Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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venerdì 11 giugno 2010
ORA DISOBBEDIRE Giuseppe Di Lello
(vignetta Mauro Biani)
La legge sulle intercettazioni marcia verso il sicuro approdo dell’approvazione e perciò dobbiamo subito metterci alla ricerca di tutti i possibili modi per contrastarla, eluderla, renderla inutilizzabile, abrogarla.
Il vecchio adagio italico «fatta la legge, trovato l’inganno» è stato utilizzato a dismisura dalle truppe berlusconiane, agendo soprattutto contro la Costituzione,
come dimostra proprio quest’ultima controriforma che, con legge ordinaria, in un sol colpo abroga la libertà di stampa e ogni principio di ragionevolezza e uguaglianza nell’amministrazione della giustizia. Ora è compito nostro andare ad uno scontro vero per ripristinare questi principi costituzionali, con le armi della legalità, forti anche di un consenso trasversale di gran parte degli operatori dell’ informazione, della magistratura, delle forze di polizia e anche delle tante carte dei diritti, internazionali ed europee, che nel corso degli anni abbiamo sottoscritto e ratificato.
Qualcuno aveva sperato che fossero i postfascisti a salvare la democrazia di questo Paese ma, consumato fino in fondo il bluff dei finiani, dobbiamo assumerci tutta intera la responsabilità di non far passare un simile scempio dei diritti fondamentali violati.
Ricorsi alla Corte costituzionale, disobbedienza civile con la pubblicazione di atti che non coinvolgono minimamente persone estranee alle inchieste, lettura nelle aule parlamentari degli atti per la cui diffusione non possono valere le regole capestro dei vari Ghedini, creazione di siti per la pubblicazione dall’estero per i quali valgono le regole della Carta dei diritti dei cittadini dell’Unione europea, manifestazioni di piazza e altro ancora da inventare.
Il tutto in una grande unità di intenti, senza problemi di appartenenza o di visibilità personale o partitica, con un solido aggancio ad una più generale lotta per la difesa dei diritti sociali, anch’essi ancorati alla vigente Costituzione: non a caso vi è una contemporaneità di attacco alle condizioni di vita dei cittadini e ai diritti dei lavoratori, come dimostrano la finanziaria, l’attacco alla scuola pubblica e alla cultura, le proposte di revisione dell’art. 41 Cost., di abrogazione dello statuto dei lavoratori o dell’inserimento nella Costituzione di «valori» liberisti come il mercato o la libera concorrenza.
Se non si coglie il nesso tra tutte queste lotte, se ognuno andrà in ordine sparso in difesa del proprio particolare, si rischia di essere sconfitti su tutto il fronte. Ci si è troppo cullati con la favola di un potere che avrebbe paura dell’informazione e delle inchieste e che, perciò, le vorrebbe oscurare e indebolire, ma gli eventi di
questi ultimi due anni dimostrano proprio il contrario: questa destra non ha paura di nessuno e marcia compatta verso la propria meta, anche perché nessuno a sinistra sembra in grado di farle paura. Dimostriamo di poter farle paura, di saper difendere la Costituzione e i diritti civili e sociali che essa riconosce e garantisce: prima che si concretizzi il secondo ventennio berlusconiano che vorrebbe distruggere quanto di positivo per la democrazia
si era costruito dopo il criminale ventennio fascista.
Fonte articolo 'Il Manifesto'
link collegati:
Hanno la faccia come il Foglio di Marco Travaglio
I ladri rubano, le guardie pagano di Marco Travaglio
LOTTERIA ITALIANA di Norma Rangeri
La legge sulle intercettazioni marcia verso il sicuro approdo dell’approvazione e perciò dobbiamo subito metterci alla ricerca di tutti i possibili modi per contrastarla, eluderla, renderla inutilizzabile, abrogarla.
Il vecchio adagio italico «fatta la legge, trovato l’inganno» è stato utilizzato a dismisura dalle truppe berlusconiane, agendo soprattutto contro la Costituzione,
come dimostra proprio quest’ultima controriforma che, con legge ordinaria, in un sol colpo abroga la libertà di stampa e ogni principio di ragionevolezza e uguaglianza nell’amministrazione della giustizia. Ora è compito nostro andare ad uno scontro vero per ripristinare questi principi costituzionali, con le armi della legalità, forti anche di un consenso trasversale di gran parte degli operatori dell’ informazione, della magistratura, delle forze di polizia e anche delle tante carte dei diritti, internazionali ed europee, che nel corso degli anni abbiamo sottoscritto e ratificato.
Qualcuno aveva sperato che fossero i postfascisti a salvare la democrazia di questo Paese ma, consumato fino in fondo il bluff dei finiani, dobbiamo assumerci tutta intera la responsabilità di non far passare un simile scempio dei diritti fondamentali violati.
Ricorsi alla Corte costituzionale, disobbedienza civile con la pubblicazione di atti che non coinvolgono minimamente persone estranee alle inchieste, lettura nelle aule parlamentari degli atti per la cui diffusione non possono valere le regole capestro dei vari Ghedini, creazione di siti per la pubblicazione dall’estero per i quali valgono le regole della Carta dei diritti dei cittadini dell’Unione europea, manifestazioni di piazza e altro ancora da inventare.
Il tutto in una grande unità di intenti, senza problemi di appartenenza o di visibilità personale o partitica, con un solido aggancio ad una più generale lotta per la difesa dei diritti sociali, anch’essi ancorati alla vigente Costituzione: non a caso vi è una contemporaneità di attacco alle condizioni di vita dei cittadini e ai diritti dei lavoratori, come dimostrano la finanziaria, l’attacco alla scuola pubblica e alla cultura, le proposte di revisione dell’art. 41 Cost., di abrogazione dello statuto dei lavoratori o dell’inserimento nella Costituzione di «valori» liberisti come il mercato o la libera concorrenza.
Se non si coglie il nesso tra tutte queste lotte, se ognuno andrà in ordine sparso in difesa del proprio particolare, si rischia di essere sconfitti su tutto il fronte. Ci si è troppo cullati con la favola di un potere che avrebbe paura dell’informazione e delle inchieste e che, perciò, le vorrebbe oscurare e indebolire, ma gli eventi di
questi ultimi due anni dimostrano proprio il contrario: questa destra non ha paura di nessuno e marcia compatta verso la propria meta, anche perché nessuno a sinistra sembra in grado di farle paura. Dimostriamo di poter farle paura, di saper difendere la Costituzione e i diritti civili e sociali che essa riconosce e garantisce: prima che si concretizzi il secondo ventennio berlusconiano che vorrebbe distruggere quanto di positivo per la democrazia
si era costruito dopo il criminale ventennio fascista.
Fonte articolo 'Il Manifesto'
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Hanno la faccia come il Foglio di Marco Travaglio
I ladri rubano, le guardie pagano di Marco Travaglio
LOTTERIA ITALIANA di Norma Rangeri
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