Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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lunedì 28 giugno 2010
Il supermarket dei bimbi di Haiti di Fausto Biloslavo
“In seguito al terremoto di Haiti sono stati adottati d’urgenza 1800 bambini con una procedura quantomeno frettolosa. Non possiamo chiamarla illegale, ma sicuramente comporta minori controlli. O in alcuni casi nessuna verifica, per esempio sul fatto che si trattasse veramente di orfani oppure no”. Parola di Marlène Hofstetter della sede di Losanna di Terre des Hommes, l’ong internazionale che difende in tutto il mondo i diritti dei più piccoli. “In Svizzera ci sono stati 13 casi di adozioni accelerate dopo il terremoto, ma i problemi maggiori si sono verificati in altri Paesi - denuncia la Hofstetter -. In Francia su oltre 600 minori, circa la metà è stata adottata attraverso contatti diretti con gli orfanotrofi e non con la mediazione di un ente accreditato. In Olanda sono giunti 8 bambini senza alcun documento per l’adozione”.
In Svizzera sono arrivati attorno a marzo 13 bimbi di Haiti per delle famiglie che avevano iniziato la procedura di adozione prima delle scosse. “Avrebbero dovuto aspettare ben più tempo. Anche se è tutto legale, come penso abbiano verificato le autorità, non puoi evacuare un bimbo, dopo un disastro, per accelerare l’adozione, mentre migliaia di altri soffrono ad Haiti” osserva la responsabile di Terre des Hommes. Almeno l’adozione dei minori nella Confederazione è avvenuta attraverso un ente accreditato. In Francia, invece, quasi la metà delle adozioni post terremoto derivano da contatti “privati” fra le famiglie e le crèche, gli orfanotrofi dell’isola. Fonti de Il Caffè, che hanno lavorato per i diritti dell’infanzia ad Haiti, denunciano che “pagando circa 10mila dollari si corrompevano i funzionari portandosi a casa in fretta i bimbi da adottare”.
Secondo i dati di Terre des Hommes le adozioni discutibili, in seguito alle scosse, sono fra 700 e 1000 negli Stati Uniti, 300 in Canada, oltre 600 in Francia, con 450 in lista d’attesa, 103 in Olanda, 14 in Belgio e 13 in Svizzera. “In Canada tutto passa per un ente nazionale e almeno esiste una registrazione - spiega la Hofstetter - In Olanda, invece, 50 bambini sono stati adottati, 45 risultano abbinati, ma si deve concludere l’iter, mentre 8 sono arrivati senza alcuna procedura d’adozione”.
Terre des Homme aveva denunciato fin dall’inizio il pericolo delle “procedure d’urgenza senza un’opportuna prassi adottiva e la verifica dell’esistenza di una famiglia biologica”. La Hofstetter, durante una sua recente missione ad Haiti, ha scoperto che “7 bambini su 10, ospiti delle crèche (orfanotrofi) haitiane, hanno almeno un genitore vivente”.
Spesso le famiglie povere, ancora più in difficoltà per il terremoto, cedono i figli a trafficanti senza scrupoli, talvolta con la sola promessa che avranno una vita migliore. A fine aprile sono finiti alla sbarra tre haitiani beccati con 24 bambini ed i loro certificati di nascita. Secondo il magistrato Vicran Charles stavano portando i minori in un orfanotrofio di Port au Prince, la capitale, per poi farli adottare in cambio di soldi. Frantz Thermilus, capo della polizia giudiziaria ad Haiti, sostiene da mesi: “Questi cosiddetti orfanotrofi, che hanno aperto negli ultimi due anni non sono tali. Servono da copertura per organizzazioni criminali, che approfittano della gente senza tetto e affamata. Per loro il terremoto è diventata un grande affare”. Sulla pelle dei più deboli.
Fonte articolo e foto 'Il Caffé'
In Svizzera sono arrivati attorno a marzo 13 bimbi di Haiti per delle famiglie che avevano iniziato la procedura di adozione prima delle scosse. “Avrebbero dovuto aspettare ben più tempo. Anche se è tutto legale, come penso abbiano verificato le autorità, non puoi evacuare un bimbo, dopo un disastro, per accelerare l’adozione, mentre migliaia di altri soffrono ad Haiti” osserva la responsabile di Terre des Hommes. Almeno l’adozione dei minori nella Confederazione è avvenuta attraverso un ente accreditato. In Francia, invece, quasi la metà delle adozioni post terremoto derivano da contatti “privati” fra le famiglie e le crèche, gli orfanotrofi dell’isola. Fonti de Il Caffè, che hanno lavorato per i diritti dell’infanzia ad Haiti, denunciano che “pagando circa 10mila dollari si corrompevano i funzionari portandosi a casa in fretta i bimbi da adottare”.
Secondo i dati di Terre des Hommes le adozioni discutibili, in seguito alle scosse, sono fra 700 e 1000 negli Stati Uniti, 300 in Canada, oltre 600 in Francia, con 450 in lista d’attesa, 103 in Olanda, 14 in Belgio e 13 in Svizzera. “In Canada tutto passa per un ente nazionale e almeno esiste una registrazione - spiega la Hofstetter - In Olanda, invece, 50 bambini sono stati adottati, 45 risultano abbinati, ma si deve concludere l’iter, mentre 8 sono arrivati senza alcuna procedura d’adozione”.
Terre des Homme aveva denunciato fin dall’inizio il pericolo delle “procedure d’urgenza senza un’opportuna prassi adottiva e la verifica dell’esistenza di una famiglia biologica”. La Hofstetter, durante una sua recente missione ad Haiti, ha scoperto che “7 bambini su 10, ospiti delle crèche (orfanotrofi) haitiane, hanno almeno un genitore vivente”.
Spesso le famiglie povere, ancora più in difficoltà per il terremoto, cedono i figli a trafficanti senza scrupoli, talvolta con la sola promessa che avranno una vita migliore. A fine aprile sono finiti alla sbarra tre haitiani beccati con 24 bambini ed i loro certificati di nascita. Secondo il magistrato Vicran Charles stavano portando i minori in un orfanotrofio di Port au Prince, la capitale, per poi farli adottare in cambio di soldi. Frantz Thermilus, capo della polizia giudiziaria ad Haiti, sostiene da mesi: “Questi cosiddetti orfanotrofi, che hanno aperto negli ultimi due anni non sono tali. Servono da copertura per organizzazioni criminali, che approfittano della gente senza tetto e affamata. Per loro il terremoto è diventata un grande affare”. Sulla pelle dei più deboli.
Fonte articolo e foto 'Il Caffé'
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