Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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venerdì 10 dicembre 2010
Nessuno tocchi Cenerentolo di Marco Travaglio
(vignetta puchparide)
L’altra sera, durante le ultime scene di “Cenerentola”, centinaia di migliaia di bambini si sono ritrovati di fronte una scena raccapricciante che ha trasformato la favola in film horror: al posto del principe azzurro, è comparso il volto maculato di Bruno Vespa che, sormontato dalla scritta rasserenante “Yara e Sarah: come difendere i nostri figli?”, ammoniva i minori all’ascolto con grave sprezzo della sintassi: “Stiamo vedendo Cenerentola, che ha fatto sognare intere generazioni. Ma chi mai potrebbe immaginare che una bambina di 13 anni scompare in 700 metri di strada o che un’altra di 15 finisce in un garage e non ne esce?”. Attenti, piccini, domani potrebbe toccare anche a voi. Poi, senza soluzione di continuità, riappariva la strega cattiva: un sollievo, per i baby-telespettatori. Qualcuno pensava all’interferenza di un altro cartoon disneyano, la “Carica dei 101”. Altri in preda agli incubi invocavano la mamma. Altri ancora chiamavano direttamente il Telefono azzurro. Il dalmata del mezzobustismo irrompeva nella fiaba per sponsorizzare, una volta tanto, non il suo libro, ma la trentesima puntata di Porta a Porta sul “giallo” di Avetrana in condominio con quello di Brembate di Sopra: gli unici argomenti con cui riesce ancora a fare ascolti. Una sua lettera al Corriere aiuta a comprendere meglio la tetra irruzione: il Vespa si considera il Cenerentolo della tv, censurato, boicottato, reietto nel “lazzaretto degli appestati” perché è un “moderato che non indossa l’elmetto” e soprattutto conduce “l’unica trasmissione di un certo peso non schierata a sinistra tra le tante che vanno in onda sulla Rai”, naturalmente “trasmessa nell’orario più sacrificato” (solo quattro sere a settimana, per giunta non in mondovisione, al modico stipendio di 2,1 milioni l’anno). Accerchiato da un palinsesto tutto bolscevico (compresi Tg1, Tg2, L’arena di Giletti, Ultima parola, Unomattina, La vita in diretta, I fatti vostri, il segnale orario, le previsioni del tempo e le estrazioni del lotto, dove peraltro l’appestato riesce sempre, non si sa come, a piazzare i suoi libri), il Sacharov de noantri denuncia anche la vile aggressione subita in una libreria di Milano a opera di Piero Ricca, che ha attentato alla sua vita a domanda armata: Vespa sostiene che Ricca “è venuto a insultarmi”, ma Ricca spiega al Corriere, e documenta con un video, che le sue erano solo domande. L’ultima volta che i due s’incontrarono, Ricca gli spiegò che l’editore dei suoi libri possiede la Mondadori grazie a una sentenza comprata da Previti con soldi di B., ma lui disse che non gli risultava che Previti fosse stato condannato per Mondadori (uno spettatore distratto avrebbe potuto dedurne che il giornalista di Rai1 fosse l’informato Ricca, non il disinformato Vespa). Ieri, fallita la missione sul Corriere, Cenerentolo ci ha riprovato con un’intervista al Giornale. Ha rivelato che, “se B. non fosse sceso in campo 17 anni fa, avremmo avuto un’Italia meno libera” e che “Minzolini è un direttore scomodo” (mai come le sue note spese). Ha chiesto la cacciata di Loris Mazzetti: “Scrive da anni articoli contro la sua azienda” e “negli Usa sarebbe stato licenziato da un pezzo” (e chissà che ne sarebbe, negli Usa, di un mezzobusto Rai che chiede il licenziamento di un dirigente della sua azienda). Infine la solita gnagnera: “Se non stai a sinistra, vieni collocato tra i servi di Berlusconi”. Nooo! Quale mente malata ha mai potuto anche solo pensarlo? Ora il Sacharov della tv teme per la propria incolumità, anche se gira con scorta, autoblu e lampeggiante: “L’11 dicembre a Roma, durante la mobilitazione Pd, qualcuno mi suggerisce di starmene a casa. Perché magari qualche compagno della base... Io me ne andrò in giro tranquillamente”. Bravo: lui marcerà come un sol uomo alla manifestazione anti-B. Anche al prezzo della vita. Costi quel che costi. Anche perché, minaccia, “quando i moderati sbottano possono esserci conseguenze imprevedibili”: nel lazzaretto, potrebbero persino raddoppiargli lo stipendio.