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di 'Per quel che mi riguarda'

venerdì 26 marzo 2010

ANTONIO TABUCCHI “CI VORREBBE L’ANTITERRORISMO” di Maurizio Chierici

L’oscuramento Rai? Roba da Libia, il premier ha corroso lo Stato e agisce nell’illegalità.

Piegato sul suo computer di Lisbona Antonio Tabucchi segue Santoro, Travaglio, Dario Fo, Floris, Luttazzi e gli altri carbonari costretti a discutere di politica nel “rifugio” di Bologna. Paradosso di una società immersa nella comunicazione universale ma con la comunicazione tagliata proprio mentre gli elettori hanno voglia di ascoltare (per decidere il voto) tutte le voci che gli elettrodomestici Rai ammutoliscono per non disturbare il manovratore.
Siamo ancora un paese normale?
Berlusconi agisce nell’illegalità da molto tempo. Il problema non è lui ma chi lo lascia agire nell’illegalità. Allorché anni fa scrisse il così detto edito bulgaro con il quale cacciava dalla Rai, come se fosse sua proprietà, giornalisti quali Biagi, Santoro, Luttazzi, sarebbe stata necessaria una denuncia alla magistratura nei suoi confronti (il Codice penale per un atto del genere prevede molteplici capi di accusa ) e il rifiuto delle persone a contratto con la Rai di abbandonare il proprio posto. Oltre alla magistratura che non fu attivata, non si mosse il capo dello Stato e la Procura della Repubblica cui spettava affrontare un atto sovversivo come quello. Con il tempo, Berlusconi è andato corrodendo non solo le regole democratiche, ma lo Stato. Ciò che succede, con l’oscuramento della Rai, è immaginabile solo in un paese dell’Asia centrale o in Libia o in Russia, paesi dove Berlusconi ha buoni amici e ai cui modelli tende. Uno Stato democratico in Europa attiverebbe l’antiterrorismo e risolverebbe la questione. Se ciò non avviene, in Italia avverrà inevitabilmente qualcos’altro. Come lo fu per Piazza Fontana, Piazza della Loggia, le bombe alla Stazione di Bologna o il doppio Stato che è infiltrato nello Stato italiano.
Nel ventaglio del Cavaliere, un giornale si arrabbia per la presenza di Dario Fo alla trasmissione di Santoro. Tanto per far contento l’uomo della provvidenza, lo definisce “rudere antiberlusconiano”. Chissà cosa pensano gli altri Nobel…
Al Dipartimento di Stato di Washington sono noti i nomi delle persone dei Servizi segreti italiani e dei loro affiliati che facevano da ‘consiglieri’ nel carcere iracheno di Abu Ghraib. Sarebbe bene che la stampa italiana si muovesse. Ciò che Berlusconi dice di Dario Fo – grande drammaturgo, premio Nobel che fa onore al Paese – attraverso le voci al suo soldo meriterebbe altrove delle risposte di un ordine che non appartiene alla parola di un giornale. Il giorno in cui il capo e le sue voci sentiranno che certe dichiarazioni comportano seri rischi, solo allora cambieranno musica.
Lei sta seguendo una trasmissione che preoccupa l’Europa civile. Quanti intellettuali italiani immagina siano lì a guardare ? E di quali idee? Destra non credo, sinistra può essere, ma la zona grigia di chi ha un libro nel cassetto e non vuol rischiare il no di Einaudi, Mondadori ed editori collegati; di chi non sopporta il silenzio di tante tv e dei giornali maison (Panorama, femminili, i cugini di Libero), insomma, intellettuali che non se la sentono, per una curiosità considerata marginale, di esporre al pericolo l’opera quasi in vetrina. Sono tanti o sono pochi? Scelgono il voyeurismo nascosto e non confesseranno mai il peccato, oppure…?
Non so quanti così detti intellettuali (o scrittori) italiani si siano espressi su questa situazione. Io ne ho sentiti pochi. Sento spesso le voci di Andrea Camilleri, Roberto Saviano e Lidia Ravera dei quali ho altissima stima. Ma forse lo sapete meglio voi, personalmente gli intellettuali del mio paese li seguo poco.

Fonte intervista e foto 'Il Fatto Quotidiano'

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