Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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domenica 7 novembre 2010
Qualche domanda all’on. avv. Ghedini di Marco Travaglio
Gentile on. avv. Ghedini,
ho spesso polemizzato con Lei sulle leggi ad personam che hanno deviato il normale corso della Giustizia nei confronti del presidente del Consiglio. Ma conosco la Sua fama di legale duro ma corretto, anche perché, con le leggi ad personam di cui sopra, non avrebbe neppure bisogno di commettere scorrettezze. Ora però un Suo collega penalista ci inoltra alcuni interrogativi che meritano una Sua replica chiarificatrice. Riguardano le “indagini difensive” da Lei condotte nel Suo ufficio presso la villa di Arcore sul caso di “Ruby” e delle altre frequentatrici delle residenze del premier. Indagini lecite, ma delicatissime. Basta un nonnulla e potrebbero diventare un’interferenza nell’inchiesta della Procura di Milano, perché un testimone che passi prima da lei e solo dopo dai Pm potrebbe risultare influenzato, insomma già “formattato” su una versione “minimalista”. Ma veniamo alle domande del Suo collega.
Lei, ad Annozero, ha dichiarato di aver “acquisito le dichiarazioni delle ragazze tramite i loro difensori”. In quale veste l’ha fatto? La legge consente al difensore di investigare per conto di un cliente già indagato o che prevede di diventare indagato o parte offesa. Da quel momento il difensore assume la veste di pubblico ufficiale e, se convoca testimoni per verbalizzarne le dichiarazioni, deve registrarle tutte, anche quelle eventualmente sfavorevoli al suo assistito (se no commette un reato punito fino a 4 anni). La persona sentita deve sapere tutto del perché viene sentita, così può decidere se parlare o tacere. Se parla deve dire la verità, se no commette falsa testimonianza. Ora, come precisa il procuratore di Milano, B. nel caso Ruby non è indagato: l’ha dunque incaricata come indagabile o come parte lesa? E lesa da chi o da cosa? Dai possibili ricatti di ragazze, fornitori, accompagnatori? Ma c’è di più: il Suo collega fa notare che Lei non poteva raccogliere dichiarazioni tramite i “difensori delle ragazze”, perché chi ha un difensore è per definizione indagato. E qui non risultano ragazze indagate. A parte Ruby, che però lo è per il presunto furto ai danni delle amiche, di cui B. non può essere parte lesa. Dunque perché Lei ha sentito Ruby e le altre ragazze? E di cosa sono accusate, se sono munite di difensori? Forse di favoreggiamento della prostituzione (ma per quel reato risultano indagati solo Mora, Fede e la Minetti)? Nel qual caso, non si scappa: siccome B. non può essere parte lesa di un giro di prostituzione, non essendo una escort ma eventualmente l’“utilizzatore finale” e dunque non la vittima, c’è una sola giustificazione alle Sue indagini difensive: che B. si ritenga indagabile per favoreggiamento della prostituzione (o tema di essere vittima di un ricatto). Se poi Lei ha davvero avuto dichiarazioni di ragazze indagate tramite i loro difensori, il discorso si complica vieppiù. La norma sulle indagini difensive consente all’avvocato di sentire una persona (col difensore se è indagata, senz’avvocato se è testimone). Non di acquisire dichiarazioni scritte di indagati tramite i difensori: queste non sono indagini difensive, ma pezzi di carta senz’alcun valore di prova. Chi garantisce infatti sulla loro autenticità? Non l’indagato, che ha diritto di mentire. Non il difensore, che non può sapere se il cliente mente o dice il vero. Non il raccoglitore, cioè Lei, che ne sa ancor meno. Dunque a che titolo Lei ha ricevuto dichiarazioni di ragazze munite di difensore? E a che titolo i difensori di quelle ragazze hanno trasmesso a Lei le loro dichiarazioni? Oltretutto le indagini difensive sono coperte dal segreto investigativo come quelle del Pm: dunque, se le Sue erano vere indagini difensive, Lei non avrebbe dovuto divulgarne i contenuti ad Annozero. Infine, una mia curiosità personale: ma se Lei era così sicuro che Berlusconi, nel caso Ruby, ha fatto solo un’opera di bene e non è ricattabile da nessuno, perché s’è precipitato a fare tutte quelle indagini difensive? In attesa di un Suo cortese riscontro, La saluto cordialmente.
Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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ho spesso polemizzato con Lei sulle leggi ad personam che hanno deviato il normale corso della Giustizia nei confronti del presidente del Consiglio. Ma conosco la Sua fama di legale duro ma corretto, anche perché, con le leggi ad personam di cui sopra, non avrebbe neppure bisogno di commettere scorrettezze. Ora però un Suo collega penalista ci inoltra alcuni interrogativi che meritano una Sua replica chiarificatrice. Riguardano le “indagini difensive” da Lei condotte nel Suo ufficio presso la villa di Arcore sul caso di “Ruby” e delle altre frequentatrici delle residenze del premier. Indagini lecite, ma delicatissime. Basta un nonnulla e potrebbero diventare un’interferenza nell’inchiesta della Procura di Milano, perché un testimone che passi prima da lei e solo dopo dai Pm potrebbe risultare influenzato, insomma già “formattato” su una versione “minimalista”. Ma veniamo alle domande del Suo collega.
Lei, ad Annozero, ha dichiarato di aver “acquisito le dichiarazioni delle ragazze tramite i loro difensori”. In quale veste l’ha fatto? La legge consente al difensore di investigare per conto di un cliente già indagato o che prevede di diventare indagato o parte offesa. Da quel momento il difensore assume la veste di pubblico ufficiale e, se convoca testimoni per verbalizzarne le dichiarazioni, deve registrarle tutte, anche quelle eventualmente sfavorevoli al suo assistito (se no commette un reato punito fino a 4 anni). La persona sentita deve sapere tutto del perché viene sentita, così può decidere se parlare o tacere. Se parla deve dire la verità, se no commette falsa testimonianza. Ora, come precisa il procuratore di Milano, B. nel caso Ruby non è indagato: l’ha dunque incaricata come indagabile o come parte lesa? E lesa da chi o da cosa? Dai possibili ricatti di ragazze, fornitori, accompagnatori? Ma c’è di più: il Suo collega fa notare che Lei non poteva raccogliere dichiarazioni tramite i “difensori delle ragazze”, perché chi ha un difensore è per definizione indagato. E qui non risultano ragazze indagate. A parte Ruby, che però lo è per il presunto furto ai danni delle amiche, di cui B. non può essere parte lesa. Dunque perché Lei ha sentito Ruby e le altre ragazze? E di cosa sono accusate, se sono munite di difensori? Forse di favoreggiamento della prostituzione (ma per quel reato risultano indagati solo Mora, Fede e la Minetti)? Nel qual caso, non si scappa: siccome B. non può essere parte lesa di un giro di prostituzione, non essendo una escort ma eventualmente l’“utilizzatore finale” e dunque non la vittima, c’è una sola giustificazione alle Sue indagini difensive: che B. si ritenga indagabile per favoreggiamento della prostituzione (o tema di essere vittima di un ricatto). Se poi Lei ha davvero avuto dichiarazioni di ragazze indagate tramite i loro difensori, il discorso si complica vieppiù. La norma sulle indagini difensive consente all’avvocato di sentire una persona (col difensore se è indagata, senz’avvocato se è testimone). Non di acquisire dichiarazioni scritte di indagati tramite i difensori: queste non sono indagini difensive, ma pezzi di carta senz’alcun valore di prova. Chi garantisce infatti sulla loro autenticità? Non l’indagato, che ha diritto di mentire. Non il difensore, che non può sapere se il cliente mente o dice il vero. Non il raccoglitore, cioè Lei, che ne sa ancor meno. Dunque a che titolo Lei ha ricevuto dichiarazioni di ragazze munite di difensore? E a che titolo i difensori di quelle ragazze hanno trasmesso a Lei le loro dichiarazioni? Oltretutto le indagini difensive sono coperte dal segreto investigativo come quelle del Pm: dunque, se le Sue erano vere indagini difensive, Lei non avrebbe dovuto divulgarne i contenuti ad Annozero. Infine, una mia curiosità personale: ma se Lei era così sicuro che Berlusconi, nel caso Ruby, ha fatto solo un’opera di bene e non è ricattabile da nessuno, perché s’è precipitato a fare tutte quelle indagini difensive? In attesa di un Suo cortese riscontro, La saluto cordialmente.
Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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