Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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sabato 13 novembre 2010
Fini e Bersani da Fazio, Masi: «O tutti o nessuno» di Iaia Vantaggiato
Una cosa è certa: è Rai Tre la rete preferita dal direttore generale della Rai Mauro Masi, la più guardata, osservata, monitorata. Se la coccola, Masi, quella rete e fa di tutto per accrescerne gli ascolti. Santoro dice «vaffanbicchiere»? e lui è là pronto a chiarire che quello - attenzione - è un messaggio politico, chissà che dirà la prossima settimana il «mattatore», mi raccomando non perdetevi «AnnoZero».
Fazio e Saviano invitano Fini e Bersani a partecipare alla prossima puntata di «Vieni via con me»? - altra trasmissione il cui indice di ascolto è salito alle stelle non solo grazie alla bravura e all’impegno dei conduttori ma anche alle amorevoli cure che il direttore di viale Mazzini le ha dedicato prima ancora che venisse alla luce
- e Masi è di nuovo là. Attenzione, dice al pubblico dell’ex Telekabul, questo sembra un varietà ma- credetemi - è cultura, anzi politica allo stato puro.
E loro «sembrano» due mattacchioni - non si sa se il riferimanto sia a Fazio e Saviano o a Fini e Bersani - ma meritano tutta la nostra attenzione. Anzi, dirò di più, oltre all’attenzione meritano pura una ricompensa: Fini e Bersani non bastano, ci vogliono pure Bossi e Berlusconi.
E così sia. Ieri, a viale Mazzini, si è consumato l’ennesimo atto della snervante guerra di posizione cui Mauro Masi ha deciso di immolare se stesso e la sua direzione. Parte in quarta Masi e cerca di bloccare la partecipazione del segretario del Pd e del presidente della Camera nonché leader di Futuro e libertà alla trasmissione di Rai Trema davanti gli si para un muro.
Insorgono i responsabili del programma e insorge il capostruttura di rete Mazzetti già intervenuto in passato in difesa della trasmissione: «Non violiamo nessuna regola». Fanno un passo indietro a quel punto-Masi e il suo vice, Antonio Marano, e chiedono che «almeno» vengano rispettati «i criteri di contraddittorio e pluralismo»: lo stesso invito, intimano, «riteniamo debba essere esteso allo stesso livello anche al Pdl, alla Lega, all’Udc e all’Italia dei Valori». Il pluralismo e pluralismo ma viene facile dubitare che Masi sia intenzionato a cedere i microfoni di Rai Tre pure al pericoloso Casini e ill’incontrollabile Di Pietro.
A far la par condicio, basterebbero Bossi e Berlusconi ma Masi non può dirlo e certo non lo dice nella nota di servizio inviata, nel pomeriggio, al direttore di Raitre Paolo Ruffini, nota nella quale si evidenziava che la presenza di politici in trasmissione non era compatibile con la «Scheda Prodotto del Programma» e che neanche Nichi Vendola, la scorsa settimana, avrebbe dovuto prendere parte alla trasmissione.
La risposta di Pierluigi Bersani è un’alzata di spalle: «Io ho ricevuto l’invito dai conduttori e dagli autori del programma. Mi rimetto a loro, non sarà certo Masi a dirmi dove io devo andare». Immediate le polemiche e le reazioni. Lo stop alla partecipazione di Fini e Bersani a «Vieni via con me» sarebbe «una follia», ha detto il vicecapogruppo vicario di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova.
«Ma come? La settimana scorsa io ci sono stata tutta la puntata e c'era anche Vendola. Mi sembra quantomeno curioso...» ha detto Rosy Bindi mentre in un comunicato, il pd Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione Vigilanza Rai, ha spiegato che in realtà «la presenza di politici alla trasmissione di ’Vieni via con me’ non è affatto esclusa perché la suddetta trasmissione è un programma ascrivibile come ’rubrica culturale’ ». E intanto gli ascolti sono già pronti a schizzare.
Fonte articolo 'Il Manifesto'
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Fazio e Saviano invitano Fini e Bersani a partecipare alla prossima puntata di «Vieni via con me»? - altra trasmissione il cui indice di ascolto è salito alle stelle non solo grazie alla bravura e all’impegno dei conduttori ma anche alle amorevoli cure che il direttore di viale Mazzini le ha dedicato prima ancora che venisse alla luce
- e Masi è di nuovo là. Attenzione, dice al pubblico dell’ex Telekabul, questo sembra un varietà ma- credetemi - è cultura, anzi politica allo stato puro.
E loro «sembrano» due mattacchioni - non si sa se il riferimanto sia a Fazio e Saviano o a Fini e Bersani - ma meritano tutta la nostra attenzione. Anzi, dirò di più, oltre all’attenzione meritano pura una ricompensa: Fini e Bersani non bastano, ci vogliono pure Bossi e Berlusconi.
E così sia. Ieri, a viale Mazzini, si è consumato l’ennesimo atto della snervante guerra di posizione cui Mauro Masi ha deciso di immolare se stesso e la sua direzione. Parte in quarta Masi e cerca di bloccare la partecipazione del segretario del Pd e del presidente della Camera nonché leader di Futuro e libertà alla trasmissione di Rai Trema davanti gli si para un muro.
Insorgono i responsabili del programma e insorge il capostruttura di rete Mazzetti già intervenuto in passato in difesa della trasmissione: «Non violiamo nessuna regola». Fanno un passo indietro a quel punto-Masi e il suo vice, Antonio Marano, e chiedono che «almeno» vengano rispettati «i criteri di contraddittorio e pluralismo»: lo stesso invito, intimano, «riteniamo debba essere esteso allo stesso livello anche al Pdl, alla Lega, all’Udc e all’Italia dei Valori». Il pluralismo e pluralismo ma viene facile dubitare che Masi sia intenzionato a cedere i microfoni di Rai Tre pure al pericoloso Casini e ill’incontrollabile Di Pietro.
A far la par condicio, basterebbero Bossi e Berlusconi ma Masi non può dirlo e certo non lo dice nella nota di servizio inviata, nel pomeriggio, al direttore di Raitre Paolo Ruffini, nota nella quale si evidenziava che la presenza di politici in trasmissione non era compatibile con la «Scheda Prodotto del Programma» e che neanche Nichi Vendola, la scorsa settimana, avrebbe dovuto prendere parte alla trasmissione.
La risposta di Pierluigi Bersani è un’alzata di spalle: «Io ho ricevuto l’invito dai conduttori e dagli autori del programma. Mi rimetto a loro, non sarà certo Masi a dirmi dove io devo andare». Immediate le polemiche e le reazioni. Lo stop alla partecipazione di Fini e Bersani a «Vieni via con me» sarebbe «una follia», ha detto il vicecapogruppo vicario di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova.
«Ma come? La settimana scorsa io ci sono stata tutta la puntata e c'era anche Vendola. Mi sembra quantomeno curioso...» ha detto Rosy Bindi mentre in un comunicato, il pd Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione Vigilanza Rai, ha spiegato che in realtà «la presenza di politici alla trasmissione di ’Vieni via con me’ non è affatto esclusa perché la suddetta trasmissione è un programma ascrivibile come ’rubrica culturale’ ». E intanto gli ascolti sono già pronti a schizzare.
Fonte articolo 'Il Manifesto'
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