
Ecco come il ministro Giulio Tremonti presenta questa mostruosità: «Sarà un modello per tutti. Con la globalizzazione è finito il conflitto capitale lavoro». La globalizzazione infatti ha enormemente aperto alla delocalizzazione e ingrossato il cosiddetto esercito industriale di riserva. I lavoratori da persone umane sono ridotte a merci, la Costituzione è ridotta a carta straccia. L’art. 41 della Costituzione viene modificato: non più «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». La nuova prassi, imposta senza voto alcuno, recita: «L’iniziativa economica privata è sovrana e, quando sia a lei utile, può mettere i cittadini in campi di lavoro forzato».
Dalla Repubblica democratica degradiamo alla sovranità assoluta.
Di fronte a questa aggressione Cisl e Uil hanno capitolato, hanno alzato le mani in segno di resa. Ma si rendono conto sia Tremonti sia la Cisl e la Uil che cosa provocherebbe una capitolazione del genere? Al degrado sociale, civile cui ci porterà?
Il diritto di sciopero diventa violazione della Repubblica fondata «sulla sovranità assoluta dell’iniziativa economica privata». I contratti nazionali, firmati anche dai padroni, vanno nella spazzatura.
Cerchiamo di avere un po’ di memoria. Quando in Italia, nel primo dopoguerra, le crisi erano grosso modo a questo punto, l’esito fu il fascismo. Ma pensano i nostri attuali governanti che si possa tornare agli anni ’20? Non pensano che violenza
provoca violenza? Pensano che le popolazioni del Mezzogiorno subiranno senza reagire il ricatto dell’abbandono e la localizzazione nel Sud, già tanto provato, di nuovo lavoro schiavo?
La Cisl e la Uil hanno ceduto, subito la violenza accettandola come necessità. La Cgil e la Fiom resistono e fanno bene. La storia è dalla parte loro.
Fonte articolo 'Il Manifesto'
Il mercato del lavoro oggi è una follia, esistono lavoratori di serie A (sempre meno) e lavoratori di serie B. Magari fanno lo stesso lavoro però per assurdi marchignegni legali uno ha diritto alle ferie, alla liquidazione, alla malattia, al posto fisso e l'altro non ha diritto a nulla, prende la sua (misera paga) e deve lavorare duro, sotto la minaccia del licenziamento... pardon, mancato rinnovo del contratto.
RispondiEliminaDELOCALIZZAZIONE
Contro la delocalizzazione ho un'idea (neanche tanto originale): togliamo le agevolazioni fiscali sulla benzina ai TIR, aumentiamo le accise, un litro di benzina costi 3, 5, 10 euro. Converrebbe allora produrre in Romania e vendere in Sicilia? Converrebbero i pomodori cinesi? Ne dubito. Allora ecco che il made in italy diventerebbe economicamente vantaggioso.