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di 'Per quel che mi riguarda'

venerdì 19 marzo 2010

Isole a confronto tra reality e realtà di Norma Rangeri

Mentre su Raidue, nell’Isola dei famosi il naufrago Aldo Busi tuona contro l’omofobia della chiesa ed esibisce acute riflessioni sulla commedia del reality («i concorrenti fingono di essere veri, ma senza la stoffa dei grandi attori sono solo marionette di se stessi»), contemporaneamente nella serata di Tetris (La7) si discute dell’isola dei cassaintegrati, gli operai autoconfinati all’Asinara, approdati nel vecchio supercarcere con l’idea di usare la popolare suggestione del reality per richiamare la realtà degli invisibili.
«Io la chiamo l’isola della resistenza, qui Falcone e Borsellino hanno scritto il maxiprocesso contro la mafia e qui imiei compagni che stanno dormendo nelle celle sono l’orgoglio dell’Italia», parole di Argentino Tellini, un disperso di sinistra, come confessa con umorismo al conduttore del talk-show, Luca Telese. Il montaggio di assonanze tra le due Isole, cuce le frasi rivolte da Simona Ventura ai suoi concorrenti («farò in modo di aiutarvi», «dovete resistere») alle testimonianze dei naufraghi dell’Asinara. Il luogo, il cibo, il letto, il diario quotidiano raccontato davanti alla telecamera strizzando l’occhio al linguaggio dei naufraghi del vero-finto reality.
La testimonianza dell’operaio si fa spazio nella discussione sulla libertà di informazione che infuria tra politici e giornalisti in studio. Per qualche minuto la rissa si placa e tutti ascoltano Tellini, arrivato a Roma «con 50 euro in tasca prestate da un amico perché non prendo nemmeno 800 euro». Ma non è lì per lamentarsi, ha la forza dell’uomo che combatte e ne approfitta con Gasparri per raccomandargli di dire «a Berlusconi di telefonaremeno a Putin e più a Scarone, per far ripartire gli impianti dell’azienda». Tellini ripete quello che abbiamo sentito dire anche agli operai di altre catastrofi industriali («non vogliamo la cassaintegrazione, vogliamo il lavoro»), ogni volta che sono riusciti a conquistare uno spicchio di visibilità televisiva. Impresa difficile,ma non impossibile, anche se al prezzo di mimare i format della tv, o di diventare "notiziabili" arrampicandosi sui tetti. Una sfida che impegna gli operai sul terreno della comunicazione, tutto sommato con buoni risultati.
Tetris come anche Ottoemezzo e l’Infedele interrompono il silenzio spettrale della Rai. A La7 l’attualità politica primeggia, nello splendido isolamento di una nicchia sempre più consistente.

Fonte articolo 'IL Manifesto'

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