena Dandini, conduttrice d’eccezione con Vauro, a Bologna indossava una maglia con scritta rossa: “Orgoglio Rai”. Nessuno ieri ha replicato a migliaia di mani alzati che invocavano il ritorno di Annozero su Raidue. Adesso che viale Mazzini ha buttato nel cestino una trasmissione che lascia in eredità 20 milioni di euro di pubblicità in 5 anni, Paolo Ruffini (direttore di Raitre) chiede di pensarci bene prima di tagliare pure Vieni via con me di Fabio Fazio e Roberto Saviano: “Fatevi sentire, abbiamo bisogno anche della vostra voce. Sull'impegno di Rai3 potete contarci”. Cose da Rai: un direttore di rete, consapevole dell’indifferenza dei suoi dirigenti, è costretto a rivolgersi al pubblico per salvare Vieni via con me, una trasmissione che vale 10 milioni di persone. Ecco perché Bologna ha scritto due tempi del vero servizio pubblico: Raiperunanotte era contro la censura di viale Mazzini, Tutti in piedi è oltre.

Fonte articolo e foto 'Il Fatto Quotidiano'
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