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di 'Per quel che mi riguarda'

sabato 1 maggio 2010

VOGLIONO FARE LA FESTA AL LAVORO Francesco Piccioni

Buon 1° Maggio a tutti!

(vignetta Mauro Biani)
Questo Primo Maggio cade nel momento più critico che il mondo del lavoro si trova ad affrontare da oltre 40 anni. La crisi economica globale ha effetti devastanti soprattutto su quei paesi «maturi», come il nostro, in cui l’imprenditoria ha colto al volo le occasioni della globalizzazione per disinvestire nella struttura industriale, delocalizzando, e per prendere possesso di posizioni monopolistiche che la privatizzazione del «pubblico» ha generosamente messo a disposizioni di «capitani» e caporali senza alcun coraggio. La crisi accelera i processi, disgrega i soggetti più deboli, svuota culture e istituzioni che avevano retto dignitosamente fino a un attimo prima, seleziona «complici» e «refrattari» nelle fila dei sindacati e nella massa dei «dipendenti».
Chi lavora misura la portata della crisi in termini di posti perduti (367mila in un anno, in Italia), cassa integrazione a valanga, salari che non mantengono il potere d’acquisto, contratti «volatili» secondo l’uzzo del padrone di turno. La misura anche nella paura che vede negli occhi del vicino, nel senso di impotenza che si innesta e matura di fronte a fenomeni di dimensioni inconcepibili; e che nessuno sembra ormai saper spiegare con parole comprensibili ai più.
La Fiat – «finalmente» configurata come una multinazionale – detta la linea: si investe solo là dove i sindacati garantiscono la massima flessibilità di utilizzo della manodopera e i governi «facilitano» l’impresa
con un quadro normativo disegnato appositamente.
Altrimenti si chiude e si va da qualche altra parte; non c’è problema, anzi «il problema è vostro». Il lavoro come «fattore della produzione» – non come soggetto vivo, fatto di corpi, vite e aspettative – non deve più avere diritto di parola sulla gestione dei processi, né sulle scelte fondamentali di carattere economico. Si contratterà ancora, naturalmente; ma l’agenda e la piattaformale fissa Confindustria. Al massimo si potrà attenuare qualcosa qui o là.
Il governo – nel solco di un ventennale smantellamento di diritti e garanzie – vorrebbe arrivare a chiudere il cerchio con un «nuovo diritto del lavoro». Il «collegato», le norme sull’arbitrato, gli enti bilaterali ridisegnati in chiave corporativa, l’ulteriore proliferazione delle tipologie di contratto «precarie »... Tutti anelli di una catena che deve portare il singolo lavoratore a restare nudo e indifeso davanti alle «esigenze della competitività». Non stupisce che nei posti di comando, nella tessitura della «nuova legalità», si ritrovi una folta schiera di ex socialisti «craxiani» – la specificazione è d’obbligo – che sta usando le competenze acquisite nella militanza interna al mondo del lavoro per annullarne ruolo e autonomia.
E siccome i simboli hanno una forza incomprimibile, anche il PrimoMaggio è finito
sotto tiro. «Aprano i negozi ed i centri commerciali», intanto. Poi faremo altrettanto con le fabbriche, se ci va. O appena possibile.
Non lo si fa perché un giorno di lavoro in più cambi qualcosa nel calcolo finale del Pil, ma per dimostrare – con uno sfregio simbolico in più – che «voi massa pezzente non contate niente». E se il Novecento vi aveva illusi, beh, è ora che torniate al vostro posto.
In silenzio e senza canti che riempiono la testa di speranze e il cuore di orgoglio. I «poteri forti», da anni, stanno «facendo la festa» al lavoro. Questo Primo Maggio può essere una buona occasione per accorgersene. Prima lo si fa, prima si arresta la caduta.

Fonte articolo 'Il Manifesto'

4 commenti:

  1. Ogni persona deve stare zitta e buona, vi possiamo licenziare quando e come vogliamo...e voi dovete stare zitti e buoni...chiudiamo le fabbriche e le portiamo in india...e voi..sempre zitti e buoni...Vorrei solo sapere, se i cittadini si stanno rendendo conto di quello che sta succedendo...o forse son troppo presi, dall'isola dei famosi ed altre cazzate varie? questo governo con a capo un delinquente, al quale non interessa nulla delle persone, di chi lavora...di chi non lavora...il discorso potrebbe essere lunghissimo, ma mi auguro solo che la gente apra un pochino gli occhi e la mente e faccia sentire la propria voce...buon primo Maggio a Tutti e Tutte...

