Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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martedì 3 agosto 2010
Probivili di Marco Travaglio
Piero Ostellino è in lutto. Le retate che, giorno dopo giorno, portano via i suoi beniamini del Pdl gli fanno temere un futuro di sconsolata solitudine. Il ritiro della legge bavaglio da parte degli stessi che l’avevano voluta fa di lui l’ultimo giapponese che seguita a difenderla perché nessuno lo avverte che è finita. E l’ipotesi di una prematura dipartita del governo Berlusconi lo getta nel più profondo sconforto. Con tutta la fatica che aveva fatto 18 anni fa per riposizionarsi dopo la scomparsa dell’amato Craxi, il pover’uomo teme di ritrovarsi un’altra volta senza spirito-guida. Il berlusconismo sta finendo e lui non sa cosa mettersi. Basterebbe poco per avvertirne gli eventuali lettori sul Pompiere della Sera. Un distico nella rubrica delle lettere: “Ostellino chiude per lutto, tornerà quando l’avrà elaborato”. O un annuncio nella pagina dei necrologi: “Silvio, ti sia lieve la terra. Il tuo Piero, vedovo inconsolabile”. O magari una foto dell’insigne pensatore “liberale” che lacrima al muro del pianto di Palazzo Grazioli. Invece Ostellino, parendogli pochi il 14 per cento di lettori persi dal suo giornale, ha voluto contribuire alla picchiata con un editoriale dal sapido titolo “Il conflitto da evitare”. Una dotta lezione urbi et orbi sulla “prassi giornalistica in una democrazia liberale matura”. Roba forte. Ciò che l’atterrisce è lo “spettro di una crisi istituzionale” che potrebbe travolgere “i moderati” (il Pdl, figuriamoci) e i “riformisti” (il Pd, figuriamoci). Ma si capisce che ancor più lo sgomenta la caduta del governo. Basterebbe dirlo chiaramente: mi piace tanto Silvio, lo adoro, non riesco a fare a meno di lui, era dai tempi di Bettino che il cuore non mi batteva così forte. Invece no, Ostellino si traveste da super partes e dice di volersi “limitare a fornire ai lettori una interpretazione di quanto sta accadendo. Poi però, siccome al cuore non si comanda, viene fuori al naturale. Tuona contro la società civile “divisa tra berlusconiani e antiberlusconiani”, sintomo di una pericolosa “sindrome di isteria collettiva” (peraltro presente in tutto il mondo: l’America è divisa tra obamiani e antiobamiani, la Francia tra sarkozisti e antisarkozisti, la Spagna tra zapateriani e antizapateriani). Poi strapazza i giornali che “suggeriscono a Fini ritmi e modalità per rendere difficile la vita al governo” e pensano che per “far fuori il ‘caimano’ ogni mezzo è lecito”. Insomma, “la separazione dei poteri, le garanzie costituzionali e il liberalismo sono temporaneamente sospesi” visto che “non è compito di un giornale disarcionare o tener in sella un governo”. Ora, in tutte le democrazie del mondo la stampa rende difficile la vita ai governi e, quando riesce a farli cadere denunciando qualche scandalo, viene premiata col Pulitzer. La separazione dei poteri esiste proprio per consentire ai Parlamenti di controllare i governi e, se del caso, farli cadere. E nella Costituzione non c’è scritto da nessuna parte che i governi non possano cadere, anzi c’è scritto il contrario. Ma tutto questo Ostellino non lo sa. Non s’è nemmeno accorto che non c’è nulla di più illiberale di un partito che, come il Pcus e il Pci, caccia in mezz’ora i dissenzienti senza nemmeno uno straccio di regolare processo. Un liberale dovrebbe fremere di sdegno dinanzi a un ducetto che fa espellere Fini e i finiani per i delitti di legalità e antimafia, pretende di destituire il presidente della Camera perché non gli bacia la pantofola coi tacchi, compra parlamentari un tanto al chilo e così – nota Andrea Manzella su Repubblica – “viola i tre punti essenziali della Costituzione liberale: la libertà dei cittadini di associarsi in partiti democratici (art. 49); la libertà delle Camere di eleggere i propri presidenti senza imposizione dall'esterno (art. 63); la libertà dei parlamentari di rappresentare la nazione senza vincolo di mandato (art. 67)”. Ma viene il dubbio che Ostellino abbia studiato il liberalismo sui testi di Verdini, abbia imparato la separazione dei poteri da Capezzone e prenda ripetizioni di diritto costituzionale da Stracquadanio.
Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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L’azienda ITALIA e i suoi amministratori, che in 62 anni di politica del mangia mangia,è arrivata al capolinea. se non interveniamo drasticamente ,questi (signori) hanno tutto l’interesse di portarci al fallimento. quando l’economia si ferma ,l’unico modo per riattivare la ripresa è portare il popolo hai primordi ,per fare si che la storia infinità non abbia mai fine. Penso sia giunto il tempo del cambiamento, che possa una volta per tutte stabilire quell’ ordine di qui abbiamo bisogno, ordine che questi (signori) non saranno mai in grado di darci ,essendo esseri ,discutibili che l’onestà non sanno cosa sia . vorrebbero cambiare la costituzione ,plasmandola al loro uso e consumo, e questo taglia la testa al toro, la costituzione con le sue leggi ,se vengono applicate vanno bene cosi come sono , altrimenti che. Cominciamo a eliminare i partiti che creano solo confusione, mettendo gli uni contro gli altri, senza partiti non c’è più bisogno del parlamento, senza la camera –ed il senato , eliminiamo anche i costi e i privilegi vergognosi che si sono creati,per sé ed i loro parenti, che con raccomandazioni hanno interesse avrebbero a volerla cambiare. se un ritocchino và fatto, e solo sulle istituzioni che ci hanno rappresentato sino ad oggi, abolendole ,con tutti i partiti che le hanno rappresentate, creando i danni prodotti in questi 62 anni. danni che solo il popolo con sacrificio ha dovuto risanare, mentre loro con le lobby che rappresentano, hanno prosperato spudoratamente. L’ITALIA ha bisogno di ristrutturazione e di tagli per il suo risanamento, come avviene in qualsiasi azienda in difficoltà, i tagli da apportare , sono in quelle cose inutili che hanno creato il deficit , attuale che i nostri giovani si troveranno,a pagare . Anche le regioni e i comuni si assottiglierebbero , eliminando cosi altri costi inutili con i privilegi vedi( deputati) il tutto potrebbe avvenire sostituendo , questi parassiti che ci hanno dissanguato, con veri esperti ognuno nei vari settori, con contratti a scadenza, come avviene in tutte le aziende, senza ricreare privilegi, con l’obbligo di controlli periodici sul proprio operato, in caso di danni , dovranno rispondere di persona ,rifondendo i danni. Cosi facendo si potrebbero risanare non solo le finanze dello stato, ma dare un futuro migliore per i giovani,e per gli anziani che prima di morire vedrebbero il trionfo della giustizia. VITTORIO
RispondiEliminacapolinea. se non interveniamo drasticamente ,questi (signori) hanno tutto l’interesse di portarci al L’azienda ITALIA e i suoi amministratori, che in 62 anni di politica del mangia mangia,è arrivata al fallimento. quando l’economia si ferma ,l’unico modo per riattivare la ripresa è portare il popolo hai primordi ,per fare si che la storia infinità non abbia mai fine. Penso sia giunto il tempo del cambiamento, che possa una volta per tutte stabilire quell’ ordine di qui abbiamo bisogno, ordine che questi (signori) non saranno mai in grado di darci ,essendo esseri ,discutibili, che l’onestà non sanno cosa sia . vorrebbero cambiare la costituzione ,plasmandola al loro uso e consumo, e questo taglia la testa al toro, la costituzione con le sue leggi ,se vengono applicate vanno bene cosi come sono. Cominciamo a eliminare i partiti che creano solo confusione, mettendo gli uni contro gli altri, senza partiti non c’è più bisogno del parlamento, senza la camera –ed il senato , eliminiamo anche i costi e i privilegi vergognosi che si sono creati, per sé ed i loro parenti. se un ritocchino và fatto, e solo sulle istituzioni che ci hanno rappresentato sino ad oggi, abolendole , con tutti i partiti che le hanno rappresentate, creando i danni di questi 62 anni. danni che solo il popolo con sacrificio ha dovuto risanare, mentre loro con le lobby che rappresentano, hanno prosperato spudoratamente. L’ITALIA ha bisogno di ristrutturazione e di tagli per il suo risanamento, come avviene in qualsiasi azienda in difficoltà, i tagli da apportare , sono in quelle cose inutili che hanno creato il deficit attuale, che i nostri giovani si troveranno,a pagare . Anche le regioni e i comuni si assottiglierebbero , eliminando cosi altri costi inutili. il tutto potrebbe avvenire sostituendo , questi parassiti che ci hanno dissanguato, con veri esperti ognuno nei vari settori, con contratti a scadenza, come avviene in tutte le aziende, senza ricreare privilegi, con l’obbligo di controlli periodici sul proprio operato, in caso di danni , dovranno rispondere di persona ,rifondendo i danni. Cosi facendo si potrebbero risanare non solo le finanze dello stato, ma dare un futuro migliore per i giovani,e per gli anziani che prima di morire vedrebbero il trionfo della giustizia. VITTORIO
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