Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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mercoledì 15 dicembre 2010
SCILIPOTILANDIA di Oliviero Beha
(vignetta punchparide)
Adesso qualcuno ancora in possesso di un briciolo di onestà politica e di generica buona fede alzi la manina per dire che tutto ciò non era prevedibile. Dico le scene in Parlamento e fuori, questo interminabile Inverno del Patriarca che non ha nulla di epico neppure nel peggio e casomai tutto di grottesco. Come nel finale apparentemente appiccicato (un film nel film) che conclude il “Caimano” di Nanni Moretti. È vero, sullo schermo Lui veniva processato e arrestato e qui no, pare vincente sia pure alla Pirro, ma il clima di paura e fanghiglia era lo stesso di oggi. Devo purtroppo precisare dal mio punto di vista che non credo affatto che sarebbe cambiato nulla con il voto a sfavore del Caimano da parte dei tre/quattro/cinque voltagabbana di una gabbana già consunta dai mille rattoppi e rovesciamenti. Mi rifugio per tale punto di vista nel mio cognome “straniero”, da osservatore, per tentare di abbracciare con lo sguardo più realtà possibile, per sostenere che ovviamente penso a Berlusconi come di gran lunga la principale fonte di disagio oggi in Italia, ma non da solo, non unica causa bensì anche effetto, in un continuo scambio di ruoli e di compromissioni che in fondo il voto di ieri, preannunciato e conclamato addirittura più di una puntata di “Vieni via con me”, ha messo in vetrina con un’evidenza solare, impossibile da ignorare. E difatti, difatti... l’hanno votato nemmeno troppo a sorpresa (“la notte porta al Consiglio dei ministri”) qualche “traditore” che ha “tradito” in extremis il “Traditore” per eccellenza, Fini. Esistono anche i traditori al quadrato. E i voti Lui li ha presi pure da quello dei mutui o da quell’altro disgraziato di Scilipoti che aveva allegato alle sue bestemmie sulla “responsabilità” con i due compari del nuovo gruppo parlamentare addirittura un “testo”, come ha detto in forma di dichiarazione di voto contro la sfiducia alla Camera. Nel frattempo nella stessa “piazza” in cui manifestava tutto il suo disagio nel giorno fatidico il paese “reale” che non ce la fa più, in strada c’era pure quel gruppo di immigrati pagati dal medesimo Scilipoti per inalberare striscioni a suo favore. Che vergogna... Ma che vergogna sarebbe stata anche se l’avesse fatto dall’altra parte, e purtroppo uno Scilipoti è uno Scilipoti comunque, fa categoria e non solo gruppo parlamentare, fa categoria politica, fa categoria personale, è sempre lui comunque voti. In questo caso siamo costretti a guardare il dito, lo Scilipoti acquistato al mercato che vota contro Di Pietro e a favore dell’Inarrestabile, e non la luna che è questa politica non politica, anti-politica, apolitica, un’occupazione abusiva di suolo pubblico che trova la sua giustificazione nel voto del “popolo” e nel voto dei suoi rappresentanti. Ebbene, non è libero il voto nei seggi per una serie di motivi che attengono alla violazione (stra-accettata da tutti) degli articoli competenti della Costituzione, a partire dal 48 e dal 49, e si vede con ogni evidenza come non sia libero il voto in Parlamento. Ieri, come oggi e domani, sono giorni di una nefasta legislatura che è tale perché non sente le urla della strada ma solo le promesse di voto, per il Caimano maggioritario e per i suoi avversari minoritari. Con un po’ di rossore ammetto che non era male la dichiarazione di voto di Casini, pur politico e democristiano fino al midollo, e ho detto tutto... Berlusconi riesce a migliorare e non solo a peggiorare i suoi avversari, se sono autenticamente tali. Quindi nessuna sorpresa, né per il Palazzo né per la Piazza. Si raccoglie ciò che si è oppure non si è seminato. Ps. A un certo punto mi è parso che a Montecitorio il questore di turno chiamasse al voto il deputato “Senzadubbio”: ho controllato di corsa, purtroppo non esisteva, era invece un’interlocuzione… Peccato, davvero peccato per una giornata campale simile di questo orrendo presepe italiano.
Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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Sciliputin di Marco Travaglio
IL PALAZZO E LA STRADA - «Dentro» e «fuori», la verità della fiction di Ida Dominijanni
Adesso qualcuno ancora in possesso di un briciolo di onestà politica e di generica buona fede alzi la manina per dire che tutto ciò non era prevedibile. Dico le scene in Parlamento e fuori, questo interminabile Inverno del Patriarca che non ha nulla di epico neppure nel peggio e casomai tutto di grottesco. Come nel finale apparentemente appiccicato (un film nel film) che conclude il “Caimano” di Nanni Moretti. È vero, sullo schermo Lui veniva processato e arrestato e qui no, pare vincente sia pure alla Pirro, ma il clima di paura e fanghiglia era lo stesso di oggi. Devo purtroppo precisare dal mio punto di vista che non credo affatto che sarebbe cambiato nulla con il voto a sfavore del Caimano da parte dei tre/quattro/cinque voltagabbana di una gabbana già consunta dai mille rattoppi e rovesciamenti. Mi rifugio per tale punto di vista nel mio cognome “straniero”, da osservatore, per tentare di abbracciare con lo sguardo più realtà possibile, per sostenere che ovviamente penso a Berlusconi come di gran lunga la principale fonte di disagio oggi in Italia, ma non da solo, non unica causa bensì anche effetto, in un continuo scambio di ruoli e di compromissioni che in fondo il voto di ieri, preannunciato e conclamato addirittura più di una puntata di “Vieni via con me”, ha messo in vetrina con un’evidenza solare, impossibile da ignorare. E difatti, difatti... l’hanno votato nemmeno troppo a sorpresa (“la notte porta al Consiglio dei ministri”) qualche “traditore” che ha “tradito” in extremis il “Traditore” per eccellenza, Fini. Esistono anche i traditori al quadrato. E i voti Lui li ha presi pure da quello dei mutui o da quell’altro disgraziato di Scilipoti che aveva allegato alle sue bestemmie sulla “responsabilità” con i due compari del nuovo gruppo parlamentare addirittura un “testo”, come ha detto in forma di dichiarazione di voto contro la sfiducia alla Camera. Nel frattempo nella stessa “piazza” in cui manifestava tutto il suo disagio nel giorno fatidico il paese “reale” che non ce la fa più, in strada c’era pure quel gruppo di immigrati pagati dal medesimo Scilipoti per inalberare striscioni a suo favore. Che vergogna... Ma che vergogna sarebbe stata anche se l’avesse fatto dall’altra parte, e purtroppo uno Scilipoti è uno Scilipoti comunque, fa categoria e non solo gruppo parlamentare, fa categoria politica, fa categoria personale, è sempre lui comunque voti. In questo caso siamo costretti a guardare il dito, lo Scilipoti acquistato al mercato che vota contro Di Pietro e a favore dell’Inarrestabile, e non la luna che è questa politica non politica, anti-politica, apolitica, un’occupazione abusiva di suolo pubblico che trova la sua giustificazione nel voto del “popolo” e nel voto dei suoi rappresentanti. Ebbene, non è libero il voto nei seggi per una serie di motivi che attengono alla violazione (stra-accettata da tutti) degli articoli competenti della Costituzione, a partire dal 48 e dal 49, e si vede con ogni evidenza come non sia libero il voto in Parlamento. Ieri, come oggi e domani, sono giorni di una nefasta legislatura che è tale perché non sente le urla della strada ma solo le promesse di voto, per il Caimano maggioritario e per i suoi avversari minoritari. Con un po’ di rossore ammetto che non era male la dichiarazione di voto di Casini, pur politico e democristiano fino al midollo, e ho detto tutto... Berlusconi riesce a migliorare e non solo a peggiorare i suoi avversari, se sono autenticamente tali. Quindi nessuna sorpresa, né per il Palazzo né per la Piazza. Si raccoglie ciò che si è oppure non si è seminato. Ps. A un certo punto mi è parso che a Montecitorio il questore di turno chiamasse al voto il deputato “Senzadubbio”: ho controllato di corsa, purtroppo non esisteva, era invece un’interlocuzione… Peccato, davvero peccato per una giornata campale simile di questo orrendo presepe italiano.
Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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