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  2. giacoma_giacalone@hotmail.it1 maggio 2010 alle ore 09:14

    E' un periodo molto triste.......e nessuno sembra avere voglia di far qualcosa.....chi ci governa (si fa per dire).....se la ride e noi???....fino a quando continueremo a subire? Che vergogna.........

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  3. Bello e struggente il pezzo tratto dal Manifesto,non so chi l'abbia scritto ma so altre cose.
    Nella vita sociale esistono,ruoli,rapporti di forza,ideale e pricipi che spingono ,poi, a determinare scelte che condizionano le vite di ognuno di noi o di masse di persone.
    I soggetti preposti alla difesa della classe dei lavoratori hanno fallito,CGIL-CISL-UIL e da qualche anno anche UGL,oramai sdoganata completamente dal centro destra,hanno SVENDUTO,diritti,dignità,salario...ed anche le presenze istituzionali che i segretari di questi sindacati fanno nelle verie manifestazioni,sono ridicole!
    I maggiori colpevoli sono loro,in quanto il padrone è sempre stato padrone e frasi del tipo "«voi massa pezzente non contate niente». E se il Novecento vi aveva illusi, beh, è ora che torniate al vostro posto." dal padrone ce le si aspetta.....
    Da chi è preposto a difenderci,invece,alcune cose non ce le aspettiamo,nessuno 35 anni fa pensava mai che avessero svenduto le nostre pensioni,che in accordo a quel farabutto di Craxi ci avessero tolto la scala mobile,che la riforma delle pensioni con tutte le sue modifiche peggiorative fosse passata tanto facilmente,la deregulation delle regole nel lavoro,partita con gli accordi di luglio '93,passata attraverso il pacchetto Treu,legge 30,patto per l'Italia,nuovo accordo sul costo del lavoro di gennaio 2009,fino ad arrivare all'ultimo attacco rappresentato dal collegato al lavoro in questi giorni in discussione alla Camera,nessuno pensava ch si arrivasse a tanto!
    Con o senza la CGIL,le cose le hanno fatte lo stesso.
    La CGIL quando firma è direttamente colpevole,quando non lo fa forse ancora peggio,in quanto poi non crea un vero conflitto sociale per la rideterminazione del torto inflitto ai lavoratori(leggasi accordo gennaio 2009)
    Per cui,le analisi sono tutte giuste,ma per una volta additiamo i colpevoli,che forse presi dai fondi pensione,dall'ingresso nei consigli di amministrazione,dalla gestione degli enti bilaterali,dalla gestione diretta delle assunzioni attraverso le agenzie,hanno perso di VISTA il loro compito fondamentale,quello di difendere i lavoratori!
    Parlo a chi certe cose le dimentica o non le sa o fa finta di non saperle a cominciare dalla testata che pubblica l'articolo in questione,alleata spesso e troppe volte con quella CGIL che tanto male ha fatto alla classe proletaria,travestita da amico!
    Antonio Mazzella

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  4. Inevitabilmente la demagogia dilaga incoercibile, si parla di crisi globlale, di lavoro che da 40 anni va a ridursi per le nostre capacità produttive, ma non si abbandona il concetto miracolistico che vuole i sinistri maestri indefessi del non lavorare molto per non lavorare nessuno.
    I biechi capitalisti sempre in agguato per impoverire i lavoratori e non un "Menenio Agrippa" che spieghi a questa plebe di demagoghi del "Primo Maggio" che solo faticando e sudando l'uomo può conquistarsi l'indipendenza e la libertà.
    "Il salario è una varaiabile indipendente del lavoro", blateravano i Lama al tempo della "Scala Mobile, poi ci fu un tale che offrì al popolo un referendum per abbattere quel mostro nemico del lavoro. Intelligentemente il popolo capì.
    Oggi si manengono chiuse tutte le attività produttive perchè è FESTA DEL LAVORO: una kazzata che fa i suoi danni enormi.
    Celestino Ferraro

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