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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L’altra sera, durante le ultime scene di “Cenerentola”, centinaia di migliaia di bambini si sono ritrovati di fronte una scena raccapricciante che ha trasformato la favola in film horror: al posto del principe azzurro, è comparso il volto maculato di Bruno Vespa che, sormontato dalla scritta rasserenante “Yara e Sarah: come difendere i nostri figli?”, ammoniva i minori all’ascolto con grave sprezzo della sintassi: “Stiamo vedendo Cenerentola, che ha fatto sognare intere generazioni. Ma chi mai potrebbe immaginare che una bambina di 13 anni scompare in 700 metri di strada o che un’altra di 15 finisce in un garage e non ne esce?”. Attenti, piccini, domani potrebbe toccare anche a voi. Poi, senza soluzione di continuità, riappariva la strega cattiva: un sollievo, per i baby-telespettatori. Qualcuno pensava all’interferenza di un altro cartoon disneyano, la “Carica dei 101”. Altri in preda agli incubi invocavano la mamma. Altri ancora chiamavano direttamente il Telefono azzurro. Il dalmata del mezzobustismo irrompeva nella fiaba per sponsorizzare, una volta tanto, non il suo libro, ma la trentesima puntata di Porta a Porta sul “giallo” di Avetrana in condominio con quello di Brembate di Sopra: gli unici argomenti con cui riesce ancora a fare ascolti. Una sua lettera al Corriere aiuta a comprendere meglio la tetra irruzione: il Vespa si considera il Cenerentolo della tv, censurato, boicottato, reietto nel “lazzaretto degli appestati” perché è un “moderato che non indossa l’elmetto” e soprattutto conduce “l’unica trasmissione di un certo peso non schierata a sinistra tra le tante che vanno in onda sulla Rai”, naturalmente “trasmessa nell’orario più sacrificato” (solo quattro sere a settimana, per giunta non in mondovisione, al modico stipendio di 2,1 milioni l’anno). Accerchiato da un palinsesto tutto bolscevico (compresi Tg1, Tg2, L’arena di Giletti, Ultima parola, Unomattina, La vita in diretta, I fatti vostri, il segnale orario, le previsioni del tempo e le estrazioni del lotto, dove peraltro l’appestato riesce sempre, non si sa come, a piazzare i suoi libri), il Sacharov de noantri denuncia anche la vile aggressione subita in una libreria di Milano a opera di Piero Ricca, che ha attentato alla sua vita a domanda armata: Vespa sostiene che Ricca “è venuto a insultarmi”, ma Ricca spiega al Corriere, e documenta con un video, che le sue erano solo domande. L’ultima volta che i due s’incontrarono, Ricca gli spiegò che l’editore dei suoi libri possiede la Mondadori grazie a una sentenza comprata da Previti con soldi di B., ma lui disse che non gli risultava che Previti fosse stato condannato per Mondadori (uno spettatore distratto avrebbe potuto dedurne che il giornalista di Rai1 fosse l’informato Ricca, non il disinformato Vespa). Ieri, fallita la missione sul Corriere, Cenerentolo ci ha riprovato con un’intervista al Giornale. Ha rivelato che, “se B. non fosse sceso in campo 17 anni fa, avremmo avuto un’Italia meno libera” e che “Minzolini è un direttore scomodo” (mai come le sue note spese). Ha chiesto la cacciata di Loris Mazzetti: “Scrive da anni articoli contro la sua azienda” e “negli Usa sarebbe stato licenziato da un pezzo” (e chissà che ne sarebbe, negli Usa, di un mezzobusto Rai che chiede il licenziamento di un dirigente della sua azienda). Infine la solita gnagnera: “Se non stai a sinistra, vieni collocato tra i servi di Berlusconi”. Nooo! Quale mente malata ha mai potuto anche solo pensarlo? Ora il Sacharov della tv teme per la propria incolumità, anche se gira con scorta, autoblu e lampeggiante: “L’11 dicembre a Roma, durante la mobilitazione Pd, qualcuno mi suggerisce di starmene a casa. Perché magari qualche compagno della base... Io me ne andrò in giro tranquillamente”. Bravo: lui marcerà come un sol uomo alla manifestazione anti-B. Anche al prezzo della vita. Costi quel che costi. Anche perché, minaccia, “quando i moderati sbottano possono esserci conseguenze imprevedibili”: nel lazzaretto, potrebbero persino raddoppiargli lo stipendio.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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