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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 5 aprile 2010

Umiltà e Dignità di Adriana Zarri

«Eclatante» è un brutto francesismo che non si dovrebbe mai usare. Fasullo invece è una brutta parola, adatta quindi a designare una brutta realtà: una persona poco seria o molto sciocca.


Umiltà
Ho messo il titolo tra due caute virgolette ad indicare l’ironia (e diciamo pure il feroce sarcasmo) col quale intendo denunciare la presunzione di un personaggio purtroppo al vertice nella politica italiana.
Forse l’avrete già capito (non ci vuole molta fantasia). Si tratta di Silvio Berlusconi che di se stesso dice: «Credo sinceramente di essere stato e di essere di gran lunga il migliore presidente del Consiglio che l’Italia abbia potuto avere in 150 anni della sua storia. Lo dico sulla base di ciò che ho fatto e faccio e che gli italiani conoscono bene è per questo motivo penso che mi attribuiscono il 68,04 per cento di fiducia e ammirazione». E il presidente mi scuserà se io non sono tra quel 68,04 per cento di ammiratori.
«Sono anche un recordman - prosegue Berlusconi - visto che ho superato il grande Alcide De Gasperi che ha governato 2.497 giorni, mentre io credo di aver toccato i 2.500». Lo corregge Francesco Cossiga (altro degno personaggio!) «a far bene i conti il primo dovrebbe essere Massimo D’Azeglio poi forse al secondo posto metterei Cavour». Non si tratta di buttarla in burletta - commenta un giornalista - questi sono i conti preferiti del nostro premier, secondi solo a quelli del guadagno delle sue imprese.


Dignità
Rifacciamoci la bocca parlando di una persona di ben altro spessore (in questo caso, non ho messo il titolo tra le virgolette perché la sua dignità è autentica e niente affatto pretestuosa) si tratta del cardinale di Milano: figura degnissima, forse proprio per questo, attaccato dalla Lega Nord, la cui indegnità è invece notoria.
Lasciamo senz’altro la parola a «Noi Siamo Chiesa» (un’organizzazione degna di fede) che così commenta i fatti: il cardinale nel consueto discorso alla città alla vigilia di Sant’Ambrogio, ha parlato del ruolo tipicamente sociale e politico della solidarietà, ha citato l’articolo 2 della Costituzione, ha esortato ad una sobrietà negli stili di vita come questione di giustizia e ha infine criticato gli sgomberi dei campi rom - l’ultimo quello di via Rubattino contrastato dalla popolazione del quartiere - un’azione di forza senza alternative e prospettive, senza finalità costruttive.
Anzi ha messo in guardia dalla politica dell’immagine che nasconde i veri problemi della città. L’altro giorno La Padania, organo della Lega Nord, aveva come apertura di prima pagina il titolo «Onorevole Tettamanzi»; nel testo, aspramente critico nei confronti dell’arcivescovo, ci si chiedeva se egli fosse un vescovo oppure un imam. Il ministro Roberto Calderoli, in un’intervista su Repubblica, sostiene che nella curia di Milano ci sono catto-comunisti e che l’arcivescovo «non c’entra proprio nulla con il suo territorio». Questo attacco è l’ultimo di tanti e si inserisce nella campagna per usare il crocifisso come simbolo identitario di una religione civile, di cui devono fare parte in prima fila i pagani adoratori del dio Po, il dio della Lega Nord.

Fonte 'Il Manifesto

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